Morta la donna caduta in bici elettrica
Fatale la botta contro il cordolo stradale

L’incidente sabato 20 giugno in Città Alta: Monica Ginami, 50 anni, è deceduta all’ospedale. La dinamica ancora al vaglio della polizia locale: purtroppo non indossava il casco protettivo.

Per oltre ventiquattr’ore è rimasta in coma, senza più riprendersi dalle conseguenze del grave incidente che l’aveva vista, suo malgrado, protagonista sabato 20 giugno, nel pomeriggio, in Città Alta. Alla fine non ce l’ha fatta e domenica notte Monica Ginami, la cinquantenne caduta sabato dalla bicicletta elettrica in via della Fara, è morta nel suo letto del reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Papa Giovanni XXIII.

La salma è stata composta nella camera mortuaria dello stesso ospedale, anche se la data dei funerali non è ancora stata fissata, in attesa di ulteriori decisioni della magistratura, che potrebbe disporre l’autopsia. La donna viveva a Campagnola, in via Ungaretti. Lascia il marito Ivan Mangili, con il quale lavorava nella stessa azienda, e i figli Davide e Giorgia: quest’ultima proprio mercoledì dovrà sostenere – nonostante l’immenso dolore – l’esame di maturità all’istituto Natta. Purtroppo tutte le cure alla quale i medici del Papa Giovanni hanno sottoposto la cinquantenne non sono servite a salvarle la vita. Troppo grave il trauma cranico che Monica Ginami si è accidentalmente causata cadendo dalla sua bicicletta nera con la pedalata assistita, tra l’altro acquistata soltanto mercoledì scorso e utilizzata sabato per un primo giro in Città Alta dopo il periodo di lockdown.

Mentre la donna in sella alla sua e-bike e il marito a sua volta al manubrio di un’analoga bicicletta, pochi metri più avanti, scendevano lungo via della Fara, Monica Ginami ha perso il controllo della bici: l’incidente, che non ha coinvolto altri mezzi, si è concretizzato in una manciata di istanti.

Tanto che il marito – ha ricostruito la polizia locale, che si è occupata dei rilievi – ha solo sentito un tonfo alle sue spalle, si è voltato e ha notato la moglie già a terra priva di sensi. La cinquantenne ha picchiato il capo contro il cordolo – tra l’altro alto soltanto alcuni centimetri, ma sufficienti a causarle un trauma cranico così serio e dalle conseguenze mortali – che separa la carreggiata di via della Fara da un’aiuola e, più a destra, dal marciapiede.

Forse la ruota anteriore della bici – che non ha subito danni nella caduta – ha slittato contro il cordolo, provocando la repentina perdita di controllo da parte della conducente? Oppure la donna ha sbandato ed è caduta mentre cercava di salire sul cordolo per raggiungere il marciapiede? Di certo, purtroppo, Monica Ginami non indossava il casco, che soprattutto con le biciclette elettriche – dotate di una pedalata assistita – funge da fondamentale protezione in caso di cadute come quella che, invece, le è costata la vita.

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