Contro l’ansia da studio a casa
Trescore potenzia il «mentoring»

L’istituto Lotto consolida l’attività del docente che ascolta i ragazzi in crisi. Supportato da uno psicologo, contatta gli alunni dando sostegno per la loro situazione.

Un mentore per guidare i ragazzi in un momento complicato della scuola, una figura di riferimento per aiutarli a non perdere la direzione. All’istituto Lorenzo Lotto di Trescore il «mentoring» scende in campo per supportare gli studenti. Un servizio che non è una novità assoluta nella scuola del polo dell’Albarotto, ma che negli ultimi mesi è stato potenziato per andare incontro alle nuove esigenze della popolazione scolastica. «Nel nostro istituto - spiega Laura Ferretti, dirigente scolastico dell’istituto Lotto - abbiamo diversi indirizzi e utenze più solide e più fragili. In questo periodo abbiamo notato che la fragilità è trasversale a tutti gli indirizzi e che sta incidendo su tutti gli apprendimenti. Semplicemente, anche i ragazzi non ne possono più dell’incertezza in cui sta vivendo il mondo della scuola». Per questo motivo l’istituto ha scelto di potenziare un servizio che da anni è attivo nella scuola.

«Stiamo potenziando - aggiunge Ferretti - l’area, che era già ben strutturata, dell’ascolto e del mentoring. Un progetto che esiste da anni per tenere agganciati ragazzi che attraversano un periodo di crisi. I docenti si trasformano in “mentor”, guide per gli studenti. Per nostra etica, senza che docenti abbiano alcun compenso aggiuntivo. Il compito del mentor è semplice: ogni tanto contatta il ragazzo per sentire come va, cosa fa, se sta incontrando qualche difficoltà particolare. Il mentor veniva già supportato anche da uno psicologo, perché un bravo docente si trova a dover affrontare anche situazioni che non è in grado di gestire».

Un supporto che ha acquisito un nuovo significato alla luce della pandemia, ma che si inserisce nel solco di servizi molto attenti alla cura degli studenti. Nel corso di tutto l’anno, per esempio, i ragazzi del Lotto che non capiscono un tema specifico possono rivolgersi a uno sportello help e farsi aiutare dal docente che più si confà alle loro esigenze. Opportunità di approfondimento e di ascolto aggiuntive su cui quindi la scuola investe ulteriormente.

«Abbiamo pensato di potenziare quest’area - continua -, ma stiamo anche facendo un’analisi delle situazioni che ci preoccupano. Normalmente questo servizio di ascolto e di supporto veniva fatto in presenza, con una funzione principalmente di vicinanza. Ora cerchiamo di supportare un numero maggiore di studenti e anche il gruppo di insegnanti che si è messo a disposizione è aumentato: siamo circa a 20 professori, ognuno dei quali segue più studenti. In questo momento i ragazzi vengono affiancati attraverso telefonate e mail. Io stessa faccio da mentore ad alcuni ragazzi, anche attraverso Google Meet. È importante che i ragazzi sappiano che noi siamo qui per loro. La mia personale opinione è che in questo momento ognuno stia facendo la propria parte».

Di fronte a un periodo che lascerà strascichi e farà pesare le proprie conseguenze anche «su una generazione che ha mesi da rielaborare - spiega Ferretti -. Alcuni ragazzi si stanno abituando a stare a casa. A febbraio è un anno che la scuola non è più in presenza, con un intervallo di socialità vissuto in estate e qualche mese di poca scuola. Ci ha turbato molto il dover stare a casa: nel nostro istituto i ragazzi venivano già a giorni alterni, ma il fatto di poter frequentare, anche solo per qualche ora, è davvero importante. Alcuni studenti in questo periodo vengono comunque a scuola, almeno per i «Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento», (ovvero l’alternanza scuola - lavoro) e per i laboratori. Ma non tutti gli indirizzi hanno questa possibilità».

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