Non può stare al Cre senza assistente
La mamma: «Ma non ne ha bisogno»

L’appello della mamma di un bimbo di 5 anni con disabilità cognitiva: «A lui serve il sostegno a scuola ma non per giocare».

«Voglio solo che mio figlio abbia la possibilità di giocare al Cre con gli altri bambini». Lo chiede Anna, madre di Francesco, bambino di 5 anni di Verdellino a cui è stata diagnosticata una disabilità dal punto di vista cognitivo per cui a scuola, nell’anno appena concluso, è stato seguito (per sei ore a settimana) da un assistente educatore e da un insegnante di sostegno. E fin qui tutto bene.

Lunedì 1° luglio il bambino ha iniziato ad andare al Cre comunale, insieme ai suoi coetanei. Anche qui, però, per il Comune non può essere lasciato senza assistenza. Il problema è che, per il budget a disposizione, a Francesco l’assistente educatore è stato assegnato per un massimo di 45 ore: «Dal momento però che il Cre dura dalle 8 alle 16 – spiega ancora Anna –, in pochi giorni esauriremo le ore di assistenza a disposizione e, praticamente, la settimana prossima non potrò più mandarlo al Centro ricreativo estivo, con i suoi coetanei. Non mi sembra giusto, dal momento che mio figlio è autonomo e anche le sue maestre sono pronte a certificarlo. Capisco che a scuola, per superare i suoi problemi cognitivi, debba essere seguito. Ma per stare al Cre a giocare non necessita di un assistente educatore. Al Comune ho già detto che sono pronta a firmare una lettera per cui mi assumo tutte le responsabilità e che le 45 ore destinate al mio Francesco sarebbe meglio venissero messe a disposizione dei bambini che hanno più bisogno. Il Cre dura quattro settimane. Io la prossima non voglio dire a mio figlio che per le prossime due non potrà più andare a giocare con i suoi amici».

In tutto sono sette i bambini portatori di disabilità iscritti a Cre comunale: «Capiamo le richieste della mamma di Francesco, ci mancherebbe – afferma l’assessore ai Servizi alla persona, Elena Aldegani – noi però dobbiamo attenerci alla certificazione fatta dall’apposita neuropsichiatra in base alla quale il bambino ha bisogno di un assistente educatore. Non precisa a scuola sì e al Cre no. Ma per noi non fa differenza: la nostra è una scelta di responsabilità».

«Aspettiamo in parere»

Comunque sia il Comune non vuole arrendersi: «Per questo motivo – afferma ancora Aldegani – stiamo provando in questi giorni a contattare la neuropsichiatria e ad avere risposte in merito. Se ci certificheranno che almeno al Cre per l’assistenza a Francesco basteranno i normali educatori che seguono anche gli altri bambini, allora saremmo ben felici di agire di conseguenza».

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