Maxi piano per i vaccini antinfluenzali
È rebus spazi e prenotazioni

Ats intende somministrarli ad almeno 220 mila bergamaschi.

Grandi manovre d’agosto per arrivare pronti all’autunno con il piano vaccinale contro l’influenza, una campagna che per il 2020 si annuncia a Bergamo, e in tutta l’Italia, decisamente molto più massiccia che negli altri anni. L’Ats di Bergamo sta lavorando per definire un planning preciso, come da indicazioni della Regione, che aveva chiesto di integrare le prime bozze (comprensive delle previsioni delle tre Asst territoriali, a cui compete la somministrazione dei vaccini attraverso i Presst, i presidi socio sanitari territoriali). E un ruolo fondamentale, in questo piano, lo giocano i medici di medicina generale.

«La campagna vaccinale di quest’anno si snoda su tre cardini – spiega Massimo Giupponi, direttore generale dell’Ats di Bergamo – . Il primo è appunto quello dei medici di base, l’altro è quello delle Asst, se ne aggiunge un terzo che è quello dei poli, con spazi aggiuntivi, che verranno individuati nei vari Comuni per creare luoghi ampi deputati alla somministrazione dei vaccini. È evidente che quali e quanti saranno questi poli dipende dalle indicazioni che verranno fornite dai medici di base, in base alla loro disponibilità a vaccinare nei loro studi o alle richieste di spazi aggiuntivi. Questo è dovuto al fatto che ci si aspetta una adesione massiccia alla vaccinazione ma soprattutto per la necessità di rispettare le norme del distanziamento antiCovid».

In una prima previsione, Ats immagina di arrivare ad almeno 220 mila vaccinazioni, intanto ha inviato ai medici di base un questionario per «testare» la necessità di nuovi spazi. Su oltre 600 medici di medicina generale hanno già risposto più di 500, cruciale sarà la riunione del Comitato aziendale Ats, proprio sul piano vaccinale, fissata per oggi, a cui parteciperanno le rappresentanze sindacali dei medici di base: da qui usciranno dati più chiari sugli spazi necessari da aggiungere agli studi. «Ai primi di settembre, quindi, con disponibilità e spazi definiti, si dovrà poi cominciare a elaborare il timing, con le metodiche di prenotazione e i calendari – rimarca Giupponi –. Diventa quindi importante anche la soluzione che verrà individuata per organizzare le prenotazioni. Stiamo valutando diverse possibilità: non escludiamo l’introduzione di una app, o di un numero verde, con un call center, mantenendo comunque in vigore la possibilità di una prenotazione diretta negli studi medici a cui ogni cittadino fa riferimento. È chiaro che verranno tenute in considerazione anche le esperienze organizzative che si sono avute con le campagne di screening a Bergamo e in Valle Seriana».

Mentre si valutano diverse possibilità, comunque, l’Ats ha già avviato una sorta di verifica per almeno una ventina di Comuni - «quelli più popolosi, tra i quali c’è anche Bergamo», sottolinea Giupponi, per saggiare la possibilità di utilizzo di alcuni spazi che potrebbero rendersi necessari per la campagna antinfluenzale. «Stiamo uscendo per alcuni sopralluoghi, la scelta definitiva comunque avverrà ai primi di settembre», conclude il dg dell’Ats. Per Bergamo, comunque, il sindaco Giorgio Gori ha già fatto sapere che il Comune «metterà a disposizione tutti gli spazi che serviranno: palestre, teatri, la Fiera. Si tratta solo di capire quali sono le necessità. In base a quelle ci muoveremo».

Da parte dei medici, il segretario provinciale Fimmg, Federazione medici di medicina generale, Mirko Tassinari, rimarca che «il problema organizzativo delle prenotazioni non sarà una questione da poco: non siamo in grado, al momento, di capire quali e quanti saranno i medici che avranno bisogno di spazi ulteriori, rispetto ai loro studi, per la campagna vaccinale. La prossima riunione con Ats sarà chiarificatrice, ma al momento non sappiamo nulla. Bisogna prevedere situazioni e una organizzazione che tenga conto dell’afflusso sostenuto di persone che dovranno essere in sicurezza e distanziate. Ed è anche vero che i costi che dovranno fronteggiare i medici non saranno indifferenti; sia per la continua sanificazione, sia per il personale, sia per il tempo da mettere a disposizione. Ci auguriamo che venga valutato anche il riscontro economico di tutta la questione: i rimborsi per i vaccini sono fermi da anni. E ci auguriamo che si arrivi a un sistema di prenotazione che non crei confusione: se un assistito si muove in autonomia e si prenota attraverso una app, per esempio, poi come farà il suo medico a sapere che ha fatto la prenotazione, e quando, e per che ora? L’organizzazione di questo piano è questione molto delicata e complessa».

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