In zona rossa, ma «bianchi» da mesi
Zero contagi in 24 paesi bergamaschi

Sono piccoli centri – dai 74 ai 1.800 abitanti – dove da tempo non si contano nuovi casi. Molti in alta valle. Chiesti allentamenti, ma fra i sindaci c’è prudenza: «Come eviteremmo poi l’assalto da fuori?».

La zona rossa qui non ha i numeri. Zero contagi da oltre un mese (qualcuno pure da sei, qualcuno addirittura da un anno...) fra la popolazione. Eppure, in 24 Comuni bergamaschi - quasi tutti piccole località, quasi tutte abbarbicate in montagna e nelle valli, Val Brembana in testa - la stretta è arrivata tale e quale: giù le serrande, scuole off limits, guai a mettere il muso fuori casa se non per lavoro, salute, necessità. Nonostante, di positivi, non ce ne siano appunto da almeno un mese. Una zona rossa che qui brucia più che altrove, dunque, proprio perché - a guardare i soli numeri, sterili finché si vuole ma inconfutabili - non avrebbe titolo di esistere.

«E difatti nei nostri Comuni è decisamente più difficile far capire agli esercenti perché non possono servire un caffè al tavolo, magari all’aperto – dice Jonathan Lobati, presidente della Comunità montana Valle Brembana e sindaco di Lenna –. La crisi economica, che picchia duro anche nella nostra valle soprattutto nel settore del turismo invernale e del terziario, qui è ingiustificata: proprio perché non trova giustificazione nei numeri dei contagi e, di conseguenza, nella stretta imposta. Non a caso abbiamo provato ripetutamente a chiedere a Regione e Governo di approvare misure diversificate per zone, anziché per province: ma il nostro appello non è mai stato recepito». Sono 24 i Comuni che, stando ai report forniti da Ats Bergamo, al 23 marzo non registrano alcun caso di Covid-19 da almeno un mese. Tutte località con popolazione compresa fra i 74 e i 1.800 abitanti: Averara, Aviatico, Bianzano, Blello, Bracca, Brumano, Carona, Cerete, Colere, Fonteno, Foppolo, Fuipiano, Isola di Fondra, Mezzoldo, Oltressenda Alta, Parzanica, Peia, Piazza Brembana, Piazzatorre, Piazzolo, Taleggio, Valnegra, Valtorta e Vigolo.

«Cittadini positivi? Non ne abbiamo più avuto uno – assicura Antonio Regazzoni, sindaco di Valtorta, 260 abitanti –. Gli ultimi contagiati risalgono alla prima ondata, marzo 2020. Questo non ci induce ad abbassare la guardia ma, semplicemente, a far rispettare le restrizioni guidati più che dalla fiscalità dal buon senso, anche in fase di zona rossa: qui se uno di noi va nelle sue baite, sui sentieri, si aggira nei dintorni dell’orto o dei pollai nessuno va a fargli le pulci. Anche perché è impossibile creare assembramenti, con tutto lo spazio che abbiamo. E difatti ci sono famiglie che, dalla città e dalla Bassa, hanno deciso di passare l’ultimo anno qui nella loro seconda casa. Evidentemente stare in zona rossa a Valtorta o in città non è la stessa cosa». “

«In effetti è la rivincita dei piccoli – osserva Stefano Ambrosioni, primo cittadino di Piazza Brembana, poco più di 1.200 abitanti –. Qui spazi e distanze han giocato a nostro favore, sia in termini di sicurezza sia in termini di agio nella vita quotidiana anche durante i periodi di restrizioni. Certo, è una rivincita che sa un po’ di beffa visto che, nonostante i contagi siano bassissimi, siamo finiti comunque in zona rossa. Ma ci rendiamo conto che non siamo che una goccia nel mare, e che nessuno può considerarsi un’isola felice: gente che va e viene ce n’è, nessuno ci garantisce di essere completamente al riparo dal virus».

Un concetto che rimbalza fino alla Val di Scalve. Anche Colere - 1.100 abitanti o poco più - è finito in zona rossa pur non avendo contagi da oltre un mese: «Avremo la neve fino a Pasqua, eppure il turismo invernale è completamente fermo – allarga le braccia il sindaco Gabriele Bettineschi –. C’è un gran malcontento, diciamo pure un’insoddisfazione generalizzata. Ma dall’altro lato, se anche ci concedessero la zona bianca in forza dei contagi zero, che facciamo? Alziamo i muri? Chiudiamo le frontiere? Come evitiamo l’assalto da fuori? L’abbiamo vista la Sardegna che fine ha fatto. Piuttosto, che si dia un’accelerata alle vaccinazioni: Colere è fanalino di coda di tutta la provincia, hanno vaccinato solo pochissimi nostri anziani, che si diano finalmente una mossa». Fra l’elenco dei Comuni finiti nella stretta con zero contagi (zero da sempre, mai avuto un solo caso o un decesso per via del virus) c’è pure Blello. Come vive il Comune più piccolo di tutta la provincia di Bergamo (74 abitanti) la zona rossa? «Bianca o rossa, per noi non fa alcuna differenza – taglia corto il primo cittadino Luigi Mazzucotelli –. Noi non abbiamo bar, ristoranti, negozi, spa che devono abbassare la serranda. Abbiamo giusto il Municipio, la chiesa, il cimitero, dove si può comunque andare. E poi abbiamo grandi prati, boschi. Certo, scoccia un po’ doverci andare con la mascherina, ma tant’è. Quel che conta è che viviamo in un’isola felice, e che sia rossa o bianca manco ce ne accorgiamo».

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