Giulia Gabrieli, il 7 aprile al via
il processo di beatificazione

La 14enne bergamasca morta nell’agosto del 2011 per un sarcoma. Al Santuario il vescovo Beschi darà inizio alla fase diocesana. Saranno raccolti documenti e testimonianze di chi l’ha conosciuta.

Domenica 3 marzo sarebbe stato il ventiduesimo compleanno di Giulia Gabrieli. In quel giorno, parenti e amici si sono ritrovati nel Santuario della Madonna dei campi a Stezzano, luogo molto caro a Giulia, per celebrare insieme l’eucarestia.

Il Vangelo quel giorno ci riconsegnava il celebre monito sapienziale per cui ogni albero si riconosce dai suoi frutti: «Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene» (cf. Lc 6, 39-45).

Mi è sembrata un’immagine preziosa per quanto stiamo vivendo: l’albero della Chiesa, nella sua millenaria storia, con i suoi grossi rami e la sua corteccia un po’ nodosa – ma con la linfa sempre fresca che vi scorre all’interno – continua a portare frutti buoni. Questi sono i santi: uomini e donne che nella loro storia si sono lasciati affascinare dal Vangelo, hanno incontrato il Signore dando luogo nella loro vita al capolavoro mirabile della libertà e della Grazia. Di questi frutti ce ne sono tanti, più di quanto siamo disposti a riconoscere, nelle pieghe discrete e quotidiane delle nostra storia. Ce ne sono alcuni, tuttavia, che la Chiesa quasi sente l’esigenza di mostrare con maggior forza, come l’albero che mostra, fiero, i frutti più belli.

Giulia è uno di questi: già qualche mese fa il vescovo Francesco Beschi, raccogliendo la testimonianza di una diffusa fama di santità nata durante e dopo la vita di Giulia, aveva indicato la possibilità di avviare la causa di beatificazione. Dopo i primi passi per verificarne la fattibilità, domenica 7 aprile la Chiesa di Bergamo darà inizio ufficiale alla fase diocesana del processo di beatificazione: alle 20,30 nel Santuario di Stezzano, il vescovo Francesco presiederà un momento di preghiera all’interno del quale verranno letti il nulla osta concesso dalla Santa Sede e le nomine dei componenti del Tribunale diocesano e di coloro che si occuperanno della causa con i rispettivi giuramenti. Da questo momento inizia la prima fase del processo, che si svolge a livello diocesano, in cui viene raccolta tutta la documentazione e vengono ascoltate le varie testimonianze delle persone che l’hanno conosciuta. Al termine della fase diocesana tutto il materiale raccolto verrà inviato a Roma, presso la Congregazione delle Cause dei Santi, per essere a sua volta analizzato dalle persone incaricate.

Il lavoro che ci sta davanti è lungo e chiede di essere svolto con accuratezza e precisione. Non vuole essere una mera complicazione burocratica che toglie freschezza alla testimonianza della santità, ma è il modo concreto scelto dalla Chiesa per garantire l’autenticità della testimonianza, facendo in modo sia che non vada persa, sia che possa essere poi goduta con tutta la profondità e la verità che merita.
Don Mattia Tomasoni, vice postulatore

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