Parking Fara: «Ritardi e costi illogici»
L’autorità anticorruzione chiede spiegazioni

L’Autorità nazionale anticorruzione dà al Comune 30 giorni per replicare alle violazioni riscontrate. L’ex consigliere Zenoni (5 Stelle) che fece partire l’indagine: «Ci dà ragione su tutto». Il Comune: «Chiariremo».

Otto pagine pesantucce. Si parla di «ritardi gravi e ingiustificati», di «illogicità e contradditorietà» dei costi, di «gravissimi inadempimenti» nelle procedure. La relazione dell’Anac sul «Parking Fara» è arrivata come una doccia fredda a Palafrizzoni. L’amministrazione Gori si aspettava a breve un’archiviazione dell’indagine partita un anno e passa fa da una segnalazione inviata dagli allora consiglieri comunali dei 5 Stelle. Rassicurata anche dalle dichiarazioni in aula dell’ex sottosegretario Carlo Sibilia (anche lui grillino), per il quale «il parcheggio era tutto in regola».

E invece la procedura è ancora aperta con l’Autorità nazionale anticorruzione che dà 30 giorni di tempo al Comune per produrre le sue controdeduzioni sulle violazioni riscontrate, soffermandosi su due momenti clou per l’opera: la frana del 2008 e la variante del 2016. «L’Autorità è andata ben oltre la nostra segnalazione – ammette Marcello Zenoni, ex consigliere pentastellato, autore delle osservazioni inoltrate ad Anac –. Ero preoccupato di sembrare un Don Chisciotte all’inseguimento dei mulini a vento, invece non solo l’Anac ci ha dato ragione su tutti i fronti, ma si è spinta anche oltre».

Anac sottolinea l’elevata durata dell’affidamento: «L’opera doveva concludersi in meno di tre anni dalla stipula del contratto di concessione, ma dopo oltre 15 anni non è ancora conclusa. Tale ritardo pare ingiustificato e caratterizzato da specifiche violazioni, poste in essere soprattutto dalla concessionaria (Bergamo Parcheggi, ndr), non contrastate (efficacemente) dal Comune». «In particolare – si sofferma Zenoni – si dice che il Comune nel 2016 avrebbe dovuto risolvere il contratto con la Bergamo Parcheggi e rifare la gara pubblica, chiedendo di pagare le penali, cosa che invece non è stata fatta». Anzi, per Anac «appare incomprensibile la limitazione della penale per ritardo a un valore di costruzione non più attuale» e in più «non vi è traccia dell’applicazione della penale per i ritardi accertati».

Aspetti spinosi, più volte sollevati anche dal Comitato No Parking Fara (che si è appellato anche all’Unesco), e ora messi nero su bianco dall’Anac. Il Comune ha più volte ribadito di essere in regola e l’Amministrazione annuncia di avere in corso «la predisposizione di una risposta relativamente alla comunicazione delle risultanze istruttorie pervenuta dall’Anac. È già stata convocata una riunione tecnica a tal fine. Nel più breve tempo possibile verrà quindi data puntuale e specifica risposta alle richieste di ulteriori informazioni, per consentire un’ancora più dettagliata conoscenza della realtà dei fatti da parte dell’Autorità medesima».

Da Palafrizzoni precisano «come l’Autorità non abbia assunto alcun provvedimento finale, ritenendo utile un’ulteriore acquisizione di dati ed elementi in fase istruttoria prima di esprimersi .L’Amministrazione comunale dà atto della correttezza dell’azione dell’Autorità che, a fronte di alcuni aspetti valutati non sufficientemente documentati, ha ritenuto opportuno chiedere delucidazioni in merito e confida – una volta trasmessi gli ulteriori elementi richiesti – in una positiva conclusione della procedura nella ferma convinzione di aver agito legittimamente e nell’esclusivo interesse della comunità». L’Anac, terminato il procedimento, se riscontrerà irregolarità gravi, passerà la palla alla Procura per l’avvio delle indagini. Dal canto suo, infatti, non può intervenire direttamente né per sanzionare né per bloccare i lavori. Lavori che procedono a ritmo serrato, per cercare di velocizzare il più possibile il cantiere, tra opere ingegneristiche e progetti modificati. «La relazione dell’Anac – commenta Zenoni – se da un lato è una soddisfazione, perché conferma che ci avevamo visto giusto, dall’altro resta una vittoria di Pirro, perché da cittadino e per la città sarebbe stato meglio che tutto fosse stato fatto correttamente. Invece è stato tutto un pasticcio, e ora lo dice anche l’Anac».

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