«Niente abbracci e neppure baci
ma che gioia rivedere i nonni»

Da Rovetta Giosuè, Gioele e Tommaso a Bagnatica: non vedevano Luisa e Angelo da 72 giorni. La nonna: «Quando ero ricoverata per il Covid pensavo che non li avrei più rivisti».

La gioia della vita e di un incontro, a sorpresa, tra nonni e nipoti: lunedì 4 maggio per nonna Luisa e nonno Angelo e i nipotini Giosuè, Gioele e Tommaso è stato un giorno di festa, un incontro speciale perché non si vedevano da 72 giorni (dal 22 febbraio) e perché nonna Luisa era tornata finalmente a casa dopo aver sconfitto il Covid. Nessun abbraccio e nessun bacio, ma la gioia e l’amore trasparivano dagli occhi e dalla voce.

«Quando è suonato il citofono e ho visto che erano loro l’emozione è stata grandissima, impossibile descrivere a parole quello che ho provato: ho trattenuto le lacrime perché non volevo dare un’impressione sbagliata, ero felicissima– racconta nonna Luisa– l’istinto era quello di abbracciarli, ma pur essendo covid negativa non mi sono fidata e così loro. Mi è bastato vederli. Quando ero ricoverata pensavo davvero che non li avrei più rivisti, è stato emozionante, per me ma anche per mio marito».

Disegni e un salame

Giosuè (9 anni), Gioele (7anni) e Tommaso (3 anni) vivono a Rovetta con mamma Francesca (insegnante) e papà Matteo Paternali (artigiano). Lunedì, dopo una mattinata zaino in spalla a passeggio nei boschi, la prima dopo due mesi di reclusione, sono partiti direzione Bagnatica per raggiungere i nonni paterni. Con le mascherine riadattate e ciascuno con un disegno in mano per i nonni e un salame in dono per la nonna si sono messi in auto: «Erano molto agitati ma anche preoccupati per la salute della nonna, così anche Tommaso che ha solo 3 anni ha indossato senza lamentarsi la sua simil-mascherina – racconta mamma Francesca – erano felicissimi. Avevano preparato anche un salame perché la nonna nelle video chiamate dall’ospedale aveva espresso il desiderio di mangiarlo e loro si sono ricordati. Siamo arrivati al parcheggio dietro casa e in silenzio abbiamo raggiunto il cancello, abbiamo suonato e…sorpresa! I nonni erano commossi e contenti. Avevamo timore che la gioia potesse essere troppo per loro ma tutto è andato bene».

Un miscuglio di emozioni contrastanti: la gioia dell’incontro, la felicità dell’esser vivi e insieme, la difficoltà nel mantenersi a distanza e la paura di poter rovinare in un pomeriggio mesi di sacrifici.

«Abbiamo chiacchierato tutti insieme nel giardino, mentre i bimbi giocavano e facevano domande ai nonni chiedendo anche alla nonna se era veramente guarita– continua Francesca –mentre era ricoverata a Bergamo, prima al Papa Giovanni e poi in fiera, ci siamo tenuti in contatto, ovviamente quando stava meglio. I bimbi erano a conoscenza della situazione ed erano preoccupati, la gioia per l’incontro è stata anche per questo ancor più grande».

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