In Lombardia contagi record e 51 morti
Bergamo in aiuto aumenta i posti letto

Anche sabato 24 ottobre si è sfiorata la soglia dei 5.000 nuovi positivi, 57 nella nostra provincia (e 2 decessi) . Più posti all’Asst Bg Est e nella Terapia intensiva del «Papa Giovanni». Ma si devono rimodulare le attività ordinarie.

La soglia dei 5 mila positivi in Lombardia è lì a un passo, sfiorata per il secondo giorno consecutivo (ieri +4.956, erano +4.916 venerdì) e, nonostante il minor numero di tamponi processati (+32.749, il giorno prima +36.963), il rapporto tra test giornalieri e positivi ha raggiunto il 15,1%, nuovo record in questa seconda ondata del Covid (il 13,2% accertato venerdì era il tasso più alto). I dati delle Terapie intensive continuano a impennarsi con altri 29 pazienti (+28 il giorno precedente, 213 ricoverati) e 140 nuovi pazienti in 24 ore nei reparti di degenza ordinari (totale 2.153).

E il dato dei decessi riconducibili al Covid è schizzato dai +7 di venerdì ai +51 di ieri (bisogna risalire al 19 maggio per un numero maggiore: 54 decessi). Numeri esponenziali che non hanno trovato sponda nella Bergamasca, con dati contenuti ma accerchiata dal boom di contagi nelle altre province: 57 casi positivi e 2 vittime del Covid. Ed è sempre Milano a far segnalare la situazione più critica: altri 2.306 casi (di cui 1.010 in città), +625 a Monza e Brianza, +508 a Varese, +309 a Brescia, +303 a Pavia. Bergamo quindi, regge decisamente meglio del resto della Lombardia: all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo ieri i ricoverati erano 55, dei quali 11 in area critica, all’Asst Bergamo Est, 11 pazienti Covid al Bolognini di Seriate, nessuno in Terapia intensiva, l’Asst Bergamo Ovest non ha fornito ieri i numeri dei ricoveri. In Humanitas Gavazzeni a Bergamo i ricoverati ieri erano 5, e tre i pazienti «grigi», cioè sottoposti a tampone e in attesa dell’esito, mentre al Policlinico di Ponte San Pietro (Iob, Istituti ospedalieri del Gruppo San Donato) i pazienti Covid ricoverati ieri erano 18, tre in più di venerdì. E tutti provenienti dall’area milanese. Un segnale, questo, del sostegno che la Bergamasca è chiamata a dare in queste ore alle zone più sofferenti della Lombardia.

Rete di collaborazione

Ieri si è tenuta una conference call tra Regione, Ats e le Asst del territorio: è urgente arrivare a un ampliamento dei posti letto per malati Covid e Terapia intensiva, e quindi, necessariamente, ne deriverà una rimodulazione dell’attività ordinaria ospedaliera. «Con le strutture si sta programmando un ampliamento dei letti da destinare all’area Covid, tutta la rete bergamasca saprà rispondere mentre sull’attività ordinaria si potrà essere più precisi nei prossimi giorni. Ora le situazioni più difficili sono a Milano, Monza e Varese. Dobbiamo fare uno sforzo collettivo», rimarca Massimo Giupponi, direttore generale Ats Bergamo. E l’Asst Bergamo Est fa sapere che dagli attuali 15 posti letto Covid si punta ad arrivare nella prossima settimana fino a 38, per quanto il Bolognini di Seriate, poi a seconda dell’andamento dei contagi, si ricaveranno altri posti, i primi 10 sono previsti a Gazzaniga.

L’attività sanitaria è già in fase di riorganizzazione; da domani ogni paziente già programmato sarà rivalutato e contattato in caso di rinvio, ma restano sempre garantite le urgenze, gli interventi indifferibili e quelli a carattere oncologico urgente. Un progetto è stato già presentato dagli Iob, per i Policlinici di Ponte e di Zingonia: «L’idea è di concentrare i ricoveri Covid solo a Ponte, dove abbiamo maggiori spazi, e dove resterebbe assolutamente separato e tutelato il settore materno-infantile – illustra Francesco Galli, amministratore delegato Iob – , lasciando “Covidfree” Zingonia, come hub per l’emergenza, gli infarti, le urgenze neurologiche. Il nostro obiettivo è arrivare a breve a 40 posti letto Covid disponibili, per puntare fino a un massimo di 150. Questo obbligherà a rimodulare l’attività ordinaria, ma si vedrà nei prossimi giorni».

Meno sedute operatorie

All’ospedale Papa Giovanni, intanto, come spiega Fabio Pezzoli, direttore sanitario, si punta a raddoppiare i posti Covid in Terapia intensiva (da 8 a 16) e subintensiva (da 8 a 16) entro metà settimana, «e abbiamo altri 20 posti letto multidisciplinari Covid nella Torre 5, oltre a quelli in Malattie infettive dove si vuole arrivare da 18 a 24, e in Pneumoologia, da 8 fino al raddoppio. Per ora l’attività ordinaria subirà un taglio nelle sedute di sala operatoria, almeno 5 in meno a settimana, ma non si toccherà l’attività ambulatoriale. E garantiremo tutte le urgenze tempodipendenti, per infarto, stroke, i traumi pediatrici e degli adulti. Oltre all’area oncologica». Bergamo, in sostanza, si attrezza per sostenere «la rete regionale, vista la curva in crescita dei contagi – aggiunge Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni – . Un lavoro fondamentale, con la Regione, nella lotta al Covid. Ma l’impegno è di tutta la provincia: i posti verranno occupati attraverso tre centrali operative regionali per terapie intensive, posti ordinari e subacuti». E intanto, si resiste all’onda d’urto della recrudescenza della pandemia: «Abbiamo assorbito il 25% dei pazienti da fuori provincia, in particolare da Milano, Monza e Brianza e Varese – specifica Marco Rizzi, direttore di Malattie infettive – . Spero si raggiunga un equilibrio tra assorbimento dei pazienti e sostenibilità locale. A Bergamo le cose vanno abbastanza bene, ma se vanno male a Milano e aree limitrofe, anche noi siamo a rischio». E l’obiettivo ora, sottolinea Luca Lorini, direttore dell’Area critica al Papa Giovanni , è «tutelare i più fragili: dagli ultrasessantacinquenni in su. Sapremo resistere anche a questa ondata, siamo attrezzati per aiutare altre zone d’Italia, ma dobbiamo intervenire sulle fasce più deboli».

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