Covid, 2.500 positivi tra gli operatori sanitari
23 i professionisti morti in Bergamasca

È il dato più alto rispetto alle altre province lombarde.

Il prezzo più alto. Sono 23 gli operatori sanitari morti a causa del coronavirus in provincia di Bergamo. 2494 i positivi. Medici e non solo: infermieri, ostetriche, operatori socio sanitari, tecnici di laboratorio. Molti si sono ammalati in prima linea tra fine febbraio e inizio marzo, a stretto contatto con i pazienti e quel male allora sconosciuto. Sono state le settimane più dure, con gli ospedali presi d’assalto, i letti di rianimazione allestiti nel primo angolo libero, le sirene delle ambulanze senza sosta nelle strade. Il lavoro, la passione e la cura nei confronti del prossimo si sono trasformati in sacrificio. Bergamo è stata la provincia più colpita d’Italia e il bilancio degli operatori sanitari deceduti a causa della Covid-19 o positivi al virus è la chiara dimostrazione dell’imponente ondata che ha sommerso tutta la provincia.

I dati di tutta la Lombardia (aggiornati al 7 settembre) sono stati diffusi pochi giorni fa dall’assessore al Welfare Giulio Gallera durante un’audizione in commissione sanità. Grazie a una richiesta di approfondimento presentata dal consigliere regionale di Azione Niccolò Carretta Regione Lombardia ha messo a disposizione anche il dettaglio relativo a tutte le Agenzie di tutela della salute e delle aziende sanitarie socio sanitarie territoriali, che gestiscono gli ospedali.

A Bergamo hanno perso la vita 10 medici: 9 di Ats Bergamo, 1 dell’Asst Bergamo Est. Le 10 vittime bergamasche rappresentano un terzo dei 35 medici morti registrati in tutta la Lombardia. I camici bianchi positivi al tampone in Bergamasca sono 540: 257 di Ats Bergamo, 105 all’Asst Bergamo Est, 10 all’ospedale Papa Giovanni, 60 all’Asst Bergamo Ovest.

Anche gli infermieri sono stati una delle categorie più esposte, se non la più esposta. Sono l’anello della catena sanitaria più vicino al paziente nelle strutture ospedaliere e lo stesso vale per gli operatori socio sanitari nelle case di riposo. Contatto stretto con i malati significa più possibilità di essere contagiati. E infatti sono 850 gli infermieri positivi al coronavirus in provincia di Bergamo: 288 di Ats Bergamo, 252 all’Asst Bergamo Est, 232 al Papa Giovanni, 78 a Bergamo Ovest. Due le vittime. Come per i camici bianchi, anche nel caso degli infermieri i dati riflettono la distribuzione territoriale del contagio.

In tutta la Lombardia sono risultati positivi al Covid 12 mila operatori sanitari: 2.755 medici, 4.952 infermieri, 102 ostetriche, 1917 Oss, 550 tecnici sanitari, 837 altri operatori sanitari e 1074 operatori con profilo non sanitario, a cui si aggiungono 436 medici di base.

Anche gli operatori che non sono in prima linea sono stati colpiti: tecnici sempre di profilo sanitario oppure addetti che lavorano negli ospedali. Spesso nell’ombra, eppure fondamentali nell’enorme e complessa macchina della sanità bergamasca. In quei giorni non si sono risparmiati e hanno continuato a lavorare per rispondere all’emergenza. È il caso di Diego Bianco, l’operatore del 118 che ha perso la vita nella notte del 13 marzo. La sua morte ha contribuito a far aprire gli occhi a molte persone che fino a quel momento avevano sottovalutato la pericolosità del coronavirus.

I dati diffusi dalla Regione dopo l’interrogazione presentata da Carretta contribuiscono a fare luce sull’impatto dell’epidemia in Bergamasca. Una richiesta di trasparenza che continuerà. «In commissione sanità – commenta Niccolò Carretta - ho chiesto la massima trasparenza su tutti i dati delle Rsa messe in forte difficoltà dalla delibera regionale di marzo. Noi consiglieri di opposizione continueremo a lavorare per provare a mettere luce su ciò che non ha funzionato».

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