«In Nozze in villa tutto è finzione
si ride con personaggi un po’ zotici»

Il dramma buffo domenica 22 novembre in serata sulla web tv per Donizetti Opera. Il regista Marranchelli : Donizetti grande maestro. A guidare l’orchestra Montanari: «È una musica molto delicata, raffinata, piena di tranelli».

È fresco come una rosa, anche se ha duecento anni. Questa sera ( domenica 22 novembre, dalle 20 in streaming sulla Donizetti web tv) sul palcoscenico del teatro cittadino si presenta per la prima volta «Le nozze in villa», dramma buffo per il progetto #donizetti200. La collaudata Orchestra Gli Originali sarà guidata da Stefano Montanari. La partitura è stata completata da Elio, Rocco Tanica ed Enrico Melozzi. In scena un gruppo di cantanti esperti del repertorio buffo, Fabio Capitanucci, Omar Montanari, Gaia Petrone, Giorgio Misseri, Manuela Custer, oltre a Claudia Urru e Daniele Lettieri.

Terzo e ultimo debutto «digitale» del sesto Festival Do, «Le nozze in villa» sono un lavoro poco noto, giunto a noi attraverso un’unica partitura superstite, non autografa e incompleta. La parte musicale mancante (il quintetto del II atto «Aura gentil che mormori») è stato commissionato a Elio e Rocco Tanica, in collaborazione con Enrico Melozzi. Gli autori saranno ospiti di Diego Passoni e Cristina Bugatty nell’ultima puntata di «Citofonare Gaetano», format che, dalle 19.30 darà la possibilità agli abbonati alla Donizetti web tv di seguire in compagnia lo streaming dello spettacolo. Una coppia di innamorati (Sabia e Claudio) fanno i conti col padre di lei, don Petronio, che l’ha promessa sposa a Trifoglio, personaggio improbabile e caricaturale. Le scene di Anna Bonomelli, i costumi di Linda Riccardi e le luci di Alessandro Carletti, sono coordinate dal giovane regista Davide Marranchelli, vincitore nel 2019 del bando per una nuova creazione per la Donizetti Night.

«Abbiamo collocato l’azione in una villa - spiega Marranchelli - dove si celebrano le nozze, come il Wedding planning di Real Time tv, una di quelle strutture che si affittano per le cerimonie, specializzate in nozze: un “matrimonificio”, diciamo così, in cui si svolgono sposalizi a ripetizione, come una catena di montaggio: ci sono dei veri e propri set fotografici a disposizione degli sposi per scattare fotografie “posate” e zuccherose fra la cerimonia e il banchetto».

Marranchelli, un intenso tirocinio in Aslico, è regista di prosa per formazione. «Questa rappresentazione in uno spazio in qualche modo teatrale ci ha permesso di giocare al teatro nel teatro: tutto è finzione, anche il prato sintetico che ricopre la platea del Teatro Donizetti dove si svolgerà l’azione. Si vede che è finto, è una messinscena, appunto. Poi ci siamo divertiti a mettere in scena dei personaggi un po’ zotici perché in queste spesso il buon gusto latita. La protagonista dell’opera, Sabina, è appunto una fotografa specializzata in questo genere di servizi per matrimoni. Attualizzare quello che faceva ci ha portato al tema di fondo, simile allora come oggi: quello delle apparenze. Il matrimonio si critica ma è un’istituzione, il non plus ultra delle apparenze, un rito, un business e una grande finzione».

«Mi piace molto affrontare Donizetti - spiega poi Marranchelli - anche un’opera che scrisse a soli 23 anni.È un grande maestro che non nasce genio, ma ha bisogno delle sue prove. Vale per tutti, vale anche per la regia: non basta atteggiarsi a genio per esserlo. Così racconta il suo percorso per arrivare alle grandi opere mature, si è fatto il mestiere con gli anni».

A guidare l’orchestra stasera ci sarà Stefano Montanari, che torna a Bergamo entro una brillante carriera internazionale, specializzata in particolare nel repertorio barocco e settecentesco, seguendo le prassi dell’epoca. «È importante esser qui, il teatro di Bergamo è stato lungimirante. Micheli lo aveva già contemplato da tempo, erano già preparatissimi per andare in streaming e non farsi sorprendere. Bergamo credo che sia l’unico teatro che sta facendo festival in questo momento, i teatri fanno concerti, la maggior parte sono fermi. È l’unico al mondo con tre produzioni contemporanee». Nelle Nozze in villa il direttore e continuista ci vede molto Rossini: «Ma si colgono anche Don Pasquale ed Elisir. È una musica molto delicata, raffinata, piena di inghippi e tranelli». Ovviamente c’è uno sguardo sul lavoro di Elio, Rocco Tanica e Federico Gon: «È tante cose assieme: vena poetica veramente commovente. È scritta bene, una bella orchestrazione. Tutto deve terminare in un grande delirio e l’effetto riesce benissimo: l’idea di arrivare a un momento delirante è chiarissima».

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