«Chiudo l’attività e aiuto i più deboli»
Così Nembro rinasce con 100 volontari

Sono quasi 100 i volontari a disposizione. Si alternano al centralino e per consegnare pasti e spesa. Coordina l’assessore in isolamento. «Nessuno sarà solo».

Non si molla ma per davvero a Nembro, messo duramente alla prova dal coronavirus che qui, in poche settimane, ha mietuto numerose vittime e costretto alla quarantena decine di famiglie, con parecchi casi accertati di persone positive al virus. La battaglia quotidiana per delimitare il contagio prosegue sempre più serrata, seguendo le disposizioni del decreto del governo – con anche i parchi pubblici da ieri chiusi dal sindaco Claudio Cancelli, positivo al virus e quindi in quarantena –, ma il nemico si combatte anche a suon di carezze, quelle date virtualmente a quanti si trovano più in difficoltà, cercando di sollevarli dalle incombenze quotidiane.

A spesa, pasti pronti e farmaci da consegnare a domicilio, a rispondere al telefono a richieste d’aiuto o anche soltanto di ascolto ci pensa un esercito di quasi cento volontari, scesi in campo «con grande generosità, rispondendo alla nostra chiamata: dai giovani ai sessantenni, tante persone hanno deciso di dare una mano» spiega Floria Lodetti, l’assessore ai servizi sociali che coordina il tutto insieme alla responsabile del suo settore, Maria Grazia Gritti.

Lavoratori duramente provati dal Covid che ha imposto loro la chiusura di bar o uffici, mamme di famiglia, professionisti, molte persone già da anni impegnate in gruppi e associazioni di Nembro. Divisi su più fronti, alcuni si occupano del centralino istituito al Centro operativo di controllo, altri ritirano i pasti della ditta di catering da distribuire poi alle famiglie obbligate all’isolamento «perché hanno parenti positivi al virus o magari, purtroppo, sono morti per questo e loro devono continuare la quarantena» precisa Lodetti. Un sostegno non di poco conto, questo dei pasti, la cui richiesta «nell’arco di una settimana è quasi triplicata». Altri volontari, ancora, si occupano di ritirare e recapitare al domicilio soprattutto degli anziani la spesa da loro richiesta, oppure i farmaci. C’è poi una psicologa che si è messa a disposizione per uno sportello di aiuto telefonico gratuito.

Il tutto coordinato in remoto dall’assessore Lodetti che, come l’intera Giunta di Nembro, si trova in isolamento. «Siamo a casa ma in costante contatto tra noi, grazie a Skype – spiega - : facciamo due, anche tre Giunte al giorno per fare il punto e fare in modo che la cittadinanza non sia lasciata sola». Qui dove tanti anziani se ne sono andati in un soffio, il dolore non soffoca la volontà di resistere e di ricominciare.

Dall’ospedale al centralino

Katia Marcassoli, 55 anni mamma di un figlio è infermiera al vicino ospedale di Alzano, nell’ambulatorio di cardiologia che, come tutti gli altri, da quando è scoppiato il caso Covid lavorano a regime ridotto o sono chiusi, per consentire al personale di prendersi cura dei malati pneumologici. Smonta dal suo turno e si mette a disposizione per rispondere al numero messo a disposizione dal Comune. «Cercavano persone per qualche ora di questo servizio e mi sono messa a disposizione – spiega –, se poi potrà essere utile anche la mia preparazione sanitaria, rispondendo alle richieste telefoniche, tanto meglio».

Ne fa una questione di priorità e, in sincerità, di un calo drastico di clienti Matteo Pellicioli, 43 anni, titolare del bar pizzeria «Villa Sant’Antonio», che aspetta di essere chiamato per rendersi utile. «Gestiamo il ristorante da 48 anni e con le nuove direttive rimane aperto fino alle solo 18 il bar, mentre la pizzeria ha un giro di gente molto limitato e da domenica sera l’abbiamo chiusa, non avendo prenotazioni, e ho messo in ferie i nostri due lavoranti. E poi mi sono detto – aggiunge –: in questo momento il lavoro lo metto da parte, c’è da sistemare ben altro, c’è da aiutarsi». Pellicioli riassume così il suo sentire: «Penso che in questo momento non ci sia colore politico né niente che possa dividerci: se tutti collaboriamo, sentendoci tutti uguali, ne usciremo».

Questa settimana anche il negozio di vendita e riparazione di biciclette «Morotti solo ciclismo» rimane chiuso e Sabrina Morotti che vi lavora part time ha risposto all’appello di farsi trovare pronti «con un centralino che - spiega lei, 42 anni, un marito e tre figli –, oltre a quello già esistente per richieste sanitarie, coprisse anche ogni altra richiesta. Calcolando che nel nostro territorio molte sono le famiglie intere in quarantena nella propria abitazione, il numero è importante e fa ben sperare nella solidarietà dei nostri concittadini». Così Sabrina si occupa, per qualche ora al giorno, del Centro operativo comunale che accoglie telefonicamente le varie richieste dei cittadini e le smista agli uffici competenti quando necessario.

«Il nostro paese – aggiunge la volontaria –, credo più di altri, sta vivendo una situazione molto difficile: moltissime famiglie sono ormai colpite, se non direttamente, da lutti e situazione critiche: parenti, amici, conoscenti. Il nostro è un paese grande ma tutto sommato chi ci è nato conosce tutti. Oggi è un momento in cui molti che “sono sempre stati lì, in piazza” non ci sono più. Tanti, in così poco tempo. Questo aspetto negativo mette però in risalto la voglia di reagire e rialzarsi. La dimostrazione lo sono tutte queste persone che si stanno mettendo in gioco per il bene della nostra comunità».

Forza Nembro. Forza Bergamo. Ce la faremo, sicuro.

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