Gallera: «Ci sarà una terza ondata»
E il governo frena le Regioni

Lombardia, l’allarme dell’assessore al Welfare, che supera indenne la mozione 5 Stelle. Prosegue il confronto sul Dpcm. Fontana: «Interventi di ampio respiro»

«Probabilmente avremo una terza ondata, questa arriverà a gennaio». La lunga giornata di Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare, comincia con questa dichiarazione in aula, in risposta a un’interrogazione delle opposizioni, scatenate sul caso Covid e la gestione dell’assessorato. «Come si sta organizzando, la Regione, per fronteggiarla?» si domanda Niccolò Carretta, di «Azione!» e firmatario dell’interrogazione che punta l’indice su «una Regione che sembra procedere con inspiegabile lentezza organizzativa e decisionale».

Il secondo round si gioca nel pomeriggio, quando arriva la mozione pentastellata che punta genericamente alla «ridefinizione dell’assetto dell’assessorato al Welfare» ma nello specifico sull’assessore. Non indenne da critiche della sua stessa maggioranza nelle scorse settimane, va detto, e per questo sempre in odore di rimpasto. Gallera prova a tendere la mano: «Se i risultati della pandemia purtroppo non sono all’altezza degli sforzi compiuti, insieme proviamo a mettere in campo quel senso di collaborazione istituzionale, per dare un messaggio».

Le opposizioni vogliono però far emergere i mal di pancia (nemmeno tanto) latenti nel centrodestra e chiedono il voto segreto, sperando in qualche franco tiratore. Ma va male, malissimo: 31 voti a favore e 47 contrari, in pratica tutta la maggioranza. «Ringrazio di cuore il presidente Attilio Fontana e i consiglieri di maggioranza per la grande prova di determinazione e compattezza» commenta Gallera.

«È davvero incomprensibile come il centrodestra lombardo continui, dopo mesi di fallimenti e mancanze, a dirsi convinto di aver fatto tutto bene durante questa emergenza sanitaria. Trovo imbarazzante questo comportamento» taglia corto Carretta. «Gestione disastrosa e nessuna volontà di cambiare. A pagare tanto sono i lombardi» gli fanno eco i Cinque Stelle. «Qui non si tratta di accusare una singola persona: ha fallito tutto un sistema di offerta socio sanitaria. Lo stesso che le politiche del centrodestra hanno smantellato per anni e che oggi rifiutano di provare a migliorare». Dal Pd, il capogruppo Fabio Pizzul rileva come «per l’ennesima volta Lega e alleati si autoassolvono, nonostante errori evidenti. Non fa bene ai cittadini una giunta regionale che nega la realtà».

«Non inseguiamo il virus»

Nel frattempo andava in scena il confronto tra Governo e Regioni sul nuovo Dpcm: «L’Esecutivo ha dichiarato la volontà di mantenere, per il prossimo mese, una serie di misure abbastanza rigorose» commenta il governatore Attilio Fontana. «Per esempio, il divieto di trasferimento tra le regioni, particolari attenzioni per le feste a Natale e Capodanno, e limitazioni, o addirittura divieti, sugli impianti sciistici. Quest’ultimo è un tema da considerare nell’ambito di un’intesa di carattere europeo». Dalla Lombardia «ho avanzato la proposta di svolgere una serie di interventi di più ampio respiro. Ovvero, non essere noi a inseguire il virus, ma fare in modo che la nostra programmazione preceda lo sviluppo del virus stesso. Una serie di interventi che consentano di mantenere in vita le attività economiche e garantiscano la sanità pubblica».

«Noi proponiamo un divieto di mobilità temporaneo anche per le aree gialle» commenta il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia. Che replica a distanza a Gallera: «La terza ondata la evitiamo se dicembre diventa il mese nel quale pieghiamo definitivamente e azzeriamo questi dati dei contagi che sono drammatici». Per questo il governo intende mantenere «limiti di orario senza deroghe» (ovvero il coprifuoco 22-5) e la «limitazione di movimento tra regioni». Ma nella stessa maggioranza c’è chi preme per favorire i ricongiungimenti familiari e chi per un ritorno in classe dei licei dal 14 dicembre almeno nelle zone gialle. Le prossime 24 ore saranno parecchio calde.

© RIPRODUZIONE RISERVATA