«Trasporti, servono 5 milioni in più
per garantire un servizio all’altezza»

L’Agenzia di Bergamo scrive a Governo e Regione: «I 49 attuali non bastano. Chiediamo di accelerare l’avvio della Riforma». L’assessore regionale Terzi: «Tocca allo Stato».

La fine dell’emergenza per la pandemia e la chiusura dei rubinetti dei ristori rischiano di riportare il trasporto pubblico locale in una condizione economica peggiore rispetto al 2018-2019, quando bastava un po’ di affollamento in più su qualche autobus per mandare in crisi il sistema, che a stento riusciva a trovare le risorse per aggiungere qualche corsa in più negli orari di punta. Lo spettro di un ritorno al passato ha spinto l’Agenzia del Tpl di Bergamo a scrivere al ministro delle Infrastrutture e della Mobilità, Enrico Giovannini, e all’assessore regionale Claudia Terzi.

Se si vuole davvero puntare sul trasporto pubblico, è il ragionamento che sta alla base delle richieste, servono più finanziamenti, che per la nostra provincia l’Agenzia ha quantificato in 5 milioni di euro in più rispetto ai circa 49 attuali. «La preoccupazione - spiega il direttore Emilio Grassi - deriva dal fatto che oggi ci sono molte attenzioni sui contributi per i servizi aggiuntivi e per i mancati ricavi per gli anni 2020 e 2021, ma quando questi finiranno il rischio è di tornare alla situazione del 2018 e del 2019, ovvero pochi soldi, tanti passeggeri e pochi margini di manovra per fare miglioramenti di qualità dei servizi. Chiediamo dunque di affrettare l’avvio di una riforma del Tpl e, nel frattempo, di trovare gli strumenti per migliorare il servizio».

L’anno prossimo il Tpl dovrà fare i conti anche con il rinnovo dei contratti di servizio, un passaggio che «si colloca in un ambito con forti aspettative rispetto alla transizione ambientale e alla necessità di investimenti su nuove tecnologie - spiega l’Agenzia nella lettera -. Elementi che richiedono forti risorse economiche. Il Pnrr dedica il 40% degli investimenti agli obiettivi di transizione ecologica e pone l’obiettivo dello spostamento di almeno il 10% del traffico dalle auto private al trasporto pubblico». Da qui «la necessità imprescindibile di una maggiore quantità di risorse».

Dove recuperare questo denaro e in che modo, «non è compito dell’Agenzia», puntualizza Grassi, che però nella lettera a Governo e Regione, firmata insieme alla presidente Angela Ceresoli, suggerisce di adeguare i contributi in base all’inflazione, di rimodulare l’Iva (ora al 10%) e di cercare nuove forme dai Comuni del Bacino. «La Lombardia - replica Claudia Terzi - è la Regione che più di ogni altra finanzia il Tpl integrando le risorse statali. Nel 2021 Regione ha trasferito all’Agenzia di Bergamo più di 48,7 milioni di euro, di cui oltre 17 milioni di risorse regionali, a cui vanno sommati i contributi per i servizi aggiuntivi introdotti per la pandemia. Abbiamo poi garantito, sempre tramite risorse regionali, 726.926 euro annui come ulteriore sostegno per i servizi Tpl nelle aree montane e a domanda debole. Inoltre l’Agenzia Tpl di Bergamo beneficia della riforma dei costi standard con un aumento dei trasferimenti: per il periodo 2020-2026 incamererà 8,3 milioni in più rispetto al 2019. Tocca allo Stato incrementare gli stanziamenti, dato che la Lombardia riceve meno di quanto dovrebbe rispetto ai volumi di Tpl prodotti: da anni chiediamo che questa penalizzazione venga sanata».

Sulla questione è intervenuto Massimo Locatelli, presidente di Anav Lombardia, l’Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori: «Sono anni - ha detto - che sollecitiamo la politica ad affrontare le criticità del Tpl. Da una parte si inneggia alla transizione ecologico-ambientale che comprenderebbe un drastico ridimensionamento del ricorso al mezzo privato, e dall’altro si fa mancare le risorse necessarie affinché questa si realizzi in tempi compatibili».

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