Predore, rocciatori in azione: rimosse le pietre in bilico sulla litoranea. Riapertura non prima di giovedì

Predore, pulito il pietrame ancora in bilico sulla provinciale 469. La Provincia effettuerà i lavori necessari per mettere in sicurezza la parete.

Rocciatori dell’impresa Midali di Branzi al lavoro sulle pareti verticali del Corno di Predore, da dove domenica alle 14 si erano staccati due macigni finiti sulla provinciale 469. Contrariamente a quanto previsto in un primo tempo dalla Provincia, la litoranea resta chiusa al transito «sino a nuova comunicazione». Il tempo necessario per la messa in sicurezza di quel versante soggetto a un fenomeno di dissesto naturale. Salvo imprevisti, la strada potrebbe essere riaperta al transito tra giovedì e venerdì. Muniti di corde ed elmetti, alle 7,30 di ieri mattina, nonostante il tempo piovoso, tre rocciatori sono saliti lungo una parete fino a circa cento metri di altezza, dove hanno individuato il punto di distacco. Come era stato ipotizzato durante i primi sopralluoghi di domenica dei vigili del fuoco e del geologo della Provincia, il macigno caduto era uno solo, che si è diviso in due durante la caduta nella boscaglia sottostante, nel tratto privo di reti di protezione. Mentre altri piccoli frammenti sono stati trattenuti dalle fitte piante che coprono il versante appena sopra la 469, frutto di un rimboschimento effettuato a partire dal secondo dopoguerra.

Nel rotolamento i due massi hanno divelto la recinzione del muro stradale, senza recare altri danni se non alla vegetazione, rasa al suolo durante la discesa. I macigni sono precipitati nei pressi di una storica residenza a lago appartenuta alla nota famiglia Stoppani e venduta a degli inglesi che hanno eseguito un importante lavoro di restauro dell’immobile e dell’area circostante.

È stato un caso che uno dei massi non sia precipitato a ridosso del ponte metallico che sovrasta la strada, realizzato di recente per collegare la villa all’area a monte, dove verranno realizzati alcuni fabbricati di pertinenza.

Una volta individuato il punto di distacco, i rocciatori hanno disgaggiato il pietrame ancora in bilico ed eseguito il lavoro di pulizia della vegetazione. Alle 14, sotto una pioggia ormai battente, si sono concluse le operazioni dei rocciatori, che hanno inviato alla Provincia il report sulla base del quale è stato deciso di effettuare lavori di messa in sicurezza della parete.

Il precedente nel 2019

Scorrendo la cronaca, l’ultimo masso che si è staccato dalle falesie del Corno di Predore, sempre nella stessa zona, risale al 10 gennaio 2019. Il macigno di un metro cubo e del peso di circa 30 quintali era riuscito a scavalcare la prima delle tre barriere paramassi sottostanti, abbattendo i piantoni delle altre due che ne hanno attutito l’impatto sulla sede stradale.

«Il Comune di Predore – sottolinea il sindaco Paolo Bertazzoli – nel corso degli ultimi vent’anni ha investito oltre due milioni di euro per la messa in sicurezza dei massi che affiorano a monte del centro abitato e che vengono scardinati dall’azione della vegetazione e degli agenti atmosferici. Stiamo inoltre predisponendo un progetto di messa in sicurezza del tratto a monte dell’Eurovil, per il quale siamo stati destinatari di un contributo statale a fondo perduto di più un milione di euro . La protezione della strada provinciale invece è responsabilità della Provincia che non ha mai trascurato interventi di protezione con l’installazione di reti paramassi».

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