Segretario comunale indagato
Sequestrata la villa a Sorisole

La Procura indaga sulle presunte appropriazioni illegittime del funzionario nel biennio 2018-2019, quando era in servizio, contemporaneamente e anche a scavalco, in 25 Comuni della Bergamasca.

La villa di Sorisole, nella zona di Azzonica, che il segretario comunale Vincenzo De Filippis aveva acquistato per circa 400 mila euro, da mercoledì 30 settembre è sotto sequestro. Gli uomini della polizia giudiziaria della Procura, di concerto con i carabinieri di Villa d’Almè, hanno messo i sigilli sulla residenza, in esecuzione di un decreto emesso dal gip su richiesta del pm Giancarlo Mancusi.

La Procura indaga sulle presunte appropriazioni illegittime del funzionario nel biennio 2018-2019, quando era in servizio, contemporaneamente e anche a scavalco, in 25 Comuni della Bergamasca, tra la Valle Imagna, la Val Cavallina, la Val Serina e la Val Brembilla. A De Filippis gli inquirenti contestano la truffa aggravata ai danni dello Stato e il falso ideologico: in veste di segretario comunale di 19 comuni, tra cui Rota d’Imagna, all’epoca capofila di una convenzione con altri sei Comuni, si sarebbe appropriato di circa 488 mila euro, gonfiando e autoliquidandosi rimborsi spese da centinaia di migliaia di euro e attestando falsamente la propria presenza in 11 delibere di giunta concomitanti in Comuni diversi, da febbraio 2018 a giugno 2019. Con De Filippis è indagata per truffa aggravata Silvia Lazzaroni, dipendente del Comune di Gandino nel servizio ragioneria e a scavalco a Costa Mezzate, Cenate Sotto, Brumano, Filago, Costa Serina e Strozza. La funzionaria è accusata di essersi appropriata di 166 mila euro nello stesso biennio, gonfiando rimborsi e indennità di trasferta. Anche nei suoi confronti la Procura ha chiesto e ottenuto il sequestro per equivalente di un appartamento a Entratico.

I rimborsi raddoppiati

Oltre 160 mila sui 488 mila contestati a De Filippis sarebbero frutto di retribuzioni in eccesso che come segretario comunale di Rota d’Imagna avrebbe ottenuto sfruttando la qualifica di incarico di seconda classe, in luogo di quello di quarta, assegnatogli dalla convenzione. Ma sono i 112 mila euro di rimborsi chilometrici gonfiati (0,60 centesimi al km, invece di 0,30 riconosciuti dal Comune di San Giovanni Bianco), è l’accusa, non autorizzati e non documentati ad attirare l’attenzione degli investigatori. De Filippis arriverebbe a indicare 30 accessi settimanali in tutti i Comuni nel 2018 sempre partendo da Rota d’Imagna e in 66 chilometri il percorso andata e ritorno Bergamo-Barzana (contro i 28 reali). Quando i carabinieri di Piazza Brembana lo fermano a Olmo al Brembo per un controllo nell’aprile 2020, sulla sua Fiat il contachilometri segna 155 mila chilometri, 56 mila da ottobre 2018, contro i 220 mila indicati nei rimborsi.

Il caso Brumano

Brumano, per l’accusa, è un caso emblematico. È uno dei sei Comuni convenzionati con Rota d’Imagna, da cui De Filippis avrebbe incamerato oltre 200 mila euro in 10 anni e dove Silvia Lazzaroni subentra a De Filippis nella gestione dei servizi finanziari e contabilità. Proprio a Brumano la Lazzaroni avrebbe percepito indebitamente 126 mila euro sui 166 mila contestati. De Filippis, secondo gli inquirenti, sarebbe stato al tempo stesso colui che ha liquidato, mandato in pagamento e percepito gli indebiti emolumenti. «Non ho nulla da spiegare, farò ricorso al Riesame», ha detto ieri il segretario comunale, assistito dall’avvocato Marco Zambelli (che assiste anche Silvia Lazzaroni). Il legale ieri ha preferito non rilasciare commenti. Dopo aver rinunciato a una serie d’incarichi, De Filippis è tutt’ora in servizio in numerosi Comuni della Bergamasca.

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