La malattia non spegne la voce di Matteo
Un libro raccoglie i suoi sogni

Un libro per ricordare la forza e le speranze di Matteo morto a 21 anni di leucemia, il 17 agosto 2019. Con questa iniziativa si punta a sostenere i progetti che l’Associazione Matteo Chiesa di Carvico ha realizzato.

Per quanto già pronto, il libro, a causa del lockdown e del distanziamento sociale, non è stato presentato ufficialmente. Lo si doveva fare in occasione della «cena di Matteo» ai primi di marzo, ma non è stato possibile. Ci si è limitati quindi a pubblicizzare il libro che è intitolato «Tutto torna. Ho ancora tanto da dire» attraverso il sito internet www.associazionematteochiesa.it.

In questi giorni l’Associazione ha presenziato a eventi o manifestazioni (a Livigno e in località sul lago di Garda) per far conoscere il libro e i progetti attivi. Il libro è stato realizzato a neppure un anno dalla morte di Matteo Chiesa, l’associazione è nata a dicembre dello stesso anno durante la tradizionale cena natalizia a Villa Bisutti. Papà Fabio ha presentato gli obiettivi dell’associazione (uno sportello d’ascolto per le famiglie di pazienti oncoematologici, momenti di aggregazione e competizioni sportive) e i che Matteo voleva portare avanti: diventare un ricercatore e tutelare l’ambiente. La pubblicazione parla del dramma vissuto da Teo, come lo chiamava la mamma Elena.

La passione della fotografia

È il 5 settembre 2018 quando Matteo inizia ad accusare spossatezza, stanchezza, e febbre. Nonostante le cure si aggrava sempre di più, finché si scopre che la causa del suo malessere è la leucemia. Iniziano le cure e si pensa anche al trapianto del midollo spinale: il fratello era un donatore compatibile, ma non è stato possibile procedere perché la malattia era in una fase troppo avanzata. Dopo le cure, per otto mesi la situazione sembra stabilizzarsi e Matteo si dedica alla sua passione della fotografia: i paesaggi. Purtroppo nell’estate 2019 la malattia si è ripresentata più aggressiva e, nonostante le cure, il 17 agosto Matteo si spegne.

«Papà, se dovesse succedermi qualcosa, io voglio essere ricordato» è stato il desiderio espresso nei momenti più duri della malattia. «E questo libro è innanzitutto il libro di Matteo. – si evidenzia nella prefazione. – Si, perché in queste pagine Matteo parla. Attraverso le fotografie che ha scattato con la sua amata Nikon, ma anche attraverso alcuni pensieri scritti su un foglio di carta nei momenti più bui della sua esistenza».

Mesi durissimi

Le brevi annotazioni di Matteo sono una profonda cronaca del dramma che ha vissuto, ma ci sono anche momenti sereni: «Da poco mi sono avvicinato alla fotografia amatoriale, in particolare amo la natura e con questo hobby posso immortalare le emozioni che ci regala». Le belle foto scattate da Matteo rendono il libro brioso, alternandosi alle testimonianze dei genitori, del fratello Jacopo, della fidanzata Chiara, di alcuni parenti e dei tanti amici. Mamma Elena racconta i momenti vissuti al pronto soccorso del Papa Giovanni XXIII, i controlli, i giorni di ricovero: «Sono stati 11 mesi durissimi di sacrifici che Matteo ha dovuto affrontare, anche di scoramento ma non si è mai arreso» e conclude «Chi ti è stato a fianco, durante questo percorso, venendoti a trovare in ospedale o a casa, spero possa trovare spunto dai tuoi gesti, perché tu sei una bella persona». Anche il ricordo di papà Fabio è toccante, quando in una sera d’autunno ha un cedimento nel veder soffrire il figlio: «Tu senza esitare mi hai abbracciato e mi hai riempito di gioia; mi hai dato una forza che è durata undici lunghissimi mesi e spero che duri tutta la vita». Nel libro compare anche la testimonianza di Angelica, mamma di Federico Carminati, morto il 16 agosto 2018 a 18 anni di leucemia come Matteo. La presentazione del libro è fissata il 6 settembre a Sant’Omobono Imagna, in occasione dell’evento «La pescata di Matteo», un apportamento organizzato per ricordare la passione di Matteo per la pesca.

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