«Lombardia aperta, ok
I dati sono confortanti»

Parla il virologo Pregliasco: «Casi meno gravi, contagi in calo. In futuro forse solo focolai, ma organizzativamente è bene prepararsi ad affrontare il peggio».

«Diciamo che, a mio avviso, ormai non si poteva più aspettare. I dati, anche della Lombardia, a oggi sono buoni: la prima apertura, quella del 4 maggio, non ha dato segni negativi. Direi che, mantenendo un’attenzione serena, possiamo andare avanti, anche alla luce di quelle informazioni che sono emerse: casi meno gravi e meno complicati che arrivano nei pronto soccorso. Di fatto, il dato dei contagi è in calo, visto che in Lombardia e anche da voi a Bergamo, nei giorni scorsi l’attenzione è stata dedicata a casi che non erano proprio freschi ma frutto, finalmente, dell’esecuzione di tamponi e test sierologici».

E, dunque, il via libera all’apertura delle regioni, persino della martoriata Lombardia, arriva anche dal virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Istituto ortopedico Galeazzi di Milano e ricercatore di Igiene generale e applicata all’Università di Milano.

Ma allora finisce per avere ragione il professor Zangrillo (primario di Anestesia Rianimazione del San Raffaele di Milano), il quale sostiene che clinicamente il virus non esiste più.

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