Ponte San Pietro, addio a Marco Ravasio Una vita di impegno per l’accoglienza

Stroncato da un infarto, aveva 64 anni In prima linea per i migranti, fondò l’associazione Il Porto «Coraggioso e instancabile, senza di lui siamo più soli».

«Nel nostro paese nessuno è straniero» è da sempre lo slogan dell’ associazione migranti «Il Porto» di Ponte San Pietro. E di uno dei suoi soci fondatori, e primo presidente, Marco Ravasio che ieri, a 64 anni, è morto improvvisamente per un infarto. Se ne è andato avvolto idealmente in quella bandiera arcobaleno della pace che decine di volte ha steso e sventolato, e senza mai smettere di credere nel progetto di accoglienza e solidarietà tra i popoli che ha portato avanti con Il Porto fin dal 1989, anno della sua costituzione.

Al Porto ha dato il suo tempo libero e le sue energie quando il lavoro di messo comunale prima e responsabile dell’ ufficio cultura della biblioteca poi glielo permettevano. «A questa attività - ricorda il fratello Bruno - Marco si era dedicato fin dai primissimi flussi migratori degli anni ’90. Anche i suoi numerosi viaggi in passato erano in funzione della conoscenza con culture diverse. E proprio in occasione di un viaggio in Senegal Marco aveva conosciuto Annamaria Passanti con la quale si è sposato, continuando insieme l’ attività di volontariato. Sono di quel periodo le Marce della pace Ponte San Pietro-Sotto il Monte, alla prima delle quali era orgoglioso di aver invitato don Fausto Resmini per il discorso conclusivo. Marco e Anna hanno adottato poi due ragazzi: Silvio dalla Romania che ora ha 26 anni e Daniel dal Brasile che ne ha 23». «Mio fratello - aggiunge Bruno - era un uomo buono e coraggioso. Rimarrà esemplare il suo ottimismo e la sua voglia di progettare, mai venuta meno anche quando gravi problemi di salute l’ hanno colpito nel 2018, appena andato in pensione».

«Marco - sottolinea la presidente del Porto Carmela Togni - aveva un forte senso della giustizia e della solidarietà. La sua casa era aperta a tutti. Colonna portante dell’ associazione, ha portato avanti le varie iniziative: dai progetti di gestione diretta di sportelli d’ ascolto consorziati, a progetti finalizzati alla conoscenza dell’ immigrazione, alla creazione di relazioni di solidarietà e di sensibilizzazione. È stato un punto di riferimento per immigrati di tanti i Paesi, spendendosi in prima persona per sostenerli e sviluppare progetti di aiuto, sia sul nostro territorio che nei loro luoghi di provenienza. Il suo desiderio di giustizia, fratellanza e pace, lo vedeva instancabile, impegnato ad organizzare iniziative culturali per migliorare la reciproca conoscenza, l’ accoglienza e il confronto. Anche i suoi problemi di salute non hanno bloccato il suo desiderio di stare in mezzo alla gente. Tutto questo è la ricca eredità che lascia al Porto, e non solo, e che conserveremo gelosamente».

Il sindaco Marzio Zirafa lo ricorda così: «Marco era una persona estremamente buona e generosa che dispensava un sorriso ed una parola per tutti. Ha lavorato per il Comune di Ponte San Pietro per oltre 40 anni: tutti lo incontravamo per strada con la sua immancabile bicicletta, suo mezzo di trasporto sin dai tempi in cui faceva il messo comunale. Sono profondamente addolorato per la sua scomparsa. Ho avuto la fortuna di collaborare con lui per diversi anni: era un vero e proprio vulcano di idee e proposte. Di Marco ho apprezzato la lealtà, l’ entusiasmo, e, soprattutto, il suo grande amore per Ponte».

«Con la sua scomparsa ci sentiremo tutti un po’ più soli», ha commentato Marinella Perra, bibliotecaria e grande amica di Marco. A Ponte lo pensano in tanti.

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