«L’anno più buio per ristoranti e alberghi: noi però abbiamo deciso di rilanciare»

I gestori del locale a Riva di Solto investono ristrutturando l’edificio che si affaccia sul Sebino. A Fonteno l’albergo rinnova camere e suite con veduta.

Il Covid come sfida, per non smettere di credere nel proprio lavoro e nella propria storia. Due gli esempi che arrivano dal Sebino - a Riva di Solto e Fonteno - e da un settore come quello della ristorazione, messo a dura prova dall’epidemia.

I gestori dello storico e rinomato ristorante «Zù» di Riva di Solto si apprestano a rilanciare il locale con un ardito progetto di restyling, frenato finora dalle incertezze di questa pandemia che ha messo in ginocchio ristorazione e turismo. «Prima o poi cambierà il vento e ci lasceremo alle spalle uno dei peggiori periodi della nostra lunga storia di ristoratori. Noi siamo alla quarta generazione e ci piacerebbe che nostra figlia Sara e il compagno Francesco continuassero la tradizione di famiglia. Ma sono tempi duri!».

Patrizia Zenti, capo chef, e il marito Marcello Viscardi, maître di sala, sono impegnati da 45 anni a tener alta la bandiera della ristorazione sebina. «Zù» oggi è uno dei locali più esclusivi del Lago d’Iseo sia per l’ottima cucina che per l’unicità della location a picco sulla parte più selvaggia del lago. Il che contribuisce a rendere ancor più intensa la degustazione dei piatti. Dalle vetrate della terrazza, ovunque si posi lo sguardo, si ammirano quadri d’autore. Di fronte, sulla riva bresciana, si erge la maestosa Corna del Trentapassi che fa da sfondo ad alcuni dipinti famosi di Leonardo da Vinci, almeno così affermano alcuni studiosi. Il genio del Rinascimento fu ispirato da questa montagna selvaggia che ebbe modo di ammirare in uno dei suoi viaggi. Oggi i clienti possono ammirarla dalla panoramica vetrata a tutto campo del ristorante «Zù». Montagna e lago che si riflettono all’interno.

Il coraggio di investire

Patrizia e Marcello, vincendo dubbi e incertezze causati dalla pandemia, hanno tolto dal cassetto un progetto di riqualificazione dell’intero edificio e dell’area circostante accarezzato da tempo, che comporta un investimento economico consistente. «Il coraggio di investire in questo momento ci viene dalla passione e dall’amore per il nostro mestiere e anche dalla necessità dopo tanti anni di riqualificare interno ed esterno del ristorante», sottolinea la collaudata coppia che ha affidato questo «sogno» all’architetto Alessia Torlo di Villongo.

«Ho pensato a una struttura dall’architettura lineare, semplice, moderna che dall’interno abbraccia l’intero panorama del lago - sottolinea la progettista -. Trasparenza e leggerezza sono l’involucro del ristorante. Tra l’esterno e l’interno si crea una sorta di dialogo con il commensale che ritrova anche nei sapori, profumi e colori dei piatti della tradizione, rivisitati. La sala da pranzo con le sue vele metalliche tessute di fili assume la forma di una barca a vela che sembra solcare l’acqua. Vele che oltre ad avere una funzione estetica e di frangisole, di brise soleil come dicono i francesi, creano all’interno della terrazza dalle vetrate panoramiche giochi di luce di forte impatto sia di giorno che nelle serate lunari». Il progetto, che prevede anche la realizzazione di due mini appartamenti sopra il ristorante e il restyling dell’area esterna, ha già ricevuto il via libera della commissione paesaggistica comunale senza alcuna prescrizione. Ora deve superare l’esame della Sovrintendenza che ha tempo 60 giorni per esprimersi.

Qualità e storia

«Il guadagno della nostra vita va in questo ambizioso progetto. Un azzardo? Forse - dicono Patrizia e Marcello -. Lascia spazio all’ottimismo, la nomea e fama conquistate sul campo, i tanti personaggi famosi passati da qui, Christo, Carlo Riva, Jude Law, Franco Locatelli, Barbara Bouchet, Sergio Mei e molti altri che hanno apprezzato cibo ed ambiente. Nell’ultima guida Michelin il nostro ristorante ha ricevuto una menzione speciale. Allora il coraggio di osare ti viene».

Rinnovarsi restando fedeli alla propria storia; investire con la certezza che, appena le restrizioni causate dal Covid-19 cesseranno, esploderà una domanda turistica destinata a premiare gli imprenditori capaci di offrire ospitalità e accoglienza di assoluta qualità. Sono queste le convinzioni che hanno orientate le scelte più recenti di Giuseppe Bertoletti, della sorella Monica e della mamma Rosina Bena per il loro albergo Panoramico di Fonteno. La struttura ha ricevuto da Regione Lombardia il riconoscimento di locale storico, essendo stata avviata nel 1965; da oltre un anno sta attraversando il momento più difficile e complicato della propria storia, ma i titolari non si tirano indietro e anzi hanno approfittato per investire e renderla ancora più gradevole e accogliente.

Jacuzzi nel parco

La location non ne avrebbe bisogno, visto che il ristorante hotel Panoramico è circondato dalla natura del Sebino e affacciato su un panorama mozzafiato; tuttavia la famiglia Bertoletti sa che dal lavoro dipende il successo dell’attività. Le chiusure imposte dalle zone rosse o arancioni hanno dato il tempo necessario per attuare un vero e proprio restyling degli spazi e dei locali: nuova la Jacuzzi posizionata nel parco e riservata agli ospiti dell’hotel, nuovo tutto un piano dell’albergo con la ristrutturazione di sei camere e la realizzazione di una suite con vista lago.

«Ho copiato l’esempio di mio padre Battista Bertoletti, impresario edile: iniziò a costruire un piccolo hotel mentre mia madre si occupava della cucina - ricorda Beppe Bertoletti - Ero bambino, tornavo da scuola e facevo il “bocia”: abbiamo costruito il Panoramico pezzo per pezzo, sogno dopo sogno. Anche oggi, abbiamo deciso di lavorare intensamente perché il nostro mestiere così duramente colpito in questo anno, deve continuare a trasmettere bellezza». Con la stessa determinazione, la famiglia Bertoletti vuole intercettare chi chiede alloggi green e sostenibili: «Recuperiamo l’acqua piovana per innaffiare il parco – spiega ancora Beppe Bertoletti - e abbiamo un sistema di pannelli termici solari per il riscaldamento. I pannelli fotovoltaici ci consentono di coprire l’80% del nostro fabbisogno energetico. E per la cucina, gran parte degli ingredienti arriva dalla nostra serra bio».

Dai pomodori alle zucchine, dalla zucca al cavolfiore, gli ingredienti a chilometro zero vengono amalgamati nella cucina del Panoramico per diventare piatti gourmet sotto l’occhio attento di mamma Rosina, ancora oggi pronta a infilarsi il grembiule e “tirare la pasta” per un piatto di tagliatelle o di foiade ai funghi porcini. La cultura del buono da gustare e del bello da osservare affacciati alla balconata del ristorante si accompagna alla cultura dell’accoglienza in cui Beppe con la sorella Monica ha sempre creduto: «Fa parte del nostro Dna: il lago porta turismo da tutto il mondo e ogni giorno raccontiamo la vita di questa terra, le nostre usanze e storie che sono l’espressione di un territorio ricco di bellezza e di valori. Gli stessi che ci consentiranno di uscire da questo lungo tunnel».

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