Dal rischio ictus alle modifiche del Dna. Le risposte alle false notizie sui vaccini

La disinformazione corre veloce: voci incontrollate e autentiche bufale innescano incertezze e paure che possono favorire la diffusione del virus. Ma per ogni dubbio esistono spiegazioni degli esperti.

«Sono rientrata in Neurologia, siamo pieni di trombosi cerebrali, ictus e sindrome di Guillan-Barrè in ragazzi a distanza di uno, due o addirittura lo stesso giorno della vaccinazione». Le bufale, quelle costruite bene. Questo è solo l’ultimo dei messaggi - fabbricati ad arte - che rimbalzano sui social e sui telefonini dei bergamaschi: chi l’ha scritto ha attribuito la falsa rivelazione ad una fantomatica «infermiera dell’ospedale di Seriate» impegnata a svelare quel che i medici - è la tesi dei bufalari - vorrebbero tener segreto.

«Peccato che noi non abbiamo alcun giovane paziente ricoverato in Neurologia dopo essere stato vaccinato - smentisce senza indugi Enrico Bombana, infettivologo dell’Asst Bergamo Est -. È una notizia inventata di sana pianta per far leva sui timori delle persone». Ed è solo una delle tante fake news che alimentano le teorie no-vax. Ecco quali sono le principali bufale sulla campagna di vaccinazione, smontate una per una da autorità ed esperti.

LE FAKE NEWS PIÙ DIFFUSE

«I vaccini contro il Covid non sono sicuri: la sperimentazione è stata fatta in fretta, hanno saltato parecchie fasi».

FALSO Come ribadisce l’Aifa, gli studi che hanno portato alla messa a punto dei vaccini Covid-19 non hanno saltato alcuna fase di verifica dell’efficacia e della sicurezza previste per lo sviluppo di un vaccino. La rapida messa a punto e approvazione si deve alle nuove tecnologie, alle ingenti risorse messe a disposizione in tempi rapidissimi e a un nuovo processo di valutazione da parte delle agenzie regolatorie che - per accelerare - hanno valutato i risultati man mano che questi venivano prodotti dalle aziende farmaceutiche e non - come si faceva in precedenza - solo a chiusura degli studi.

«Però i vaccini contro il Covid sono stati sperimentati su pochi volontari, non c’è da fidarsi».

FALSO Gli studi di sperimentazione dei vaccini anti Covid hanno coinvolto un numero estremamente elevato di volontari, «circa dieci volte superiore a quello di studi analoghi per lo sviluppo di altri vaccini» ricorda Aifa. Pfizer è stato testato su 44 mila persone, Moderna su 30.420, Astrazeneca su oltre 12 mila e Johnson & Johnson su più di 43 mila individui in tutto il mondo.

«Chi si vaccina con i composti a mRna rischia una modifica del codice genetico».

FALSO Questa voce incontrollata è una delle bufale della prima ora. Come chiarisce l’Istituto superiore di sanità (Iss), oltre a non avere le istruzioni per modificare il Dna, l’Rna messaggero non entra mai nel nucleo della cellula, che è la parte che contiene il genoma, e non può quindi alterarlo in nessun modo. Inoltre l’Rna messaggero si degrada dopo pochi giorni dalla vaccinazione, una volta eseguito il suo compito, che è unicamente quello di trasportare le «istruzioni» per far produrre all’organismo la proteina spike contro la quale attivare il nostro sistema immunitario.

«I vaccini contro il Covid-19 finora si sono dimostrati poco efficaci».

FALSO L’Iss a inizio luglio ha fatto sapere che, in base all’età, l’efficacia dei vaccini nel prevenire i decessi e il ricovero in terapia intensiva è stimata fra il 97 e il 100%, nell’evitare i ricoveri ordinari fra il 91 e il 97%. Per quanto riguarda la capacità di prevenire l’infezione, secondo l’Iss il ciclo completo di vaccinazioni ha un’efficacia tra il 79,8% e l’81,5%, a seconda della fascia d’età. Di più: sempre l’Iss ha fatto sapere che in Italia, dallo scorso febbraio, quasi 99 deceduti per Covid su 100 non avevano terminato il ciclo vaccinale. E guardando oltre Manica, rappresentanti del Public health England (l’Agenzia del governo inglese) hanno fatto sapere che, fino ad ora, la campagna di vaccinazione ha evitato 22 milioni di casi e 60 mila morti.

«Che sia inutile vaccinarsi lo dimostra il fatto che ci si contagia anche dopo due dosi».

FALSO «Questa è una mezza verità - assicura Enrico Bombana, infettivologo dell’Asst Bergamo Est -. È vero che c’è la possibilità di contrarre il virus anche da vaccinati, ma l’utilità assoluta del vaccino sta nel prevenire la malattia, la malattia grave e pure la morte. Cose che riesce a fare benissimo».

«Molte persone non hanno avuto febbre dopo l’iniezione. Segno che il vaccino non funziona».

FALSO «Altra bufala bella e buona - assicura Bombana -. La febbre è una reazione riportata in una percentuale molto bassa di vaccinati, non averla non significa assolutamente che il sistema immunitario non è stato stimolato».

«Non val la pena vaccinare bambini e ragazzi. Loro non rischiano nulla con il Covid».

FALSO Risponde ancora Enrico Bombana: «È vero che in pochissimi rischiano di contrarre il virus in maniera grave, ma pochissimi non sono zero. Non solo. Ci sono bambini con alcune patologie che li espongono a maggiore rischio di ammalarsi, e vanno tutelati grazie alla vaccinazione di amici e compagni. E, ancora, non vaccinando i giovani - la popolazione fra cui il virus circola maggiormente - si apre la strada a nuove mutazioni».

Tra le obiezioni ancora in voga tra gli scettici: «Ma i vaccini non sono stati testati sui ragazzi, quindi non sono sicuri».

FALSO Entrambi i vaccini approvati per i ragazzi fino ai 12 anni sono stati testati con sperimentazioni specifiche sulle fasce più giovani: Pfizer (inizialmente approvato dai 16 anni in su) ha condotti gli studi su 2.260 ragazzi fra i 12 e i 15 anni, Moderna (originariamente riservato ai maggiorenni) su circa tremila giovani fra i 12 e i 17 anni.

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