Ricoveri: +119 in Lombardia, Bergamo stabile
«Guardia alta, già pronto il piano d’emergenza»

Marco Rizzi, direttore delle Malattie infettive dell’Asst Papa Giovanni: «Il virus circola ancora, bene le restrizioni per non intasare gli ospedali».

I ricoveri Covid in Lombardia registrano una nuova impennata: +119 in un giorno (sono 3.641 i degenti nei reparti ordinari, dati in crescita per la quinta volta nell’ultima settimana) mentre il dato bergamasco si conferma invece in sostanziale stabilità. Ieri nessuna variazione, domenica 9 ricoverati in più, sabato 8 ricoverati in meno e negli ultimi sette giorni un saldo complessivo di 8 ricoverati in più (dai 250 pazienti Covid del 6 gennaio ai 258 registrati ieri). «Qui in Bergamasca la situazione resta stabile, con un discreto numero di ricoveri, e una quantità non proprio bassa di pazienti che abbiamo ancora nella nostra Terapia intensiva: oscilliamo tra i 60 e i 70 ricoverati, da giorni e giorni ormai, e la metà è in Area critica. Inoltre, altrove, in Italia e in Lombardia anche, si sta vedendo una costante, lenta crescita. Ed è quindi un bene che si adottino ora provvedimenti più restrittivi: deve essere chiaro che questa seconda ondata non si sta spegnendo, e che dobbiamo metterci al riparo da altre impennate. La scelta di abbassare le soglie per l’ingresso delle regioni in zone con maggiori restrizioni può rivelarsi strategica, in questo momento». Marco Rizzi, direttore delle Malattie infettive dell’Asst Papa Giovanni di Bergamo dipinge un quadro dell’andamento pandemico che non spinge all’ottimismo, almeno sul futuro prossimo.

«La nostra Azienda, come tutte le altre sul territorio è già stata invitata dalla Regione a presentare un piano da far scattare in caso di impennata rapida dei contagi: noi, come tutti gli altri, in provincia, siamo pronti – rimarca Rizzi –. I numeri ci dicono che non siamo nella stessa situazione di maggio-giugno: questa volta non si è azzerato nulla, e i decessi sono ancora alti. Il virus circola ancora molto, e i casi che costantemente, anche se in numero minimo almeno qui in Bergamasca, continuiamo a ricoverare ogni giorno, ci indicano che i nuovi contagi avvengono soprattutto in ambito familiare. Una stretta è opportuna. Ci sono stati alcuni allentamenti sotto Natale e Capodanno, e anche se ormai il cosiddetto effetto feste almeno sul nostro territorio non si sta rivelando imponente, in termini di nuove infezioni, visto che i 15 giorni da Natale sono passati e siamo a quasi 15 giorni da Capodanno, è evidente che la curva non crolla. E quindi bisogna restare molto vigili e non allentare le limitazioni. Non possiamo, ora, rischiare di intasare di nuovo gli ospedali». Al Papa Giovanni XXIII, per il momento c’è lo «sfogo» della Fiera. «Ci aiuta, possiamo permetterci di mantenere altre attività in ospedale e di tenere sotto controllo la pressione nelle Terapie intensive, ma si vedrà cosa la Regione decide di fare con la Fiera, si sta valutando, e oltretutto, comunque, in termini di personale che dobbiamo dislocare lì, e quindi sottrarre al Papa Giovanni, l’equilibrio che si è creato non può durare in eterno. Se i casi dovessero aumentare, anche in altre zone della Lombardia, dobbiamo essere pronti a riorganizzarci subito».

«Guardia alta»

Intanto, si sta continuando a vaccinare, e questo è un dettaglio non da poco: la svolta diventa sempre più reale. «Senza dubbio, ma abbiamo davanti mesi e mesi di vaccinazioni, e anche aumentando i ritmi, sono le dosi che non devono mancare. Prima dell’autunno non avremo un numero di vaccinati tale da farci sentire al sicuro – conclude Rizzi –. Per questo, è adesso che bisogna insistere per fare abbassare i contagi. E dobbiamo sempre guardare a cosa accade nei Paesi a noi vicini: quello che succede lì, poi capita da noi. E in Gran Bretagna, in Francia, in Germania sono messi male. Quindi, serve una guardia alta: la Bergamasca sta meglio, ma non siamo un’isola».

Contagi e ricoveri

Per quanto riguarda il dato dei contagi cala il dato dei nuovi positivi sul territorio regionale (+1.146) e nella Bergamasca (+26) sulla scorta però di un numero esiguo di tamponi processati su scala regionale (+15.964, tasso del 7,1%). Sono 2 i decessi giornalieri per Covid accertati nella nostra provincia, che portano il totale a 3.351 vittime ufficiali da inizio epidemia (il giorno prima un decesso; a gennaio 23 morti). In Lombardia sono state accertate 54 vittime giornaliere (25.903 da febbraio 2020; a gennaio 780 decessi).

Altri 1.184 pazienti risultano guariti e dimessi dagli ospedali regionali; nelle Terapie intensive si è registrato un incremento di 4 unità (sono 466 i posti letto occupati) e con i 119 nuovi ricoverati nei reparti di medicina sono 297 i degenti Covid in più negli ospedali lombardi nell’ultima settimana. Il saldo dei ricoverati nelle strutture ospedaliere della Bergamasca resta invariato: sono 258 i degenti Covid, di cui 36 in Terapia intensiva (-2). Nessuna variazione all’ospedale Papa Giovanni, dove sono 74 i ricoverati: 44 in degenza e 30 (-2) in Terapia intensiva (di cui 13 in Fiera); calo di 3 unità negli ospedali dell’Asst Bergamo Est: sono 48 i pazienti Covid, di cui 17 nell’ospedale di Seriate, ai quali ne va aggiunto 1 in Terapia intensiva; 7 ad Alzano, 6 a Piario, 5 a Lovere, 12 a Gazzaniga. Due ricoverati in più negli ospedali dell’Asst Bergamo Ovest: sono 63 i degenti accolti (38 nell’ospedale di Treviglio e 25 nel plesso di Romano). Nel Policlinico di Ponte San Pietro (Istituti ospedalieri bergamaschi-Gruppo San Donato) si segnalano 2 ricoverati in più: sono 49 i malati Covid, di cui 5 in Terapia intensiva. Numeri invariati all’Humanitas Gavazzeni, dove ieri erano ricoverate 14 persone: 11 pazienti Covid, 3 nel reparto “grigio” (sottoposti a tampone e in attesa dell’esito) e nessuno in Terapia intensiva. Di nuovo in calo i ricoverati all’istituto Palazzolo, che ospita 10 degenti (-1). Nessun ricoverato nella Casa di cura San Francesco, struttura Covid free con i reparti sanificati da fine dicembre.

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