Il farmaco per i cavalli contro il Covid? Chiesto anche da 2 medici, ma è veleno

Almeno 6 i casi di chi ha contattato le farmacie della provincia per avere un preparato a base di ivermectina. Marinoni e De Amici: rappresenta un illecito, c’è il rischio di avvelenamento.

Sono almeno 6 i casi noti in Bergamasca di medici o di semplici cittadini che hanno contattato le farmacie della nostra provincia chiedendo la disponibilità di preparare un farmaco a base di ivermectina per sé o per i loro pazienti per la cura del Covid-19. Il medicinale, utilizzato in Italia e in Europa principalmente come antiparassitario sugli animali di grossa taglia, non può in alcun modo essere somministrato all’uomo come terapia domiciliare per i sintomi da coronavirus, come ha ricordato nei giorni scorsi anche la Food and Drugs Administration (Fda), l’ente di controllo sanitario americano. La Fda ha persino promosso una campagna social via Twitter con lo slogan «Non siete cavalli. Non siete mucche. Seriamente, a tutti: smettetela», dopo il preoccupante ritorno d’attualità della propaganda dei sostenitori anti vaccino sull’efficacia di questo farmaco.

L’allarme in provincia di Bergamo arriva dal presidente dell’Ordine dei farmacisti, Ernesto De Amici, che di recente ha ricevuto un paio di richieste, una telefonica da parte di un medico e un’altra di un paziente che si è presentato con una prescrizione di un dottore che opera fuori dalla nostra provincia. In entrambi i casi, si chiedeva la preparazione di un composto da somministrare come terapia contro il Covid: «Mi hanno contattato due persone, di cui un medico della Bassa Bergamasca – racconta De Amici – chiedendomi quel farmaco e assicurandomi che si sarebbero presi ogni eventuale responsabilità in merito. Il punto è che in Europa quel preparato è autorizzato per sverminare i cavalli ed è possibile prepararlo solo su ricetta veterinaria in triplice copia, previa assicurazione che gli animali ai quali viene somministrato non finiranno nella filiera dell’alimentazione umana».

Un farmaco a uso veterinario

L’ivermectina è infatti un farmaco antielmintico, un antiparassitario usato sugli animali per uccidere o promuovere l’espulsione di vermi parassiti intestinali. Può essere utilizzato anche contro infestazioni da pidocchi del capo, scabbia, oncocercosi, strongiloidosi e filariosi linfatica. Ma, in nessun caso, va utilizzato per il Covid. E invece, c’è chi anche da noi vorrebbe provarci. Alle due richieste ricevute direttamente da De Amici, altre quattro, di cui tre telefoniche e una con la prescrizione di un medico di Appiano Gentile (Co), sono arrivate nelle scorse settimane ad altrettante farmacie della Valle Seriana. «Nessuno dei nostri farmacisti – assicura De Amici – ha naturalmente assecondato queste domande. Non abbiamo certo bisogno di stregoni, purtroppo però sulle chat dei no vax circolano queste dicerie e in rete ormai si può acquistare di tutto. Sarebbe una tragedia se iniziassimo a vedere qualche persona avvelenata per aver ingerito queste sostanze; per questo dobbiamo tenere alta la guardia». Con il diffondersi delle teorie sull’utilizzo del farmaco contro il Covid, negli ultimi mesi negli Stati Uniti sono quintuplicati i casi di avvelenamento da ivermectina. Secondo un recente studio in America c’è stato un aumento dell’uso dell’ivermectina di 28 volte nel mese di agosto, rispetto ai livelli pre-pandemici. Di pari passo sono cresciute le segnalazioni di avvelenamento o di ricoveri per gli effetti collaterali del farmaco.

Ma chi sono i medici e i pazienti che si sono rivolti alle farmacie bergmamasche? Di certo non erano residenti nel circondario: «Io non li conoscono – dice ancora De Amici –; probabilmente sono persone che hanno provato anche con altri farmacisti e che non sono riusciti a farsi preparare il farmaco che chiedono».

L’appello del presidente dell’Ordine è dunque quello di non sottovalutare i rischi e di affidarsi ai protocolli in vigore: «Esiste un sistema di controllo e di quello bisogna aver fiducia – dice –. Io non voglio pensare che esistano medici in malafede, forse quelli che si sono prestati a questa situazione non sono a conoscenza di tutte le prescrizioni, oppure sono stati a loro volta imbrogliati da qualcuno o da qualcosa che hanno letto in internet. La verità è che se in Italia e in Europa di fatto non si trovano in commercio farmaci a base di ivermectina, una ragione ci sarà. E a questo bisognerebbe attenersi».

Un secco «no» a questa pratica arriva anche dal presidente dell’Ordine dei Medici, Guido Marinoni: «Non va assolutamente bene – dice –. L’impiego di questo farmaco non è previsto e non deve essere fatto, perché rappresenta un illecito. Io non ho segnalazioni sulla provincia di Bergamo, ma se arrivassero delle prescrizioni scritte, queste andrebbero senz’altro segnalate all’Ats e all’Ordine. Oltretutto, non c’è alcuna evidenza scientifica che questo farmaco possa servire per curare il Covid». Le due prescrizioni scritte presentate ai farmacisti, fa sapere il presidente De Amici, sono state trattenute dai cittadini. A primavera anche l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) si era espressa in merito, sulla scorta di un’indicazione partita a sua volta dall’Ema, l’agenzia europea, raccomandandosi in maniera esplicita «di non utilizzare ivermectina per la prevenzione o il trattamento di Covid-19, al di fuori dagli studi clinici». Un invito che non tutti, a quanto pare, hanno preso alla lettera.

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