Roulotte-baita a 2 mila metri di quota
Vita da pastori in Alpe Grabiasca

L’ha fatta trasportare in elicottero il pastore Fabio Boni, di Parre. Un viaggio speciale per offrire un riparo in quota.

Una roulotte a (quasi) duemila metri di quota, con i valloni vicini che ancora trattengono gli ultimi residui invernali delle valanghe. Può capitare di imbattersi anche in questa originale «baita» andando in Alpe Grabiasca, per compiere un’escursione.

Fabio Boni, pastore di Parre, da alcuni anni sale su questo alpeggio sopra Gandellino per accudire il suo gregge di oltre 400 pecore e quest’estate ha deciso di stare un po’ più «comodo».

«La terza baita di Grabiasca – racconta – è quella che si trova più a monte. Qui trascorro quasi un mese e oltretutto si deve salire ancora un’ora per raggiungere la parte più alta dell’alpeggio, ossia le pendici del Pizzo Ceppo e la zona della Valsecca. Quello che rimaneva di questo rustico edificio è crollato anni fa e quindi ero obbligato a fare ritorno alla seconda baita ogni sera. Al di là del tempo impegnato, circa 40 minuti, da laggiù non riuscivo ad avere visibilità sulle greggi, soprattutto in caso di nebbia». Da questa necessità, il piano B. «A quel punto – racconta infatti il pastore Boni – pensando anche alle lunghe giornate passate sotto l’ombrello in mancanza di qualsiasi riparo, ho ritenuto che quella di portare qui una roulotte potesse essere la soluzione migliore. Alla metà di giugno, quindi, ho deciso di fare trasportare in quota la mia, rivolgendomi a un elicotterista che potesse fare questo lavoro».

Fabio da anni aderisce al Progetto Pasturs, iniziativa che gli permette di avere al proprio fianco, nei mesi di luglio e agosto, alcuni ragazzi che lo aiutano nelle sue mansioni quotidiane in alpeggio. Un’esperienza che offre spunti di riflessione nell’approccio dell’uomo alla natura, anche in questo caso speciale.

«Quando abbiamo iniziato la salita verso la terza baita – scrive Giulia sulla pagina Facebook di Pasturs – quasi non ci credevo. Fabio mi aveva raccontato qualcosa della roulotte, ma non immaginavo questa “vetrata panoramica” a duemila metri di quota con vista sull’Alpe Cardeto e sulla valle. Ascoltare i suoi racconti, giocare assieme a carte la sera godendo di questa vista spettacolare è stata un’esperienza davvero particolare».

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