Lotta al tarlo cinese che uccide le piante
In arrivo cani speciali dalla Germania

Nei territori di Trescore, Cenate Sotto e Zandobbio. Insieme ad Ersaf è scesa in pista una delegazione cinofila: è quella dell’associazione «Anoplophora Sturhunde» di Lorrach, città della Germania sud-occidentale specializzata nella caccia al tarlo asiatico.

La lotta al tarlo cinese prosegue con l’aiuto di cani dal fiuto speciale. Infatti con l’ausilio di un’unità cinofila addestrata proveniente dalla Germania proseguiranno sino alla fine di novembre i controlli preventivi dell’Ersaf (Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste) nei territori di Trescore, Cenate Sotto e Zandobbio. Il tarlo è un parassita innocuo per l’uomo ma mortale per le piante: le uccide dall’interno lasciando il segno del suo passaggio con dei solchi che possono arrivare fino 10 centimetri di lunghezza. Le attività di contrasto di questo parassita sono iniziate nel 2017 a Trescore, unico focolaio nella Bergamasca. In questi anni sono stati abbattute un centinaio di piante tra aceri saccarini, olmi e platani.

I monitoraggi preventivi ora proseguono nei parchi pubblici e nei giardini privati. Vengono effettuati annualmente a Trescore e nei paesi confinanti, dove si è manifestato il parassita killer. Insieme ad Ersaf in questi giorni è scesa in pista una delegazione cinofila: è quella dell’associazione «Anoplophora Sturhunde» di Lorrach, città della Germania sud-occidentale, specializzata nella caccia al tarlo asiatico. Il gruppo di guardie utilizza cani da caccia e agisce in tutta Europa, dove per il momento sono stati individuati venti focolai. «Non abbiamo ancora l’esito di questi ultimi controlli che sono iniziati a metà settembre – commenta Francesca Ossola, dirigente di Ersaf – sono controlli preventivi che vanno effettuati annualmente. A Trescore qualche pianta infestata è stata trovata, negli altri paesi oggetto del monitoraggio no. Si deve tenere alta l’attenzione, i controlli riprenderanno a febbraio».

Le piante maggiormente colpite sono gli ippocastani, gli aceri saccarini e le betulle. La lotta al parassita asiatico è una questione di tutela ambientale, ma anche di sicurezza: il tarlo scava buchi nel tronco e c’è il rischio che la pianta perda stabilità. Secondo i protocolli di Ersaf è previsto l’ abbattimento di tutti gli alberi con sintomi di infestazione. Inoltre Ersaf deve provvedere alla chippatura di tutto il materiale legnoso derivante dal taglio e poi smaltirlo con apposita procedura.

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