Stalking, condannato titolare d’azienda
Risarcite anche le Pari opportunità

Denunciato da una dipendente di una ditta dell’hinterland: comportamento asfissiante. Venti mesi con la condizionale. Ventimila euro di risarcimento alla vittima, cinquemila euro al consigliere di Parità della Provincia, Isabel Perletti, che annuncia: «I soldi saranno utilizzati per l’assistenza legale a lavoratori e lavoratrici vittime di discriminazioni di genere».

Aveva trovato il modo di sapere sempre dove stesse l’auto di una delle sue dipendenti di cui si era invaghito. E si faceva trovare puntualmente sul posto. Nessuna minaccia, nessun messaggio intimidatorio: la sua immancabile presenza non va letta come un minaccioso «guarda che so dove sei, stai attenta», ma come una scusa per poterla corteggiare. È comunque stalking, ha stabilito il gup Maria Luisa Mazzola, che ha condannato in abbreviato l’uomo, titolare di un’azienda di lavorazione del legno in un paese dell’hinterland, a un anno e otto mesi, con la sospensione della pena condizionata al risarcimento. E qui c’è un dettaglio interessante. Perché a dover essere risarcita sarà non solo la vittima (ventimila euro), ma anche il consigliere di Parità della Provincia, Isabel Perletti (cinquemila euro), costituitasi parte civile con l’avvocato Miriam Campana, che assiste anche la lavoratrice.

Tutto comincia a inizio 2019. La donna, una quarantenne, lavora da anni nella ditta ed è in buoni rapporti col titolare. Niente più che un’amicizia. Ma quando la dipendente si separa dal marito, il rapporto col datore di lavoro muta. Lui, 48 anni, sposato, probabilmente illudendosi di poterla conquistare, si fa più pressante. Le manda messaggi: «Vediamoci, parliamoci». Lei intuisce e declina. Ma lui da un certo punto in poi riesce a trovare il modo di sapere sempre dove è l’auto della donna. E si fa trovare mentre lei è al bar con le amiche, a fare la spesa. Una situazione che la donna ritiene inaccettabile. Così a luglio, supportata anche da Filca-Cisl cui è iscritta, presenta denuncia. Per il titolare scatta il divieto di avvicinamento, che con la pena sospesa ora è venuto meno. La dipendente, rimasta in malattia da maggio a settembre, adesso sta usufruendo del congedo lavorativo istituito appositamente per le vittime delle violenze di genere. Dopo la lettura della sentenza è scoppiata in un pianto liberatorio, sciogliendo nelle lacrime una tensione durata mesi e dovuta anche al timore di non essere creduta.

«Mi fa piacere che questo reato venga riconosciuto nella sua gravità, in particolare nel momento in cui riguarda i rapporti di lavoro – commenta Isabel Perletti –. Un bel risultato che arriva a ridosso del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. I 5 mila euro saranno utilizzati per l’assistenza legale a lavoratori e lavoratrici vittime di discriminazioni di genere». Simone Alloni, segretario generale Filca-Cisl: «Le molestie nei luoghi di lavoro sono diventate un problema che riscontriamo con maggiore frequenza. Il nostro compito è tutelare chi ha il coraggio di denunciare comportamenti molesti e discriminatori, anche attraverso la contrattazione collettiva».

© RIPRODUZIONE RISERVATA