Didattica a distanza: «Troppe ore al pc?
Gli occhi dei ragazzi sono da proteggere»

L’oculista Ferdinando Salvetti spiega i rischi di un eccessivo utilizzo: dal mal di testa all’insonnia. «Davanti allo schermo con lenti che filtrano la luce blu».

Passano ore e ore di fronte a uno schermo: quello del pc per studiare in Didattica a distanza, ma anche quello del cellulare per sentirsi più vicini agli amici che non si possono vedere dal vivo. Tutti i ragazzi oggi sono sottoposti a un’esposizione maggiore alle luci che provengono dagli schermi e che, se non si adottano le dovute precauzioni, possono creare loro diversi problemi.

La prevenzione è importante, oggi più che mai. «Oggi già i pediatri fanno un ottimo lavoro – spiega l’oculista Ferdinando Salvetti – perché sanno che entro i tre, massimo quattro anni, è bene fare ai bambini una visita oculistica per poter avere una diagnosi precoce di difetto visivo. La tempestività nella diagnosi pediatrica è fondamentale anche alla luce del nuovo utilizzo che si fa della tecnologia: per usare questi pc bisogna avere buona capacità visiva e usare gli occhi insieme. L’occhiale può aiutare la vista a maturare: è importante avere un occhio con una buona visione sin dai primi anni di vita». Per quanto riguarda la tecnologia, è tutto un problema di luce. «La luce incriminata è quella blu – continua –, perché tutti i monitor emettono una luce blu, diversa da quella del tubo catodico, una luce led che ha lunghezza d’onda da 380 e 500 nanometri, ma che è dannosa tra i 390 e i 455 nanometri, perché crea rossore, irritazione, e inopia (cioè un senso di stanchezza visiva). Utilizzando i dispositivi si crea un meccanismo per cui il cervello viene ingannato: la lunghezza d’onda è simile a quella del sole, i nostri occhi vengono invasi dalla luce e il nostro cervello è convinto che sia sempre mezzogiorno. Quando termina l’esposizione a questa luce, l’occhio deve tornare al suo ritmo, ma dopo un lungo periodo di esposizione alla luce il neuroadattamento è più difficoltoso».

Un meccanismo che ha conseguenze anche sul sonno. «Questo meccanismo dà insonnia – spiega Salvetti –, riducendo la produzione di melatonina. Per questo si hanno più difficoltà ad addormentarsi. È buona cosa quindi evitare di esporsi a questo tipo di luci prima di dormire, almeno per quarantacinque minuti prima di dormire, anche perché questo bombardamento di stimolazioni ai nostri occhi può anche causare mal di testa. Ormai non possiamo fare a meno della tecnologia, ma quantomeno possiamo educarci a proteggerci». Come? «Utilizzando occhiali che filtrano la luce di questa lunghezza d’onda – sottolinea –: si tratta di occhiali con lenti che attraverso un filtro proteggono l’occhio da questa situazione. Chi non ha bisogno di occhiali può aiutarsi schermandosi con un buon occhiale che preveda lenti con questo tipo di schermatura. Un’altra cosa che si può fare è quella di impostare lo schermo in modalità notturna, c’è sempre la possibilità di adattare la luminosità degli schermi ed essere più protetti. Un’altra cosa importante: all’aperto noi crediamo di non ricevere luce blu, ma con i problemi all’ozono ci piovono addosso anche questi raggi, quindi dobbiamo cercare di proteggerci sempre».

Per la salute dell’occhio è fondamentale anche una corretta alimentazione. «I ragazzi devono fare la colazione al mattino – dice Salvetti –. La sera spesso si va a letto troppo tardi, ma il cervello e le sue cellule nervose si sviluppano nel sonno. Bisogna evitare di finire in ipoglicemia, di non dare abbastanza zucchero al cervello. È centrale anche l’assunzione di quantità sufficienti di vitamina C attraverso frutta e verdura di stagione: è anche così che si combatte la secchezza dell’occhio, che deriva dal fatto che qualcuno che si trova davanti a uno schermo sbatte le palpebre molto meno rispetto a qualcuno che non si trova davanti a un pc». Ci sono anche altri «trucchi» da mettere in pratica per difendere la salute dell’occhio: «È importante anche che l’ambiente di lavoro sia organizzato in uno spazio molto ben illuminato, perché una buona luce taglia la quantità di luce blu. Anche la distanza dai dispositivi è fondamentale: i bambini stanno spesso troppo vicini agli schermi, ma una giusta distanza è necessaria per far sì che i meccanismi di difesa siano attivi e la quantità di luce sia meno forte». Rispetto al tempo di esposizione non ci sono indicazioni scientifiche precise, «ma è buona cosa – spiega – guardare periodicamente verso l’infinito, staccare gli occhi dallo schermo anche solo per qualche minuto e poi riprendere la propria attività. Non sempre è qualcosa di attuabile, soprattutto quando si è coinvolti in situazioni di lavoro impegnative». Perché la tecnologia nasce per aiutare a crescere, «ma noi dobbiamo trattarla come alleata e non farci fare del male – conclude Salvetti –. Il primo medico di sé stesso è il paziente, tutti noi dobbiamo conoscerci per evitare di avere delle conseguenze serie a causa dell’utilizzo della tecnologia».

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