Terza dose in Lombardia, per il via si pensa al 21 e 22 settembre

Incontri serrati per mettere a punto il piano, c’è l’ipotesi di un nuovo V-Day simbolico.

Una possibile data per la partenza c’è, oscilla tra il 21 e il 22 settembre. Potrebbe essere questo il via per la somministrazione della terza dose del vaccino anti-Covid in Lombardia, dunque a strettissimo giro, ma sicuramente – giorno più, giorno meno – entro la fine del mese.

I dettagli organizzativi della «macchina» regionale, da declinare poi in chiave provinciale, sono ancora in fase di ultimazione lungo una road map che ieri ha registrato due call tra i vari attori del sistema sanitario lombardo (e bergamasco) per definire ulteriori aspetti. Quel che è certo, anche secondo le indicazioni nazionali, è che si partirà dai «fragili»: quindi, per la Bergamasca, le stime si possono basare sui quasi 35 mila «estremamente vulnerabili» (immunodepressi, malati oncologici, trapiantati, etc) che tra la primavera e fine giugno avevano ricevuto già la prima dose (la maggior parte anche la seconda, gli ultimi nel mese di luglio), a cui si affiancano quasi 29 mila disabili gravi (che secondo il piano nazionale rientravano comunque nella stessa categoria prioritaria di «fragili»).

Le tappe successive riguarderanno altri segmenti della popolazione: verso dicembre, secondo quanto tratteggiato negli uffici del Welfare, dovrebbe essere il turno degli ospiti delle Rsa (vaccinati da gennaio 2020), in Bergamasca circa 6 mila. A inizio 2021 il calendario sarà orientato per gli operatori sanitari, anche per un «semplice» motivo cronologico: sono stati immunizzati a partire da gennaio 2020 e il green pass scade dopo 12 mesi dalla seconda dose; nella fase 1-A erano stati vaccinati circa 25 mila operatori sanitari bergamaschi, più circa altri 10-15 mila nella fase 1-bis (tra questi ultimi, molti vaccinati con AstraZeneca: si ripropone il tema dell’eterologa).

Il cronoprogramma della terza dose ragiona anche sugli over 80 – altra platea tra le più esposte ai morsi più acuti del virus – immunizzati dalla seconda parte di febbraio: circa 65 mila, escludendo quelli ospiti delle case di riposo.

Le parti si riaggiorneranno a breve, in particolare dall’inizio della prossima settimana. Sul tavolo c’è l’individuazione degli spazi, anche tenendo conto della progressiva chiusura di molti hub; Pfizer e Moderna i vaccini individuati. Tra le idee è spuntata anche la possibilità di organizzare un nuovo V-Day, analogamente a quanto fatto il 27 dicembre 2020, per dare il via – simbolico, oltre che concreto – a questo nuovo pezzo di campagna vaccinale.

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