Fiato corto e dolori muscolari
«I postumi Covid restano molto»

Caterina Conti, pneumologa al Papa Giovanni: «Anche senza danni polmonari, tanti pazienti accusano disturbi dovuti alla sindrome post-virale».

«La frase che dicono tutti è sempre la stessa, per la stragrande maggioranza delle persone che hanno avuto il Covid e sono poi guarite dall’infezione: “Non sono più quello di prima”, dicono. È vero che la maggior parte dei pazienti che abbiamo visto nei follow up dal punto di vista degli esami radiologici risultavano senza danni polmonari, ma è altrettanto vero che tanti di loro nei controlli, anche dopo mesi, lamentavano stanchezza, affaticamento, dolori muscolari». Dall’infezione da Sars-Cov2 si esce in molti casi piuttosto lentamente, rimarca Caterina Conti, pneumologa all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, sin dalla terribile stagione della prima ondata che ha travolto la terra bergamasca in prima linea nella lotta al Covid (e Vanity Fair ha dedicato una copertina alla dottoressa, che ha lavorato in precedenza al Centro Nemo di Milano).

«L’esperienza nei controlli sui pazienti che sono stati colpiti dal Covid e curati all’ospedale Papa Giovanni ci indica che i pazienti con esiti radiologici che segnalavano fibrosi o danni pneumologici rientravano nel gruppo di malati che erano stati sottoposti a trattamenti invasivi per gravi forme di insufficienza respiratoria – spiega Caterina Conti – ma un’altissima percentuale di pazienti non ha più mostrato, nei controlli dopo la guarigione, danni di rilievo. Tantissimi, di contro, anche a fronte di esiti diagnostici e radiologici negativi, segnalavano e segnalano, anche a mesi di distanza, mancanza di respiro, una stanchezza intensa e dolori muscolari. “Mi sento come se mi avessero picchiato violentemente”, dicevano e dicono in molti. E quasi tutti rimarcano di non sentirsi più quelli di prima, come se la malattia causata dal virus li avesse profondamente cambiati».

Anche dal punto di vista psicologico. «Soprattutto dal punto di vista psicologico – rimarca la pneumologa del Papa Giovanni – . La stragrande maggioranza presenta disturbi post traumatici, tanti, durante la visita di controllo, scoppiavano a piangere ricordando i momenti del ricovero, e comunque moltissimi presentavano e presentano problemi emotivi. Che lamentano per molto tempo».

Dal punto di vista fisico, continua Caterina Conti, l’affaticamento, il «respiro corto, è in particolare questo che tanti pazienti mettono in evidenza nei controlli, e gli altri disturbi come una tachicardia molto intensa, come se si fosse disallenati anche a camminare, si può ipotizzare siano dovuti a quella che viene definita sindrome post virale, cioè lo strascico alla reazione iperinfiammatoria che scatena il virus quando attacca l’organismo. Vengono evidenziati anche casi di persone con complicanze come la pericardite, con dolori acuti che durano per diverso tempo, associati a fitte o a bruciori al petto. Nonostante, ripeto, gli esami di controllo siano tutti negativi, in particolare i riscontri radiologici. E questo riguarda non solo i pazienti anziani, ma anche i più giovani. Ci vuole tempo, per recuperare dopo questa infezione, vediamo che anche alcuni valori delle spirometrie restano fuori target e poi vanno via via normalizzandosi: l’attacco del virus scatena violente infiammazioni, occorre tempo, perché i disturbi spariscano».

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