Pfizer, a Bergamo altre 6 mila dosi
Vaccini: «Priorità ai richiami»

Sono state consegnate martedì all’ospedale Papa Giovanni (3.510) e all’Asst Bergamo Est (2.340).

Erano attese con trepidazione, e ieri sono finalmente arrivate. Le nuove dosi della Pfizer, seppur ancora in numero ridotto, hanno ricominciato ad affluire nelle Asst lombarde, Bergamasca compresa. Serviranno, queste nuove fiale, a garantire almeno una settimana di operatività, in particolare su un fronte non rimandabile: la somministrazione del richiamo per chi nei 21 giorni precedenti aveva ricevuto la prima inoculazione.

È di 3.510 dosi – tre vassoi, ciascuno con 195 fiale: da ogni fiala si ricavano sei dosi – la quota recapitata ieri al «Papa Giovanni», mentre sono stati due i vassoi ricevuti dall’Asst Bergamo Est, pari a 2.340 dosi; nessun commento dall’Asst Bergamo Ovest, dove comunque si attendeva un vassoio (e le consegne, tradizionalmente, avvengono per tutte le Asst orobiche nella stessa giornata). Traduzione: ieri in Bergamasca sono giunti sicuramente 5.850 vaccini, più i 1.170 ipotetici dell’Asst Bergamo Ovest. Al «Papa Giovanni», dove sempre ieri sono riprese le somministrazioni delle seconde dosi, si viaggia al ritmo di circa 200 «punture» al giorno; circa 150 quelle eseguite ieri dall’Asst Bergamo Est nell’ospedale di Seriate, con un calendario che gradualmente aggiungerà in settimana anche le somministrazioni nella sede di Alzano e poi anche a Piario.

La road map di questi giorni, stante i tagli di Pfizer, sostanzialmente è una replica speculare dell’attività messa in atto nella settimana tra 4 e 10 gennaio, perché ora arrivano a «scadenza» tutte quelle prime dosi: nel weekend saranno richiamati anche diverse centinaia di medici di base, perché proprio tra 9 e 10 gennaio furono inoculate le prime dosi a gran parte degli oltre mille camici bianchi, tra medici di famiglia, pediatri, medici di continuità assistenziale e Usca, oltre al personale delle «croci» del soccorso. Una quota dei vaccini ricevuti dalle Asst, inoltre, dovrà essere «passata» alle Rsa e alle case di cura del privato accreditato, come previsto dalla filiera rodata in queste settimane. Ovviamente, considerate le ristrettezze (25 mila le dosi in meno consegnate questa settimana in tutta la Lombardia) e le scorte da mantenere, le nuove prime dosi sono centellinate.

Nel vortice di incognite sulle consegne, ieri la Regione ha cercato di mettere un punto fermo. In campo, peraltro, ora c’è anche il siero di Moderna, che va ad affiancarsi a quello della Pfizer. Numeri alla mano, secondo Palazzo Lombardia a febbraio saranno consegnate oltre 400 mila dosi, 407.440 per la precisione: la Pfizer «si è impegnata» – così scandisce la nota della Regione – a far giungere 85.410 dosi nella settimana dell’8 febbraio, 104.130 in quella del 15 febbraio e 105.300 in quella del 22 febbraio, per un totale di 294.840 vaccini; Moderna, invece, ha messo sul piatto un «piano di consegne effettive» di 109.600 dosi, suddiviso tra le 27.500 della prima settimana di febbraio e le 82.100 della terza settimana del mese.

Ieri, tra l’altro, le prime dosi di Moderna erano attese nel Bresciano, per essere utilizzate in particolare nelle Rsa. «Si tratta di un piano di consegne piuttosto corposo – è la sintesi tracciata da Letizia Moratti, assessore al Welfare di Regione Lombardia nonché vicepresidente -, che va nella direzione di proseguire in maniera incisiva nella campagna di vaccinazione sul territorio, fondamentale per andare a diminuire ulteriormente il rischio di contagi e arrivare a situazioni sanitarie gestibili senza emergenze da parte degli operatori e con iducia da parte della collettività». Da prassi, si ribadiscono quelle precauzioni che la diffusione del vaccino non deve certo far dimenticare: «Attendiamo con attenzione il mese di febbraio – rimarca Moratti -, rammentando di osservare scrupolosamente tutte le accortezze di igiene, protezione e distanziamento che ci stanno accompagnando ormai da mesi».

Quattordicimila, secondo la Regione, le iniezioni eseguite nella giornata di lunedì, col totale delle somministrazioni da inizio campagna salito a quota 234.550. La frenata causata dai ritardi della Pfizer resta comunque impressa nel rendiconto quotidiano fornito dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco: tra 13 e 15 gennaio, prima che i tagli della multinazionale scombussolassero ogni pianificazione, si era arrivati a un picco di 22-24 mila inoculazioni al giorno. In attesa della rendicontazione delle dosi recapitate questa settimana, il confronto tra la programmazione nazionale indicata a fine dicembre e le effettive consegne censite dall’Aifa mostrano per la Lombardia un ammanco già di 54.885 dosi: dal 30 dicembre al 21 gennaio ne sono arrivate 308.880, contro le 363.735 inizialmente previste.

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