Scuola, nuovo positivo al liceo Lussana
Primi rientri per le classi in quarantena

Dopo il primo caso, un nuovo positivo al Lussana. Avviato l’isolamento per tutti i compagni. La preside delle medie di Casazza: «Abbiamo risposto a una situazione inaspettata. La didattica a distanza ha funzionato».

Dopo le prime quarantene, rientrano a scuola le prime classi, che hanno passato i 14 giorni di isolamento sui propri pc, a seguire le lezioni (nuovamente) a distanza. A partire dalla prima bergamasca in cui era stata individuata una persona positiva al Covid: la classe dell’Istituto Comprensivo di Casazza dove quattro giorni dopo l’inizio delle lezioni un alunno aveva manifestato i sintomi. «I ragazzi sono tutti rientrati da qualche giorno – racconta la dirigente scolastica, Maria Antonia Savio – e sono tutti tranquilli. Gli insegnanti sono stati bravissimi a gestire la situazione. All’inizio della scuola abbiamo sofferto anche noi di una carenza di organico, ma gli insegnanti che erano già presenti a scuola hanno fatto un lavoro importantissimo per sopperire alle assenze, riuscendo a garantire le 15 ore settimanali di Didattica a distanza, proponendo attività anche per le materie i cui insegnanti ancora mancavano. All’inizio è stato una specie di shock: la scuola era iniziata da così pochi giorni, e abbiamo cercato di essere anche di supporto alle famiglie che si sono trovate a dover gestire una situazione inaspettata». Una grande collaborazione con Ats e la disponibilità degli insegnanti hanno fatto il resto: «Voglio ringraziare il collegio docenti – conclude la preside -, che si è impegnato molto, ed è stato preparato e collaborativo».

Al liceo scientifico Lussana di Bergamo invece, la prima classe che era stata confinata in quarantena, per la presenza di uno studente positivo al tampone, è rientrata nelle aule di via Angelo Maj lunedì 5 ottobre. «La nostra è stata una delle prime classi finite in quarantena – dice Stefania Maestrini, dirigente scolastico dell’Istituto -, la scuola non era iniziata da una settimana. Questi ragazzi sono stati quattordici giorni a casa, sono stati sottoposti da Ats al tampone e sono risultati essere tutti negativi, e ora sono rientrati tutti a scuola. In quel periodo gli insegnanti, che sono stati convocati da Ats, me che non sono stati sottoposti a tampone, potevano venire a scuola e in questo modo garantire il corretto proseguimento delle attività didattiche a distanza». Attività che vengono garantite anche alla nuova classe del Lussana che, proprio in questi giorni, è finita in quarantena. «Anche in questo caso – aggiunge – si tratta di una classe con una persona positiva. Due casi dall’inizio della scuola finora non ci creano particolari preoccupazioni: su 1.700 studenti totali si tratta di un numero esiguo di casi, in un ambiente dove si incontrano moltissime storie diverse. In generale, rimane fondamentale l’indicazione di usare correttamente le mascherine sempre».

La Didattica a distanza funziona, ma non è paragonabile a quella in presenza. Una consapevolezza che hanno ben chiara al Leonardo da Vinci dove una classe dovrebbe rientrare a giorni dalla quarantena. «In queste settimane – spiega il dirigente scolastico, Luca Radici – abbiamo messo a frutto l’esperienza che abbiamo fatto nel corso del lockdown. Il docente ora va nell’aula dove dovrebbe esserci la classe, si connette con i ragazzi e trasmette live la propria lezione. In questo modo riusciamo a garantire l’orario regolare, sei ore al giorno. Per ora i tamponi dei ragazzi sono tutti negativi. Non vediamo l’ora di riaverli a scuola: questa fase a distanza è proficua, ma solo perché limitata nel tempo; in presenza è tutta un’altra cosa».

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