«In Lombardia la quarta ondata rallenta». L’epidemiologo: vaccinare i 50enni e 60enni

L’epidemiologo Carlo la Vecchia: in un mese si è passati dal +100% di nuovi positivi al +9,8%. «Possibile il picco a Ferragosto, poi la tendenza potrebbe interrompersi».

«L’espressione corretta è rallentamento della crescita in Lombardia. La quarta ondata si sta livellando e potrebbe esaurirsi, con l’indice di contagio in calo. I prossimi giorni saranno decisivi per la conferma del trend e si potrebbe raggiungere il picco di contagi entro Ferragosto». L’epidemiologo Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica all’Università Statale di Milano, invita a leggere con attenzione i dati del Covid in Lombardia degli ultimi 30 giorni, con una media giornaliera di 636 positivi nella prima settimana di agosto. «Bisogna ampliare il ragionamento all’ultimo mese – sottolinea –, altrimenti i dati non vengono interpretati in modo corretto».

Il rallentamento della crescita è quindi un dato consolidato?

«I numeri dell’ultimo mese sono significativi: dal 10 al 16 luglio si è registrato un +100% di casi in Lombardia, dal 17 al 23 luglio +60%, dal 24 al 30 luglio +23%, dal 31 luglio in poi +9,8%. Quindi un netto rallentamento della crescita dei casi su base settimanale. Oggi in Lombardia l’indice Rt puntuale di contagiosità, cioè quello settimana su settimana, è intorno a 1.15, superiore all’1 ma quasi dimezzato rispetto al valore di 2 riscontrato intorno al 20 luglio» .

Ci si aspettava in questa fase un andamento diverso della curva epidemica?

«Parlerei di decremento inatteso della curva, visto che nel Regno Unito si sono riscontrate 8 settimane di aumento dei casi. In Italia invece 2-3 settimane di forte aumento e poi un livellamento. Le previsioni sono sempre incerte quando si amplia l’arco temporale, ma se la tendenza è questa la crescita dei casi potrebbe interrompersi. L’alternativa è che sia solo una fase intermedia, con una possibile ripresa dei contagi tra fine agosto e settembre. Una discesa così netta della crescita dei positivi in un mese, dal +100% al +9,8%, non era preventivabile con queste proporzioni».

L’incidenza dei nuovi positivi ogni 100 mila abitanti è un altro parametro da valutare. Trenta giorni fa oscillava in Lombardia intorno al 9 e ora si attesta sul 45. Un valore quintuplicato e anche in Bergamasca, seppur con valori inferiori di incidenza (prima oscillava sul 5, ora sul 30), l’incremento è stato consistente. Come spiegarsi questi numeri?

«I valori dell’incidenza sono sotto controllo. Si è registrato un incremento dei contagi ed è quindi salita l’incidenza. Ma l’intera quarta fase del Covid è sotto controllo perché non si è determinato un sovraccarico sanitario come nelle fasi precedenti».

Merito della campagna vaccinale?

«Assolutamente. Si è registrato un leggero incremento dei ricoveri ordinari nella fase finale di luglio, dati gestibili grazie ai vaccini. I numeri lombardi sono discreti: gli over 70 hanno raggiunto il 90% di copertura con la doppia dose; la fascia 60-69 è immunizzata all’82%; la fascia 50-59 al 73%. Bisogna colmare i vuoti in quelle fasce, perché è lì che si annidano i soggetti che possono ammalarsi anche gravemente e finire in ospedale».

E i giovani?

«I giovani possono contagiare e alimentare il dato dei positivi, ma difficilmente sviluppano malattie gravi. Anche loro vanno vaccinati, perché possono trasmettere il virus ai più anziani, ma mi sembra che stiano rispondendo bene con i numeri: in Lombardia il 43% della fascia 12-18 anni ha ricevuto la prima dose e il 18% anche la seconda. È una questione di coscienza e il green pass aiuterà».

In che senso?

«Il green pass è obbligatorio per insegnanti, personale scolastico e studenti universitari. Non è chiesto invece ai ragazzi che frequentano la scuola dell’obbligo e a chi ha meno di 12 anni non si può somministrare il vaccino. Considerati i numeri lombardi dei vaccinati tra i 12 e i 18 anni, reputo che la vaccinazione in questa età sia più che altro un contributo al raggiungimento dell’immunità di gregge. Vaccinazione e green pass sono due strumenti per riappropriarsi della libertà. Ma se vogliamo tenere vuoti gli ospedali, dobbiamo scovare e vaccinare i 70enni, i 60enni e 50enni che non sono ancora immunizzati».

Quindi queste fasce di età devono avere sempre la precedenza?

«Copriremo tutti con i vaccini, forse anche i bambini, ma se dobbiamo decidere chi vaccinare domani bisogna seguire queste priorità. I vaccinati quasi mai si ammalano gravemente e difficilmente contagiano».

È ipotizzabile un rimbalzo dei contagi in Lombardia a fine mese, con il ritorno dalle vacanze di 2-3 milioni di residenti?

«Bisognerà analizzare l’andamento dell’epidemia in quel periodo. Se, come sembra, la curva dei contagi andrà a scemare, l’impatto del ritorno di tanti lombardi dalle vacanze sarà modesto».

La variante Delta resta la più contagiosa?

«Al momento non si scorgono varianti più contagiose della Delta. In Lombardia questa mutazione del virus è predominante, rintracciata nel 90-95% di nuovi positivi».

Sarebbe opportuna una terza dose di richiamo?

«In Italia per ora ci sono le scorte per gli operatori sanitari. Alcuni Paesi come il Regno Unito e la Francia hanno previsto una terza dose per gli anziani, mentre in Israele è una scelta già operativa. Da noi vedremo cosa accadrà in autunno: tra ottobre e novembre si potrebbe partire con gli operatori sanitari, gli anziani e i fragili, somministrando un vaccino nuovo (e già in preparazione di Pfizer, Moderna e AstraZeneca) che copra tutte le varianti diffuse oggi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA