Incidenti pre Atalanta-Dinamo
Daspo e denuncia per 9 croati

La Procura di Milano aprirà un fascicolo per gli incidenti provocati dagli ultrà della Dinamo prima della gara con l’Atalanta. I testimoni: «Noi aggrediti, dov’era la polizia?».

Nove tifosi croati denunciati per possesso di oggetti atti a offendere e colpiti da Daspo, 5 tifosi atalantini feriti più altri quattro croati, secondo la Questura di Milano (una dozzina di feriti, era stato il primo bilancio), un fascicolo sul tavolo della Procura che verrà aperto nelle prossime ore per indagare sul catastrofico prepartita di Atalanta-Dinamo Zagabria a San Siro. Il fascicolo è nelle mani del procuratore di Milano Alberto Nobili, a capo del pool antiterrorismo, che attende di ricevere l’informativa della Digos per formalizzare le ipotesi di reato: presumibilmente lesioni, danneggiamento, apologia del fascismo, con riferimento ai cori e ai saluti romani esibiti dal corteo dei 4 mila e passa ultrà della Dinamo che martedì pomeriggio ha attraversato Milano dall’Arco della Pace al parcheggio di San Siro.

L’aggressione nell’antistadio

Tre dei nove tifosi croati denunciati erano stati fermati in tarda mattinata in A4, alla barriera di Milano, In auto bastoni e fumogeni, lo stesso armamentario trovato in possesso di altri sei tifosi croati sorpresi e fermati al prefiltraggio. Tra i cinque tifosi atalantini feriti ci sono il papà e i due figli di 15 e 21 anni (il maggiore trasportato in codice verde all’ospedale San Carlo) aggrediti in via Don Gnocchi. Ma a prescidere dal bilancio fortunatamente non drammatico degli incidenti, il giorno dopo tra i testimoni della violenza croata ricorre una domanda: «Dov’era la polizia?». Il riferimento è alla comparsa improvvisa di un gruppo di 100-150 persone, cani sciolti che si sarebbero staccati dal corteo scortato dei 4 mila infilandosi nell’antistadio in quel momento affollato di famiglie e tifosi pacifici. «Eravamo al chiosco, davanti al cancello 4 e 5, ho notato con la coda dell’occhio sbucare un gruppo vestito con felpe nere, le stesse che ho visto a Zagabria. Ho capito che erano quelli della Dinamo, incredibilmente liberi di passare in mezzo a noi», spiega Bruno Arsuffi, a San Siro con le figlie di 14 e 16 anni. «Ho preso le ragazze e ci siamo spostati nel parco dietro. Ho visto una persona in barella portato al pronto soccorso dello stadio, è successo di tutto. La polizia è rimasta ferma all’ingresso».

I cani sciolti

L’invasione dei 4 mila croati ha messo alla prova le forze dell’ordine, ma nel mirino sono 20-25 minuti di violenza da parte di un gruppo di «cani sciolti» croati a cavallo delle 19. Le testimonianze (e i filmati) convergono sulle modalità. Il gruppo, che probabilmente si era sfilato dal corteo, arriva nell’antistadio dalla parte dell’ippodromo. Per una manciata di minuti lancia cori all’indirizzo degli atalantini passando accanto ai varchi d’ingresso dei tifosi nerazzurri in tono di sfida. Poi cominciano a caricare, aggredendo chi c’è, tra questi alcuni storici capi ultrà, ma soprattutto famiglie. Hanno colli di bottiglia, spranghe, guantini con paranocche rigide. Girano messaggi terrorizzati di mamme che raccontano di figli di 7 anni in lacrime e altri di questo tenore. «Ci hanno caricato sotto la nostra curva, hanno tirato bottiglie, ci siamo difesi».

Un gruppo di tifosi atalantini reagisce in un duello a cinghiate che dura qualche minuto con la polizia defilata in attesa, come mostrano i filmati. Poi i croati vengono scortati nel loro settore. Un blitz fulmineo e violentissimo con modalità sospette. Negli ambienti di curva e sui social gira il sospetto che gli ultrà della Dinamo siano stati appoggiati da gruppi di ultrà interisti, accomunati ai croati anche dalla comune passione politica per l’estrema destra, ma la voce è tutta da verificare e potrebbe far parte dell’informativa che finirà a breve sul tavolo della Procura. Il clima non è così tranquillo nemmeno dentro lo stadio. «Ero con mia figlia al secondo arancio. Siamo entrati subito dopo la fine degli scontri. Al bar abbiamo trovato quattro o cinque di questi soggetti che hanno acquistato 15 birre (analcoliche) a testa. Mia figlia mi guardava con occhi sbalorditi. Una ventina di stuart sono poi arrivati a formare un fragile cordone solo a fine primo tempo», racconta Antonio Terzi.

I politici: «Gestione assurda»

Nessun commento ieri dalla Questura di Milano, ma sul caso hanno preso posizione anche alcuni politici bergamaschi che chiedono chiarimenti sul comportamento delle forze dell’ordine. «Alla luce dei severi controlli subiti dai tifosi atalantini all’andata a Zagabria,, mi domando perché non sia stata utilizzata altrettanta attenzione, per non dire rigidità, nei confronti di questa tifoseria notoriamente scalmanata», ha commentato Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato. E la stessa richiesta, con parole diverse, arriva anche dal deputato leghista Daniele Belotti che in una nota inviata al Prefetto e al Questore di Milano si chiede «come è stato possibile gestire in modo così approssimativo un servizio d’ordine per una gara che si sapeva ad alto rischio. E come è possibile che un centinaio di ultrà croati possano essersi avvicinati indisturbati al settore degli atalantini aggredendo chiunque fosse a loro portata di tiro senza che a nessun reparto di polizia sia stato ordinato di intervenire».

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