Condannati i capi ultrà di San Siro. Risarciti i due club

LA SENTENZA. Pene per quasi 90 anni di carcere e riconoscimento di quasi tutte le imputazioni nel processo di primo grado.

Milano

Pene per quasi 90 anni di carcere in totale e il riconoscimento di tutte le imputazioni, da un omicidio recente ad un tentato omicidio di sei anni fa fino alle due associazioni per delinquere tra cui ci sarebbe stato un «patto» per gli affari, tra la Curva Sud milanista e la Nord interista, quest’ultima pure con l’aggravante mafiosa per rapporti con la ’ndrangheta.

Il processo di primo grado

Si è chiuso così in primo grado il processo abbreviato scaturito dalle indagini dei pm della Dda Paolo Storari e Sara Ombra e che avevano portato al maxi blitz «doppia curva» di settembre scorso di Polizia e Gdf, con 19 arresti. Pene alle quali si aggiungono i risarcimenti per la Lega di Serie A, l’Inter e il Milan, che si erano costituite parti civili. Le condanne sono arrivate per tutti i 16 imputati e le più alte sono andate ai capi delle due curve di San Siro, l’interista Andrea Beretta e il milanista Luca Lucci: 10 anni a testa. Beretta, collaboratore di giustizia, era al vertice dell’associazione per delinquere aggravata e finalizzata a pestaggi ed estorsioni e ha ucciso a settembre Antonio Bellocco, pure lui nel direttivo ultrà nerazzurro e rampollo del clan di ’ndrangheta. Ha ottenuto l’attenuante prevista dalla legge sui pentiti e ha riempito verbali che hanno portato anche alla risoluzione di un cold case, l’omicidio del 2022 dello storico capo ultrà Vittorio Boiocchi. I 10 anni per Lucci sono arrivati in quanto mandante del tentato omicidio del 2019 dell’ultrà Enzo Anghinelli.

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