Rifugi, prime aperture previste per fine maggio: «Ma dateci indicazioni chiare»

Troppa neve, si riapre a fine mese se non a giugno. Fioccano già le prenotazioni, anche tedeschi in arrivo. «Assurdo non far entrare la gente».

Le prime aperture saranno, probabilmente, per la fine di maggio: troppa neve ancora alle alte quote e troppe regole che non permetterebbero ai rifugi delle Orobie di lavorare con serenità. Mentre si attendono chiarimenti sulle norme che dovranno essere rispettate per la prossima stagione estiva, i rifugi delle Orobie rimangono chiusi. «In questo momento - spiega Sandra Bottinelli, rifugista dell’Albani a Colere -, la norma secondo la quale si può mangiare solo all’esterno per noi è penalizzante. Non è fattibile: non ha senso aprire un rifugio e lasciare all’esterno la gente. Apriremo da qui a un mese, se le regole non cambiano prima. In questo momento in realtà io principalmente mi aspetto indicazioni chiare e univoche per gestire i casi di emergenza. Se, per esempio, quando è previsto un temporale le persone si possano appoggiare a un rifugio o tutte le variabili che riguardano la frequentazione delle nostre strutture. Le indicazioni devono essere chiare sia per noi che gestiamo le strutture, sia per chi si muove per frequentare la montagna. Una volta che avremo le regole non sarà un problema applicarle: nell’ultimo anno siamo diventati bravi a organizzarci per applicare regole diverse». Per quella che si prospetta essere una stagione di nuovo positiva.

Appeal Giro delle Orobie

«In questi giorni - aggiunge Bottinelli - stanno prenotando il pernottamento estivo diversi tedeschi che saranno impegnati nel Giro delle Orobie. Credo che le persone, rispetto allo scorso anno, non abbiano più paura a muoversi. Credo che se domani dovessi aprire avrei un ottimo afflusso di persone, ma prima di fare questo passo vorrei vedere regole chiare. La richiesta è tantissima, la stagione per ora sembra andare nella giusta direzione».

Presto per parlare di riapertura anche al Rifugio Laghi Gemelli. «Per come è strutturato il rifugio - spiega Maurizio Nava -, e con le norme attuali, non posso far entrare la gente all’interno. Ho bisogno di montare, come l’anno scorso, una casetta di legno che utilizzo come bar esterno, ma per ora al rifugio c’è ancora almeno un metro e mezzo di neve. Credo non riapriremo se non a fine maggio, i primi di giugno».

Presto per sbilanciarsi, quindi, su quella che sarà la stagione estiva, con tutte le novità che potrebbe portare con sé. «Si parla di pass turistico - continua -, potrebbe essere utile se permettesse di evitare il distanziamento. Ma se questo deve invece essere mantenuto, non trovo grandi vantaggi: dovremo comunque diminuire i posti in sala. È vero, abbiamo la possibilità di servire all’esterno, ma siamo in montagna e appena arriva la nuvoletta la cosa diventa improponibile. Quest’anno ho paura che ci sarà anche più gente dell’anno scorso: oltre ai frequentatori abituali, magari ci saranno anche coloro che hanno scoperto la montagna lo scorso anno. Dico “ho paura” non perché la cosa mi dispiaccia, ma perché quando arrivano le ondate di gente diventa difficile la gestione della struttura, ci sono grosse difficoltà nel contingentare gli ingressi e gestire le ondate».

Ovunque sulle Orobie iniziano ad arrivare richieste di pernottamenti. «Qualche richiesta c’è - spiega Claudio Bagini, del rifugio Calvi -, ma anche il pernottamento non sarà come prima. C’è da chiarire anche il tema delle possibilità di accesso al rifugio: un rifugio è un posto dove rifugiarsi, come fai a lasciare fuori la gente? Speriamo arrivino indicazioni chiare in questo senso».

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