Richiami dei vaccini: dosi, anticorpi e protezione, ecco le risposte ai dubbi

Covid, la campagna vaccinale si completa attraverso i richiami. Da Aifa e Ema i chiarimenti sui tempi e le modalità da rispettare.

Nella campagna di vaccinazione contro il Covid-19, un ruolo centrale lo giocano i richiami. La seconda dose del composto ha infatti «la funzione di rafforzare e garantire la memoria immunologica per un tempo più lungo» assicura Guido Forni, immunologo dell’Accademia nazionale dei Lincei. Ma dopo quanti giorni i cittadini ricevono la seconda dose? E quando scatta la piena efficacia del vaccino? Di seguito le principali risposte.

Chi è stato vaccinato con Pfizer – vaccino a base di Rna messaggero – riceve il richiamo dopo 21 giorni dalla prima dose. Tuttavia Aifa concede la possibilità, qualora fosse necessario, di dilatare l’intervallo fra le due dosi fino ad un massimo di 42 giorni. Gli studi di sperimentazione, condotti su una platea di 44 mila persone, hanno dimostrato che due dosi del composto Pfizer somministrate a distanza di 21 giorni l’una dall’altra possono impedire al 95% degli adulti di sviluppare la malattia da Covid-19. L’efficacia è stata dimostrata dopo una settimana dalla seconda dose.

Chi riceve il vaccino Moderna – il secondo a Rna messaggero approvato dall’Ema – deve effettuare il richiamo a 28 giorni dalla prima dose. Anche in questo caso Aifa concede, se necessario, di posticipare il richiamo entro il 42esimo giorno. Al termine dei test di sperimentazione promossi su 30.420 persone, l’azienda farmaceutica americana ha dimostrato che due dosi, somministrate a distanza di 28 giorni, sono state in grado di impedire al 94,1% degli adulti di sviluppare la malattia da Covid-19. In questo caso l’efficacia è stata completata dopo due settimane dalla seconda dose.

L’autorizzazione concessa al vaccino a vettore virale AstraZeneca da parte di Ema e Aifa prevede la somministrazione del richiamo in un intervallo compreso fra uno e tre mesi dalla prima dose. Gli studi di sperimentazione sono stati condotti su una platea di 24 mila persone, dimostrando un’efficacia pari a circa il 60%. Nuovi dati pubblicati a febbraio sulla rivista scientifica Lancet hanno però indicato un’efficacia superiore (82,4%) nelle persone che ricevono il richiamo nel corso della 12esima settimana dalla prima dose. Ecco perchè Aifa raccomanda che la seconda dose sia somministrata proprio nella 12esima settimana, e comunque ad una distanza di almeno dieci settimane dalla prima. La protezione inizia già da circa 3 settimane dopo la prima iniezione, ma potrebbe essere incompleta fino a 15 giorni dopo la somministrazione del richiamo.

Il quarto vaccino, a vettore virale, è l’unico composto monodose approvato dall’Ema. Chi riceverà Johnson & Johnson, dunque, non dovrà fare alcun richiamo. Almeno, non nell’immediato. Un risultato a cui l’azienda farmaceutica americana è arrivata inserendo «in quell’unica dose di vaccino una concentrazione più alta di particelle virali» ha spiegato l’immunologo Guido Forni. Gli studi di sperimentazione sono stati condotti su una platea di 44 mila persone: l’efficacia rilevata è pari al 67%.

TUTTE LE DOMANDE E TUTTE LE RISPOSTE

Chi deve ricevere la seconda dose di vaccino?
Chi è stato vaccinato con Pfizer, Moderna o AstraZeneca. Johnson & Johnson è l’unico composto monodose approvato da Ema e Aifa.

Quando si riceve la seconda dose?
Dopo 21 giorni (Pfizer), 28 giorni (Moderna), 10-12 settimane (AstraZeneca) dalla prima iniezione.

Come si prenota il richiamo?
I cittadini si prenotano un’unica volta, per ricevere la prima dose di vaccino. Al termine della seduta vaccinale, l’Asst di competenza consegna agli utenti un documento con data, ora e sede per il richiamo. Questo documento vale come foglio di convocazione e non c’è bisogno di effettuare nessun’altra prenotazione.

Perché è necessario fare un richiamo?
Come spiega l’Aifa, nella maggior parte della popolazione la prima dose di vaccino evoca un’iniziale risposta immunitaria che conferisce una protezione soltanto parziale. Protezione che inizia, a seconda della tipologia di vaccino dopo circa 2-3 settimane dalla prima dose, mantenendo il rischio da Covid-19 ancora presente, seppur ridotto. La seconda dose di vaccino serve dunque ad incrementare la risposta immunitaria e ad ottenere la protezione vaccinale ottimale.

E’ possibile ritardare la seconda dose oltre l’intervallo previsto?
Per Pfizer e Moderna, i due vaccini a Rna messaggero, le autorità sanitarie prevedono la possibilità, se necessario, di posticipare la seconda dose di qualche giorno. Deve però essere fatta entro e non oltre la 42sima giornata.


Chi ha già contratto il Covid-19 riceve una o due dosi di vaccino?

Dipende da quando lo si è contratto. Chi è risultato positivo nei sei mesi precedenti la convocazione per il vaccino - sia che abbia avuto sintomi severi, sia in presenza di una forma asintomatica dell’infezione - riceve soltanto la prima dose (ma devono essere passati almeno tre mesi dalla positività). Chi ha invece contratto il Covid in precedenza, viene vaccinato con due dosi. Questa raccomandazione, precisa l’Aifa, potrebbe essere rivista “qualora dovessero emergere e diffondersi varianti di Sars-CoV-2 connotate da un particolare rischio di reinfezione”.

Prima della vaccinazione, è utile fare un test sierologico per verificare la presenza e il livello di anticorpi?
No.“Come da indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – scrive l’Aifa –l’esecuzione di test sierologici volti a individuare la positività anticorpale nei confronti del virus, non è raccomandata ai fini del processo decisionale vaccinale”.

Chi si ammala di Covid-19 dopo la prima dose di vaccino deve fare il richiamo?
No. Secondo le autorità sanitarie, infatti, nel caso di persone con infezione da Sars-Cov-2 accertata dopo la prima dose, l’infezione stessa rappresenta un potente stimolo per il sistema immunitario che si somma a quello fornito dalla prima vaccinazione. Considerato che già l’infezione naturale conferisce una risposta immunitaria specifica per il virus, non è quindi indicato somministrare a queste persone il richiamo.

Chiusa la prima campagna di vaccinazione contro il Covid-19, bisognerà fare altri richiami?
E’ probabile, soprattutto per garantire piena protezione dalle nuove varianti del virus che sono già emerse e che potrebbero continuare a emergere anche nelle prossime settimane. Alcune aziende farmaceutiche sono già al lavoro in questo senso. Per fare un solo esempio: Moderna ha messo a punto in poche settimane un nuovo vaccino proprio contro la proteina spike sudafricana. Le prime dosi sono state già spedite ai National Institutes of Health, negli Usa, per la sperimentazione.

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