L’altra «medaglia» dei Goggia
I ritratti smarriti dal papà di Sofia

«Quella cartelletta ha un grandissimo valore affettivo, aiutatemi a ritrovarla».

Mentre la figlia Sofia Goggia era in procinto di tornare grande sulle piste da sci, papà Ezio era stato colpito al cuore di una delle sue grandi passioni. Ingegnere di professione e artista per diletto, per tre giorni alla settimana segue dei corsi per uditori all’Accademia Carrara. E proprio al rientro di uno di questi corsi, ecco la distrazione fatale trasformatasi in disavventura: la dimenticanza, nel parcheggio di via Pitentino, della suddetta cartella (plastica bianca, dimensioni 50 x 70). A nulla è servito tornare sul luogo del misfatto una ventina di minuti più tardi perché nel frattempo il materiale era sparito: appunti, fogli da disegno, disegni e alcuni blocchi, sia nuovi che utilizzati.

Ma non solo: anche una cinquantina di ritratti di varie persone privi di valore commerciale, ma dal notevole valore affettivo: «Mi dispiace moltissimo per questo episodio. Quei disegni – spiega amaramente Ezio Goggia – costituiscono i ricordi della mia attività artistica. Sarò riconoscente a chi mi darà un mano nel recuperare una refurtiva che non ha valore commerciale, ce l’ha invece sul piano affettivo». Chi avesse informazioni utili a riguardo si può rivolgere al numero 327 .7009977. Perché se Sofia si è messa al collo lo strepitoso argento in super G ai mondiali di Are (Svezia) e ora scalda i motori in vista della discesa – specialità nella quale è campionessa olimpica in carica con l’oro conquistato a PyeongChang, in Corea – in programma domenica, per Ezio tornare in possesso di una bella fetta del suo lavoro rappresenta quanto di più simile a una medaglia iridata. E in casa Goggia dell’argomento se ne intendono come pochi al mondo.

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