Dall’Australia al Polo Sud
«misura» le particelle cosmiche

Villa di Serio, Stefania Peracchi, ingegnere nucleare di 29 anni, sta sviluppando un rilevatore portatile per registrare l’esposizione a radiazioni degli astronauti. In finale con scienziati di tutto il mondo.

In tre minuti ha spiegato in modo coinvolgente, chiaro ed efficace il contenuto della propria tesi di dottorato di ricerca sulle radiazioni spaziali da cui gli astronauti che andranno su Luna e Marte devono proteggersi. Così Stefania Peracchi, 29enne di Villa di Serio, ha vinto il concorso Uow 3 Mt (Three minutes Thesis) dell’Università di Wollongong, dove sta svolgendo il dottorato di ricerca nella facoltà di ingegneria al Centro per la radiazione medica (Cmrp). La ricercatrice parteciperà così alle finali in cui si confronterà con i vincitori provenienti da Australia, Nuova Zelanda, Oceania, Nord-Est Asia e Sud-Est Asia. «A luglio 2017 mi è stato offerta la possibilità di seguire un dottorato di ricerca in Australia – spiega –, al Centre for Medical Radiation Physics, (Facoltà di Ingegneria e Scienze dell’Informazione) a Wollongong, città universitaria a Sud di Sydney. Fatti i bagagli mi sono trasferita da Parigi, dove già lavoravo presso l’Istituto di Radioprotezione e Sicurezza Nucleare. In Australia ho iniziato il mio progetto riguardante lo sviluppo di un rilevatore portatile che monitori l’esposizione a radiazioni degli astronauti nello spazio».

Pervadono l’universo

«Le radiazioni cosmiche – spiega la studiosa – sono particelle che pervadono l’universo fin dalla sua origine. Le particelle ad alta energia possono attraversare le navicelle spaziali e raggiungere il corpo di un astronauta, causando la rottura delle catene di Dna. Questo ha effetti cancerogeni su tessuti e organi umani. Un astronauta quindi può sviluppare un cancro con probabilità più elevate di qualsiasi altro uomo sulla terra. Per esempio, se consideriamo una missione di tre anni su Marte, il livello totale di radiazioni è 1.000 volte più elevato che sulla superficie terrestre. E se un’esplosione solare accade mentre gli astronauti sono in viaggio verso Marte, il 50% dei loro può morire a causa dell’elevato livello di radiazioni istantanee».

Quantità e qualità

Stefania sta sviluppando un rilevatore che indica non solo la quantità di dose, ma può anche identificare il tipo di particelle pericolose e la loro energia che colpiscono il corpo. Il progetto viene realizzato attraverso diversi metodologie: simulazioni al computer, esperimenti in strutture di ricerca internazionali come Nirs/Himac (Giappone), Cerf/Cern (Svizzera), Psi (Svizzera). «Infine – conclude Peracchi –, vista l’impossibilità di testare il rivelatore nello spazio, intraprendo voli al Polo Sud a bordo di un aereo speciale, per raggiungere il polo magnetico dove il livello di radiazioni provenienti dallo spazio è più elevato a causa di una particolare forma del campo magnetico terrestre. A bordo di questi voli, effettuo misurazioni che rilevano le particelle provenienti dall’esplosione di supernove e sono in grado di affermare l’efficacia delle prestazioni del rivelatore. I risultati positivi sono stati ottenuti e pubblicati durante il dottorato, dandomi la possibilità di partecipare a conferenze internazionali per presentarli».

Peracchi è una dei tanti giovani capaci e motivati che, formati nelle scuole e università italiane, approfondiscono i propri studi all’estero. La giovane ha frequentato il liceo Amaldi ad Alzano e al Politecnico di Milano ha conseguito la laurea triennale in Ingegneria fisica e quella magistrale in Ingegneria nucleare a pieni voti, dopo essersi trasferita a Parigi per portare a termine la tesi sullo studio di rivelatori di radiazioni cosmiche per monitorare la salute di equipaggio e passeggeri in volo.

Se Stefania sta ottenendo già grandi soddisfazioni, non da meno è il fratello Federico, 24 anni: in tempo di pandemia ha conseguito una laurea magistrale in ingegneria meccanica e sta già lavorando in un’industria bergamasca. Orgoglioso dei figli il babbo Enrico Peracchi, parrucchiere ad Alzano: «Ho cercato di trasmettere ai miei figli l’importanza dello studio. Ho sempre detto loro che chi ha cultura riesce a raggiungere traguardi significativi».

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