«L’Rt resta affidabile». L’epidemiologa: è destinato ad aumentare

Il parametro dell’Rt, l’indice di replicazione del virus dopo l’applicazione delle misure di contenimento, continua a far discutere.

In Lombardia si è registrato un rimbalzo con un valore di 0,92 (accertato il 7 maggio e calcolato al 21 aprile, due settimane precedenti), dopo i valori di 0,72 accertati il 23 aprile e 0,84 del 30 aprile. La soglia di allarme è 1, ma tra gli epidemiologi il dibattito è aperto sull’effettiva capacità di delineare il quadro epidemico con questo parametro che incide, insieme ad altri, sui colori da attribuire alle regioni. E quindi sui progressivi spazi di libertà e le riaperture.

«L’indice Rt resta un parametro affidabile per valutare il grado con cui noi ci aspettiamo le proiezioni sui casi sintomatici, quelli che hanno bisogno di cure, ma molto dipende dalla qualità delle rilevazioni – sottolinea l’epidemiologa Stefania Salmaso, che ha diretto dal 2004 al 2015 il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto superiore di Sanità -. L’Rt è la misura del numero medio di casi generati da ogni caso, quindi dell’accelerazione con cui si muove la pandemia, e quando è sotto 1 indica che siamo in una fase di contrazione dei nuovi casi. Tuttavia più siamo vicini a 1 e più si avvicina il rischio di un nuovo aumento dei casi». «La Lombardia - aggiunge - ha un Rt di 0,92, calcolato sui casi sintomatici, pericolosamente vicino all’1, e quindi da monitorare».

L’epidemiologa spiega poi perché il dato dell’Rt resta elevato, nonostante le vaccinazioni: «Le contromisure messe in campo come le vaccinazioni, per fasce d’età, sono mirate non a ridurre il numero di contagi, bensì al contenimento degli effetti più deleteri della pandemia, quindi il calo dei ricoveri in Terapia intensiva e dei decessi tra le persone a maggior rischio: anziani e soggetti con comorbilità. Il vero dato allarmante dell’ultima settimana è l’incremento di infezioni tra bambini e adolescenti. Le contromisure di tipo non farmacologico come il distanziamento, il lockdown e le mascherine sono mirate a ridurre i contagi, ma con l’allentamento progressivo di queste contromisure anche l’Rt è destinato ad aumentare, insieme ai contagi. In questa fase non ritengo che siamo in grado di ridurre di molto la circolazione virale». L’epidemiologa Salmaso fa un esempio concreto: «L’adunata di 30 mila tifosi dell’Inter a Milano, con tanti giovani tra cui la trasmissibilità del virus è abbastanza elevata, potrà incidere sul prossimo rilevamento dell’Rt. Magari tra quei 30 mila in piazza ci saranno state una sessantina di persone contagiose».

Poi un cenno ai calcoli precisi per non ingenerare errori: «L’indice Rt, facendo leva sui casi sintomatici, necessita di un sistema di sorveglianza che registri in modo completo e accurato il numero di casi con la data di inizio sintomi, altrimenti può risultare falsato – rimarca l’epidemiologa -. La diatriba dei mesi scorsi tra l’Istituto superiore di Sanità e la Regione Lombardia aveva ad oggetto proprio la qualità dei dati, nel senso di quanti contenessero la registrazione compiuta della data di insorgenza sintomi e le modalità di inserimento. E l’arco temporale dei 15 giorni precedenti per il calcolo è ineludibile, perché ci sono oscillazioni del numero di casi riportati all’interno della settimana e variazioni che fanno ritenere opportuna una media».

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