Referendum , istruzioni per l’uso
Ecco tutto quello che dovete sapere

Domenica 4 dicembre i cittadini italiani sono chiamati alle urne per confermare o respingere la riforma della Costituzione italiana proposta dal governo guidato da Matteo Renzi.

La legge introduce molte e importanti modifiche all’assetto istituzionale dell’Italia ed è stata già approvata tre volte sia dalla Camera che dal Senato e ora, come richiesto da cittadini e parlamentari e come previsto dalla stessa Costituzione, sarà sottoposta all’esame della volontà popolare che deciderà se confermarla oppure no. Non è quindi un referendum abrogativo, in cui è previsto il quorum. Il risultato sarà valido qualunque sia l’affluenza alle urne. La riforma riguarda più di un terzi degli articoli della Costituzione, esattamente 47 su 139, ed è la più vasta dal 1948.

LE MODIFICHE – I cambiamenti alla Costituzione introdotti dalla riforma riguardano: il numero dei senatori, la loro funzione e le loro modalità di elezione, il superamento del bicameralismo perfetto, l’attribuzione esclusivamente alla camera dei deputati del compito di esprimere la fiducia nei confronti del governo, la procedura di elezione del presidente della Repubblica, la modifica dei rapporti tra Stato e Regioni, l’eliminazione del riferimento alle Province, l’abolizione del Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro), alcune modifiche nelle modalità di presentazione delle leggi di iniziativa popolare e dei referendum abrogativi.

Secondo il fronte del No questa riforma contiene troppe modifiche e soprattutto non sono chiare. Una delle principali preoccupazioni è l’indebolimento di alcuni poteri di garanzia costituzionale come il Senato, anche a fronte dell’entrata in vigore delle legge elettorale, l’Italicum.

Secondo i promotori del Sì invece queste modifiche non toccano i principi fondamentali della Carta, ma intervengono solo sull’assetto istituzionale. L’obiettivo è snellire le procedure di approvazione delle leggi garantendo una maggiore governabilità e un risparmio dei costi.

referendum costituzionale

A story told with Adobe Spark

IL QUESITO – Il testo che i cittadini troveranno sulla scheda elettorale è: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione?». Anche su questa dicitura, come per tutto il resto, non sono mancate polemiche. Secondo il fronte del no questo testo sarebbe implicitamente favorevole all’approvazione della riforma. Proprio per questo motivo Sinistra italiana e Movimento 5 Stelle hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio accusando chi ha scritto il quesito di aver fatto uno «spot al governo». I giudici hanno respinto il ricorso e la stessa sorte è toccata ai due ricorsi presentati dal costituzionalista Valerio Onida al Tribunale di Milano e ancora al Tar del Lazio. Il fronte del Sì ha più volte ricordato che il quesito è stato ammesso dalla corte di cassazione e che «riproduce il titolo della legge approvata dal Parlamento».

IL NUOVO SENATO – Come cambia per il Senato se la riforma viene approvata? Nell’attuale sistema tutte le leggi devono essere approvate dalla Camera dei deputati e dal Senato. Lo stesso vale per la fiducia al governo. Con le modifiche invece l’unico organo eletto dai cittadini a suffragio universale diretto sarà la Camera, la sola che dovrà approvare la fiducia al governo, approvare le leggi di bilancio e quasi tutte le leggi ordinarie. Il Senato avrà una funzione diversa. I senatori parteciperanno all’elezione del presidente della Repubblica, dei componenti del Csm (Consiglio superiore della magistratura) e dei giudici della corte costituzionale. La funzione principale sarà la rappresentanza e il raccordo tra lo Stato centrale, le Regioni e i Comuni. Sarà infatti composto da cento senatori (contro i 315 attuali) eletti dai Consigli regionali (95) e dal presidente della Repubblica (5 senatori a vita). I senatori saranno scelti nominando con metodo proporzionale 21 sindaci (uno per Regione, escluso il Trentino Alto Adige che ne nominerà due) e 74 consiglieri regionali (minimo due per regione, in proporzione alla popolazione e ai voti ottenuti dai partiti). I consiglieri resteranno in carica per la durata del Consiglio regionale che li ha eletti.

Il Senato sarà chiamato ad approvare solo alcune leggi: costituzionali, quelle sulla partecipazione dell’Italia alla formazione all’attuazione delle politiche europee, quelle sull’elezione del senato e sull’ordinamento delle regioni, Comuni e città metropolitane. Il senato avrà la possibilità di proporre modifiche alle leggi della Camera, ma solo entro dieci giorni e su richiesta di almeno un terzo dei senatori.

IL TITOLO V – Il titolo V della Costituzione italiana riguarda gli enti territoriali. E’ già stato riformato nel 2001 con una legge di carattere federalista. La principale modifica introdotta da questa riforma riguarda le competenze tra Stato e Regioni e la soppressione della «competenza concorrente» cioè la sovrapposizione di competenze. Introduce inoltre la «clausola di supremazia» cioè il principio per cui le ragioni e le decisioni dello Stato prevalgono su quelle delle Regioni. Le competenze che saranno di esclusiva competenza statale sono la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionali dell’energia; le infrastrutture strategiche e le grandi reti di trasporto e di navigazione d’interesse nazionale e le relative norme di sicurezza; i porti e gli aeroporti civili di interesse nazionale e internazionale; il commercio con l’estero; l’adozione di disposizioni generali e comuni per la tutela della salute, per le politiche sociali, per la sicurezza alimentare e il turismo; la tutela e sicurezza sul lavoro, le politiche attive del lavoro, l’ambiente e l’ecosistema; il sistema nazionale e il coordinamento della protezione civile; il coordinamento dell’uso delle tecnologie digitali nell’amministrazione statale, regionale e locale; il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; l’adozione delle norme sui procedimenti amministrativi per assicurarne l’uniformità sul territorio nazionale.

LEGGI DI INIZIATIVA POPOLARE E REFERENDUM - Il quorum che rende valido il risultato di un referendum abrogativo resta sempre del 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto, ma se i cittadini che propongono la consultazione sono 800mila, invece che 500mila, il quorum sarà ridotto: basterà che vada a votare il 50 per cento più uno dei votanti alle ultime elezioni politiche, non il 50 per cento più uno degli aventi diritto. Per proporre una legge d’iniziativa popolare non saranno più sufficienti 50mila firme, ma ne serviranno 150mila.

IL CNEL – Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro è un organo previsto dalla Costituzione e che si occupa di leggi sull’economia e sul lavoro. Il suo compito è di fornire pareri su questi temi e di proporre leggi. La riforma ne prevede l’abolizione perché ritiene che i costi siano ingiustificati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA