Funghi, stagione difficile senza piogge. E la grandine ha rovinato le fioriture

I temporali di giugno e luglio hanno eroso il terreno, ma non hanno fatto andare l’acqua in profondità. Condizioni poco ideali anche per i cercatori nei boschi. Porcini solo a macchia di leopardo per un periodo limitato.

La carenza di precipitazioni di queste settimane sta cominciando a mostrare i primi effetti anche sulla vegetazione. Sono infatti ormai diverse le piante, anche alle quote di media montagna, che presentano le fronde già ingiallite. Il fenomeno risulta però più evidente sui versanti con maggiore pendenza, e con esposizione a sud, dove la poca acqua caduta non riesce a ristagnare.

Inoltre le piogge che hanno interessato la parte alta delle valli si sono manifestate quasi sempre in forma temporalesca limitando, di conseguenza, il percolamento negli strati più profondi. Di contro è risultata invece marcata l’erosione degli strati superficiali del terreno con naturali ripercussioni anche per quanto riguarda il sottobosco.

La conferma arriva anche da Pierino Bigoni, del gruppo micologico Bresadola di Villa d’Ogna. «È una stagione strana, “iniziata” tardi rispetto al solito visto che la maggior parte delle fioriture ci sono state tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. Oltre alla carenza di precipitazioni un ulteriore elemento che ha amplificato questa anomalia è sicuramente da imputare alle grandinate che hanno colpito molte latifoglie e aghifoglie durante il periodo tardo primaverile rovinandone, in buona parte, le fioriture . Maggiociondoli e abeti rossi, volendo citare un paio di esempi, lo scorso anno ci avevano regalato quelle bellissime fioriture pendenti di colore giallo nonché una grossa concentrazione di pollini nell’aria. Quest’estate - continua Bigoni - le condizioni sono decisamente diverse e le ripercussioni, anche a livello micologico, sono state evidenti visto che la maggior parte delle specie si sviluppano in simbiosi con la pianta stessa. Il venir meno delle condizioni ideali per la loro formazione ne ha limitato la presenza nei boschi durante l’estate . Per quanto riguarda i porcini, per citare la specie più conosciuta, in alta Val Seriana sono comparsi a macchia di leopardo e per un limitato periodo temporale».

«Non mancano invece le specie saprofite, cioè quelle in grado di decomporre le sostanze organiche che si trovano nei pascoli, o ai limiti del bosco – continua Bigoni –. Questi funghi riescono poi a fruttificare grazie allo sbalzo termico tra il giorno e la notte».

Bigoni, in vista dei futuri appuntamenti del gruppo Bresadola, auspica infine un cambiamento delle condizioni meteo, magari con l’arrivo delle piogge. «Il prossimo sabato saremo in Val Sanguigno, sopra Valgoglio, per un’escursione micologica mentre dal 24, e per tre giorni, alla fiera zootecnica di Clusone. Il 9 e 10 ottobre faremo infine tappa a Serina, per la ventesima giornata nazionale della micologia». Nel bollettino emerso da Arpa Lombardia non sono previste precipitazioni nell’immediato. Da metà settimana, tuttavia, si dovrebbe verificare un graduale aumento della nuvolosità con conseguenti precipitazioni soprattutto sui settori alpini e prealpini.

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