Personale sanitario non vaccinato: secondo avviso per 280

Nella Bergamasca 3.788 addetti risultavano senza copertura, per 3.358 spedita la 1 a lettera dell’Ats. Il 48,86% ha risposto, ma di questi il 17% non ha fornito documentazione e riceverà un 2° invito per inosservanza.

Vaccini contro il Covid: ogni giorno aumentano i numeri di cittadini che, progressivamente, accedono alle somministrazioni. In contemporanea, procedono anche le procedure per individuare quanti, tra il personale sanitario o che opera in strutture sanitarie o sociosanitarie, non si è ancora sottoposto al vaccino: per queste categorie, infatti, esiste l’obbligo (per legge fino al 31 dicembre), e le norme prevedono anche sanzioni e la sospensione dall’attività lavorativa qualora la mancata vaccinazione non sia giustificata. A ieri, i nominativi di non vaccinati, tra personale sanitario e affini (non solo medici e infermieri, ma anche tecnici di radiologia, psicologi, odontoiatri e oss, operatori sociosanitari) trasmessi dalla Regione Lombardia e da altre Regioni per quanto di competenza dell’Ats di Bergamo erano 3.788. Nel dettaglio, si tratta di infermieri (32,23%), medici chirurghi e odontoiatri (20,20%), tecnici sanitari di radiologia medica (13,42%), psicologi (13,08%), farmacisti (8,22%), veterinari (3,06%), biologi (2,64%), ostetriche(2,46%), oss (1,98%), tecnici sanitari di radiologia medica e professioni sanitarie di riabilitazione (1,58%), chimici (0,89%), altri 0,23%.

La procedura prevede che l’Ats invii una lettera-invito all’interessato, che entro 5 giorni deve fornire spiegazioni, documentate, sul perché non si sia vaccinato: i documenti riconosciuti validi (non è ammesso alcun tipo di autocertificazione), sono l’attestazione dell’avvenuta vaccinazione, l’esonero/differimento attestato dal medico curante, la prenotazione della somministrazione (a cui deve seguire l’attestazione entro 3 giorni dal vaccino).

Atti ai datori di lavoro

Dopo il secondo vaglio, in caso di documentazione riconosciuta valida e motivazioni comprovate, la pratica è archiviata. Diversamente, l’Ats, come da disposizioni di legge, provvederà ad emettere l’atto di inosservanza all’obbligo vaccinale che sarà notificato all’Ordine professionale competenze, al datore di lavoro e all’interessato: saranno questi enti a far seguire le azioni contemplate dalle norme, come sanzioni o sospensione dal lavoro a contatto con il pubblico (con sospensione della retribuzione) o eventualmente lo spostamento ad altre mansioni (cosa non sempre facile da effettuare, in particolare per alcune figure professionali).

Il 32,83 si è protetto

Ora, per i 3.788 segnalati come non vaccinati, a oggi sono stati effettuati dall’Ats di Bergamo 3.358 primi invii (con una copertura quindi dell’88,38% degli elenchi pervenuti); i restanti saranno raggiunti entro fine settimana. E a questi primi invii risulta aver risposto il 48,86% degli interessati, quindi 1.640 persone (va precisato che gli invii sono scaglionati e gli interessati hanno 5 giorni di tempo per rispondere). Di questi il 17%, quindi quasi 280 persone, risultano dal vaglio dell’Ats come «soggetti all’invio di un secondo invito per documentazione inidonea o incompleta»: in sostanza, non sono vaccinati e non hanno fornito motivazioni comprovate.

Va rimarcato che tra il 48,86% che ha risposto al primo invito dell’Ats, il 32,83% ha documentato invece l’avvenuta vaccinazione, il 5,31% è risultato esonerato, il 24,56% è risultato prenotato per la somministrazione, mentre il 20,24% è in condizione di differimento della vaccinazione (per motivazioni mediche di incompatibilità temporanea, per gravidanza oppure perché in allattamento).

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