«Sì agli allenamenti all’aperto»
Società in ordine sparso

Contrordine. Gli allenamenti si possono fare, come detto da Giuseppe Conte, con la conferma del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora.

In un clima generale che certo non induce alla serenità, la speranza delle società sportive è che, quantomeno, sia finito il balletto «allenamenti sì-allenamenti no» ingenerato a metà ottobre da Regione Lombardia e rinfocolato dal Dpcm emanato quest’ultima domenica. I commi relativi agli sport di contatto erano diversi ma tutt’altro che limpidi: così è stato necessario che lunedì il Dipartimento per lo sport pubblicasse apposite faq di chiarimento, certificando la possibilità di fare allenamento; tutto smentito, però, il giorno dopo da una circolare del Ministero dell’Interno, che metteva nuovamente al bando ogni forma di training.

Mercoledì sera altra giravolta: prima lo stesso premier, poi Spadafora hanno dato un nuovo via libera agli allenamenti, rilanciato ieri dalle varie federazioni sportive. Dunque, come scrive ad esempio la Figc, allo stato attuale dei fatti «è consentito lo svolgimento di allenamenti all’aperto e in forma individuale, nel rispetto delle norme di distanziamento e delle altre misure di cautela, anche con la presenza di un istruttore/allenatore».

Di nuovo in campo

«Si può ripartire? E noi ripartiamo». Il continuo tiramolla sugli allenamenti non ha logorato la pazienza della Fiorente Colognola. «È una situazione un po’ paradossale – dice il vicepresidente Federico Gambarini – ma noi siamo sempre stati pronti a ricominciare».

Tanto è vero che i ragazzi della Fiorente erano già tornati sul campo della scuola Belotti, alle porte sud di Bergamo: «Lunedì abbiamo ripreso gli allenamenti, seguendo le indicazioni arrivate quel giorno, poi il contrordine del Viminale ci ha nuovamente stoppati. Adesso l’ok pare definitivo, dunque sono partite le nuove info alle famiglie».

Certo anche i genitori rischiano il disorientamento: «Noi li ringraziamo, perché comunque continuano a garantire il loro appoggio: tengono tutti all’attività fisica dei ragazzi, anche quelli che, comprensibilmente, magari aspettano ancora un po’ a mandare i loro figli».

Anche in provincia c’è chi ha già riacceso i motori degli allenamenti: «Oltre a essere il responsabile del settore giovanile – dice Emanuele Gregorio del Lemine – qui svolgo anche la funzione di dap (dirigente addetto al rispetto dei protocolli, ndr): quindi posso assicurare che ad Almenno, fra i campi di San Salvatore e San Bartolomeo, i nostri allenamenti continueranno a svolgersi in totale sicurezza. Abbiamo modificato un po’ le nostre abitudini, riducendo sia il numero delle sedute, sia la loro lunghezza; inoltre i giocatori di una stessa squadra arrivano in momenti diversificati, proprio per eliminare il rischio dell’assembramento. Con certe cose non si scherza».

Per ora alla finestra

Non mancano, comunque, i «no, grazie» comunicati da chi pensa sia comunque opportuno soprassedere, almeno per il momento. Dopo le valutazioni del caso la Trevigliese ha fatto sapere via social che «la situazione di incertezza e confusione venutasi a creare negli ultimi giorni … ci costringe a interrompere provvisoriamente le attività per tutte le nostre squadre. La priorità va alla salvaguardia della salute di tutti noi: atleti, tecnici, dirigenti, collaboratori e famiglie». Il che non significa sprofondarsi in un divano: «Forniremo, squadra per squadra, un programma di allenamento che permetta a tutti i tesserati di restare in forma durante questo periodo di sosta forzata».

Anche il Rugby Bergamo rimane alla finestra, almeno per un po’. «Sino a qualche giorno fa l’intenzione era quella di continuare gli allenamenti individuali, ma a questo punto preferiamo attendere almeno ancora una settimana». Michele Festa, il direttore tecnico, non nasconde le preoccupazioni di una società che conta oltre 400 giocatori, dai 6 ai 60 anni: «Questo continuo aprire e chiudere lascia tutti un po’ spiazzati, i club come le famiglie che devono ogni giorno organizzarsi in maniera diversa. Ho il timore che la cosa possa avere ripercussioni anche sulla passione dei ragazzi: non vorrei che, al momento di ripartire, si scoprisse che qualcuno abbia finito col perderla».

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