Ospedali di Seriate, Alzano e Treviglio
La bella notizia: terapie intensive vuote

Nessun paziente Covid in rianimazione negli ospedali del «Bolognini» e dell’Asst Bergamo Ovest, 33 al «Papa Giovanni»: erano arrivati a 200.

Da giovedì 14 maggio, zero pazienti Covid nelle terapie intensive delle Asst Bergamo Est e Bergamo Ovest: nei giorni più terribili dell’epidemia in Bergamasca, i dati erano ben diversi. Negli ospedali dell’Azienda che fa capo al «Bolognini» di Seriate, il picco dei malati Covid in rianimazione è arrivato a 27; in quella che fa capo al presidio di Treviglio, a 17. Al «Papa Giovanni», sono stati ricoverati in terapia intensiva fino a circa 100 persone contagiate dal virus: oggi sono un terzo, 33.

All’Humanitas Gavazzeni, ieri erano sette (di cui tre in attesa dell’esito del tampone), mentre nei giorni peggiori si è arrivati a 33; nei Policlinici di Ponte San Pietro e Zingonia, sono tre: uno a Ponte, due (già però negativizzati al virus) a Zingonia. Al massimo, nei due presidi in rianimazione ci sono state 22 persone.

La somma dei malati gravissimi ricoverati, nei giorni di picco, nelle terapie intensive degli ospedali bergamaschi arriva a circa 200, mentre a ieri erano 38 (più tre in attesa dell’esito dei tamponi e due già negativi al virus).

Questi i dati incoraggianti dei posti letto occupati ora nelle terapie intensive nella Bergamasca, in netta diminuzione e allineati al dato regionale, che registra il calo dei pazienti in rianimazione sotto le 300 unità (297, altri 10 in meno in un giorno) e l’ulteriore diminuzione dei ricoverati nei reparti di medicina e pneumologia (4.818, -189 in 24 ore). Ieri sono stati accertati altri 29 casi positivi tra Bergamo e provincia (+24 il giorno prima) che portano il totale a 12.347 contagi, mentre i decessi per Covid-19 sono stati 8 (sono 3.055 i morti ufficiali per Coronavirus).

La curva dei contagi nella Bergamasca resta quindi piatta, 10 giorni dopo la fine del lockdown e nell’imminenza delle nuove riaperture, che saranno esplicitate oggi dalla Regione sulla base delle linee guida del Governo e dell’Inail.

In Lombardia i casi positivi aggiornati sono 83.820 (+522 in un giorno), i decessi 15.296 (+111) e i guariti 30.009 (+653), mentre il dato nazionale è di 223.096 casi accertati (+992), 31.368 decessi (+262) e 115.288 guariti (+2.747). L’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, ha commentato così i dati: «La buona notizia è che i guariti completamente dal Covid-19, con il doppio tampone negativo, in Lombardia hanno superato quota 30 mila, ben 653 in un giorno solo. Calano in modo costante anche i pazienti ricoverati in terapia intensiva e nei reparti ordinari. Solo ieri sono stati effettuati più di 14 mila tamponi. I nostri medici, infermieri e operatori – ha aggiunto - stanno svolgendo un grande lavoro, sia all’interno delle strutture ospedaliere che sul territorio. Gli strumenti che abbiamo in messo in atto accompagneranno tutti i lombardi verso una nuova normalità anche in ambito sanitario». Resta purtroppo alto il numero dei decessi, con i +111 accertati ieri rispetto ai +69 e +62 dei giorni precedenti.

L’assessore regionale all’Agricoltura, Fabio Rolfi, collegato da Palazzo Lombardia nel bollettino dei contagi ha confermato un ulteriore dato: «L’indice dei contagi (R con zero) sul territorio regionale è 0,53, mentre il dato nazionale è di 0,70. Il calo dei contagi è graduale ma costante e i dati si consolidano. Ciò vuol dire che siamo sulla buona strada grazie ai comportamenti virtuosi dei lombardi e al distanziamento. Solo continuando così potremo ripartire in sicurezza. Non dobbiamo dimenticare cosa abbiamo vissuto e i momenti di criticità, con 1.400 persone ricoverate in terapia intensiva in piena emergenza. I dati di oggi sono positivi, con 30 mila persone che non hanno più il virus». Un invito quindi a persistere nei comportamenti responsabili, anche nell’alimentazione e nel consumo consapevole: «Il lockdown ha dimostrato che il ciclo del cibo è essenziale. Dobbiamo favorire nelle scelte alimentari la consapevolezza dell’acquisto e del consumo di prodotti locali. Partiranno a breve due bandi: “Io mangio in Lombardia” e “Io bevo lombardo», con cui sosteniamo il circuito in sofferenza del formaggio Dop di montagna, acquistando prodotti che saranno destinati a famiglie indigenti. Metteremo poi in contatto il ristoratore con le cantine lombarde, chi produce vino e chi lo può valorizzare. La ripartenza passa anche da qui».

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