Covid e scuole, le linee guida di Ats
Raffreddore o mal di gola: studenti a casa

Le procedure d’emergenza per gli istituti scolastici e gli indirizzi per evitare i contagi.

Una dozzina di pagine per declinare anche in chiave locale il caleidoscopio di indicazioni su una sfida fondamentale, cioè la ripartenza delle scuole in presenza. Stampato e ricco di sottolineature, sulle scrivanie dei presidi ora c’è anche il «Documento di indirizzo a supporto degli istituti scolastici della provincia di Bergamo per l’avvio dell’anno scolastico 2020/2021» elaborato dal Dipartimento di Igiene e Prevenzione sanitaria dell’Ats di Bergamo, «sempre passibile di ulteriori aggiornamenti in relazione a nuove disposizioni ministeriali e regionali, legate all’evoluzione della situazione epidemiologica e alle conseguenti misure di contenimento da adottare».

Ogni dettaglio a scuola va rivoluzionato. Per esempio occorre aggiornare i piani di emergenza ed evacuazione, anche alla luce dei nuovi banchi a rotelle, i quali «non permettono uno spazio sufficiente per ripararvisi sotto in caso di sisma», scrive l’Ats: è perciò «necessario rivedere la procedura di emergenza correggendola con nuove indicazioni da comunicare a tutti e sperimentare adeguatamente con esercitazioni, già all’inizio dell’anno scolastico».

Deve poi essere sempre presente «almeno un addetto al primo soccorso e un addetto all’antincendio» che abbia a disposizione delle mascherine Ffp2, quelle con maggiore potere filtrante. Nota specifica anche per «i docenti che si muovono insieme in auto»: devono «mantenere il corretto distanziamento (1 davanti e 1 o 2 dietro, lontani, con mascherine, senza riciclo d’aria)».

Il tema più complesso, inevitabilmente, è la gestione dei potenziali contagi. Con una considerazione in primis che rimanda a una delibera della Regione del 5 agosto, secondo cui la definizione di «contatto stretto» si applica anche alle persone che si sono trovate «in ambiente chiuso (aula) con un caso Covid-19 in assenza di dpi idonei e usati correttamente». In sostanza, la mascherina va sempre indossata: viceversa, qualora si riscontri un positivo in aula, in isolamento fiduciario ci potrebbero finire tutti quelli che anche solo per pochi minuti non hanno indossato la mascherina. Contatto stretto, inoltre, è anche «una persona che ha viaggiato su qualsiasi mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso Covid-19».

L’alunno con «sintomi sospetti», e cioè «temperatura superiore ai 37,5 gradi, tosse, cefalea, problemi gastrointestinali (nausea, vomito, diarrea), mal di gola, dispnea, mialgie, rinorrea/congestione nasale» deve essere «separato immediatamente dalla classe», e con le precauzioni del caso viene fatto rientrare a casa (Ats ha diffuso il fac-simile della scheda di allontanamento); se lo studente accusa questi sintomi al di fuori della scuola, «deve restare a casa». Nel concreto, quindi, col naso che cola non si va a scuola. E il rientro? Chi è stato positivo al virus o un «contatto di caso» rientra dopo la certificazione di fine isolamento dell’Ats; chi è affetto «da malattia infettiva diversa da Covid», invece, deve presentare «il certificato medico di guarigione rilasciato dal proprio medico o pediatra, attestante la riammissione in comunità».

Sul fronte delle mense, posto che «a oggi non vi sono evidenze di trasmissione del Sars-CoV-2 attraverso il consumo di alimenti», l’Ats indica una serie di criteri dettagliati da seguire per garantire il servizio; la «lunch box» in aula sul proprio banco, cioè le vaschette monoporzione separate lavabili e riutilizzabili, vanno invece considerate «come ultima alternativa»

© RIPRODUZIONE RISERVATA