Freno alle motoslitte, il Cai lancia l’allerta
Schilpario pensa a un percorso dedicato

A Schilpario, dove un anno fa i carabinieri forestali delle stazioni di Vilminore di Scalve e di Costa Volpino fermarono 10 motoslitte e fecero fioccare le multe, ora il Comune sta valutando di tracciare un percorso dedicato proprio a questi mezzi.

A fioccare, stavolta, sono gli altolà del Cai che in una nota, pur senza mai citare il paese scalvino, fa notare: «Troppi i rischi per la montagna e chi la frequenta: chiediamo con forza ai rappresentanti di istituzioni, enti e forze dell’ordine di vigilare per il pieno rispetto delle leggi, e per la tutela della sicurezza e salute di ogni cittadino, e anche delle nostre amate Orobie». Allarmata «per iniziative di amministrazioni locali che si propongono di regolamentare l’uso delle motoslitte» è l’Unione Bergamasca Cai che ricorda «la fragilità dell’ambiente alpino e della fauna selvatica che in inverno vive uno dei momenti più cruciali per la sopravvivenza».

I fatti. Il 15 gennaio il servizio d’area Lavori pubblici del Comune di Schilpario determina di affidare l’incarico per la redazione della «Valutazione di incidenza relativa all’esercizio di attività con motoslitta su tracciati predefiniti di collegamento tra le località Fondi e Passo dei Campelli», si legge nel testo. In due parole, «valuta, supportato da esperti, dove tracciarlo», sintetizza il sindaco Marco Pizio, interpellato su questo suo passo che sta già facendo molto discutere gli escursionisti.

Tante segnalazioni

Nell’ultimo decennio, il nome della Conca dei Campelli è tornato ciclicamente alla ribalta per via delle segnalazioni di chi – camminatori e scialpinisti – s’imbatte nelle motoslitte. Ora il Comune intende «cercare di normare l’utilizzo della motoslitta in quell’area – spiega il sindaco –, sia in termini di orario di utilizzo, sia in termini numerici di presenza di questi mezzi e anche al tipo di motore, favorendo quelli elettrici. Vorremmo che anche le motoslitte trovino il loro spazio, è una passione e va esercitata in modo corretto, nel pieno rispetto della normativa al fine di evitare un utilizzo indiscriminato. Si organizzerebbe in modo tale che le motoslitte non diano fastidio soprattutto agli utenti che salgono in zona durante il giorno».

Limitare i danni, insomma. Ma il danno, secondo il Club alpino italiano, è il fatto stesso di essere a cavalcioni di una motoslitta in una zona di alta montagna, zona protetta. Lo dice, sottolinea il Cai, «la normativa della Regione Lombardia, “Determinazioni relative alle misure di conservazione per la tutela delle Zps lombarde”» che «prevede espliciti divieti all’uso delle motoslitte». Questo il testo: «È vietato l’utilizzo di motoslitte e battipista al di fuori delle strade, fatti salvi l’utilizzo per ragioni di servizio nelle aree sciabili e in rapporto all’attività dei rifugi».

Ricevuto il parere dello studio professionale di Borno al quale il Comune di Schilpario ha affidato l’incarico, la palla passerà poi al Parco delle Orobie per la valutazione «e al titolare della strada: la Provincia di Bergamo», anticipa il sindaco. «Vogliamo che ci sia la massima vigilanza – chiede il presidente del Cai, Paolo Valoti – perché venga rispettata la legge: se non ci sono percorsi autorizzati, vige il divieto del transito delle motoslitte. I mezzi motorizzati pesanti possono innescare il pericolo di valanghe, un pericolo che ricade sui frequentatori della montagna. Non si dia spazio ad aprire ulteriori percorsi per scopi esclusivamente ludici o turistici». Concetto su cui insiste l’Unione Bergamasca delle sezioni e sottosezioni Cai: «Non si tiene in un alcun conto l’incolumità, la sicurezza e il rispetto degli scialpinisti, fondisti ed escursionisti con o senza ciaspole, ma anche di tutti i turisti e le famiglie a piedi che ricercano uno scorcio di silenzio e bellezze all’interno del Parco delle Orobie Bergamasche nel periodo invernale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA