Ryanair, 3.000 posti a rischio
A Orio 34 aerei in parcheggio

Almeno fino a fine luglio non è prevista la ripresa del traffico. Flotta pronta a ripartire: impegnata in voli di mantenimento ogni 7-14 giorni.

Probabilmente dalle parti di Dublino devono avere rifatto bene i conti e lasciato l’ottimismo a terra. Come gli aerei di Ryanair che per la gran parte rimarranno a terra almeno fino a fine luglio, è stato annunciato in un comunicato stampa. Dove ci sono notizie poco più che pessime anche per il personale: gli irlandesi volanti prevedono di tagliare 3.000 posti di lavoro tra piloti e assistenti di volo, sempre da luglio. E per chi resta, taglio del 20% della retribuzione.

Il ritorno ai livelli pre-Covid è ora prudentemente spostato all’estate 2022, in linea con le previsioni degli analisti delle maggiori compagnie aeree. Che se la passano tutti parecchio male, come si è visto per Lufthansa, salvata in extremis, o British e il suo piano di migliaia di licenziamenti. Ryanair ha anche annunciato una battaglia legale contro quelli che ha definito «aiuti di Stato illegittimi e discriminatori» concessi a talune compagnie europee. Nell’attesa, il patron Michael O’Leary ha deciso una riduzione della sua retribuzione del 50% fino al marzo 2021.

Base europee verso il taglio

Una decisione suffragata (imposta) dai numeri: a fronte di una previsione di 42,4 milioni di passeggeri nello scorso trimestre, se ne sono registrati il 99,5% in meno. Ovvero 150 mila o poco più. Del resto fino a fine luglio non sarà operativo il 99% dei voli: solo qualche collegamento tra Irlanda e Gran Bretagna.

Si punta ad una ripresa da luglio in poi, visto che il nuovo obiettivo dichiarato è di 100 milioni di passeggeri fino a marzo, 54 in meno del preventivato: nell’attesa sono partiti i negoziati con Boeing per rimodulare (e contenere) il numero di consegne di nuovi aerei nei prossimi mesi.

Una situazione che avrà riflessi inevitabili anche sugli scali: Ryanair prevede difatti di tagliarne diversi dal suo network europeo.

Quei voli da pochi minuti

Intanto a Orio di aerei Ryanair ce ne sono ben 34 parcheggiati. Una scelta non casuale, sia perché lo scalo è la principale base continentale della compagnia sia perché qui c’è Seas, società specializzata nella manutenzione degli aeromobili. Non più tardi dell’ottobre scorso è stato inaugurato il terzo hangar, dopo il primo di ottobre 2016 e il secondo dell’estate di due anni fa.

«Gli aerei sono qui pronti per ripartire quando sarà il momento» spiega Alessandro Cianciaruso, amministratore delegato di Seas. «La scelta di Ryanair è stata tenere tutta la flotta attiva, in stand by, così da poter ricominciare immediatamente a volare. Quindi l’aeromobile non può restare a terra: ogni 7, massimo 14 giorni, secondo i diversi programmi, gli viene fatto fare un volo tecnico». Per questo motivo che, ogni tanto, pur nel lockdown, si vedono decollare e atterrare aerei «che fanno il classico giro campo: questo ci consente di mantenerli sempre attivi e compiere anche le manutenzioni necessarie». Nell’attesa di tornare a volare.

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