Ponteranica, giochi vietati nei parchi
Il sindaco: impossibile igienizzarli

La decisione del sindaco: «Non riusciamo a garantire la pulizia a ogni uso». Malcontento dei genitori: «Socialità sacrificata».

Da lunedì 19 ottobre è vietato l’utilizzo dei giochi nei parchi pubblici di Ponteranica. La comunicazione è stata data dal sindaco Alberto Nevola utilizzando il gruppo Facebook «Sei di Ponteranica se…», e ne sono seguite subito alcune polemiche. Il sindaco Nevola ha scritto: «Da oggi (lunedì, ndr) chiuderemo l’accesso ai giochi nei parchi pubblici in quanto non ci è possibile garantire una modalità di pulizia che elimini il rischio di contaminazione. Confidiamo nella vostra collaborazione».

Un messaggio breve e conciso che arriva all’indomani della conferenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del nuovo Dpcm con le misure in vigore fino al 13 novembre. Anche se il nuovo decreto non parla espressamente di parchi, il sindaco ha deciso di intervenire in un’ottica di coerenza con tutto ciò che sta succedendo, come spiega: «In questo periodo stiamo chiedendo alle associazioni che utilizzano gli spazi comunali per le loro attività di rispettare tutta una serie di procedure e di igienizzare e sanificare tutte le attrezzature che utilizzano. Lo stesso vale per le scuole e gli asili, perciò abbiamo fatto una scelta di coerenza nel chiudere non i parchi, ma i giochi al loro interno».

La decisione, quindi, dipende dal fatto che il numero dei contagi si stia alzando e l’attenzione si sta concentrando su tutti quei comportamenti necessari a evitare il diffondersi del virus. La distanza sociale e la necessità di evitare contagi, dunque, passa anche dai giochi di un parco che non possono essere adeguatamente igienizzati a ogni utilizzo. «Ci sembrava poco logico mantenere delle concentrazioni di persone, vicino a dei giochi che non riusciamo a igienizzare con efficacia ora che siamo tornati ai livelli di allarme» conclude Nevola che ha poi cercato di spiegare questa decisione anche nella discussione nata sotto al post. Come prevedibile infatti, la scelta ha creato parecchio malcontento nei genitori che vedono la socialità dei figli sacrificata.

In effetti il Dpcm firmato la scorsa domenica, non dà indicazioni precise, lasciando molto spesso ai sindaci la responsabilità di scegliere cosa fermare e cosa no. Nel documento, si parla infatti di «diritto alla socialità, al gioco e in generale all’educazione dei bambini e degli adolescenti», ma anche della «necessità di garantire condizioni di tutela della loro salute, nonché di quella delle famiglie», lasciando ampio spazio all’interpretazione. Come lo stesso Nevola ha tenuto a sottolineare, però, la chiusura dei giochi presenti nei parchi per l’impossibilità di igienizzarli a dovere si posiziona soprattutto in un’ottica di rispetto per il lavoro delle associazioni a cui, invece, viene chiesto di rispettare pedissequamente le norme.

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