Turismo estivo in profondo rosso
Si salva soltanto l’Alto Sebino

Calo di presenze del 53,5% rispetto al 2019. Il settore alberghiero registra una perdita del -59,2%. Montagna e lago mete preferite dei vacanzieri nostrani

A partire da maggio i flussi turistici verso la bergamasca hanno segnato una lieve ripresa, ma la stagione estiva 2020, come era prevedibile vista la pandemia, non ha fatto sconti: il comparto turistico ha registrato percentuali severe, che vanno dal - 60,3% degli arrivi (ossia quanti hanno scelto come meta la Bergamasca) al -53,5% delle presenze (il numero di arrivi moltiplicato per i giorni di permanenza) rispetto all’estate 2019. I dati sono quelli dello studio promosso dalla Provincia di Bergamo, tramite gli Uffici del Turismo e dell’Osservatorio turistico, in collaborazione con Visit Bergamo e con l’Agenzia di ricerca e analisi dati INTWIG, relativi ai flussi turistici sul territorio bergamasco nell’estate 2020, tra giugno e agosto.

Nel rapporto spicca la differenza percentuale tra turisti italiani e turisti stranieri. Se complessivamente, rispetto all’anno precedente, calano gli arrivi degli italiani del 42,6%, quelli degli stranieri arrivano addirittura a diminuire dell’80,5%. Il solo turismo italiano aumenta rispetto al 2019, con arrivi che passano dal 53,2% al 77% del 2020 e presenze in aumento dal 57,1% al 79,4%. Quanto ai tipi di alloggio, il settore alberghiero resta il preferito dai turisti (arrivi al 60,8%), nonostante il peso del settore extra alberghiero (arrivi al 39,2%) sia in aumento. Nel confronto con il 2019 però la perdita è maggiore nel settore alberghiero (con arrivi al -62,3% e presenze al -59,2%), rispetto a quello extralberghiero (arrivi -56,9%, presenze – 45,8%).

Analizzando invece il numero di chi hanno trascorso le vacanze nella Bergamasca, le preferenze sono distribuite in modo per lo più equo, con il 49,7% di turisti che hanno scelto strutture dell’extralberghiero e il 50,3% che si è rivolto all’alberghiero. Un altro dato significativo è l’aumento dei tempi di soggiorno, soprattutto per quanto riguarda il turismo nazionale. Per quanto riguarda i territori, infine, ci sono grandi differenze: le Valli Seriana e Brembana e l’area del Sebino hanno registrato ribassi più contenuti. Per gli arrivi, la Valle Brembana registra un -30,9%, la Valle Seriana -33,7%, il Basso Sebino -38,1% e l’Alto Sebino -43,5%. Nelle presenze invece la Valle Seriana si assesta su un -35,5%, il Basso Sebino è al -35,2%, l’Alto Sebino al -37% e la Valle Brembana al -38,5%.

«Il calo inferiore rispetto ad altre aree - sottolinea Andrea Paleni, di Altobrembo - ci conferma la percezione della montagna come luogo un po’ più sicuro rispetto ad altre zone. Certo è che in montagna c’è stata più gente rispetto agli altri anni, ma che il settore alberghiero è quello che ha sofferto di più». L’unico dato positivo (in termini percentuali) lo registra l’Alto Sebino, dove le presenze di turisti nazionali sono in aumento rispetto allo scorso anno con una crescita dell’11,5%.

«Questo dato - dice Adriana Bellini, presidente della Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi - è dovuto al fatto che abbiamo tutti praticato un turismo di prossimità, con meno vacanze all’estero e più vacanze vicino a casa che ci facevano sentire più sicuri. Il nostro lago ha scorci che interessanti anche dal punto di vista paesaggistico che in molti hanno riscoperto quest’estate. Il turismo fuoriporta poi spesso non prevede pernottamenti e queste presenze sfuggono ai conteggi, ma la filiera legata al turismo ha molto sofferto, soprattutto quella dell’ospitalità. Questo calo non è responsabilità di chi opera nel settore, che anzi si è impegnato maggiormente. Come Ente mi complimento con loro ed esprimo loro vicinanza e sostegno». Pesante invece la riduzione del turismo in Bergamo città (arrivi – 79,5% e presenze -75,4%) e nella Grande Bergamo (arrivi -67,0%, presenze -64,5%). «Registriamo i segnali di ripresa dell’estate, legati soprattutto ai buoni risultati delle nostre valli, tuttavia alla luce dell’attuale quadro pandemico non possiamo ignorare che la situazione rimane critica - commenta il consigliere provinciale con delega al Turismo Claudio Bolandrini -. La consapevolezza dello stato di sofferenza che il turismo bergamasco sta attraversando deve spronare le istituzioni e gli operatori a trovare le risorse e le sinergie necessarie per un rilancio del settore».

«I dati confermano lo scenario prefigurato, ma raccontano anche che la voglia di viaggiare è più forte di prima. Lo testimonia la ripresa immediata post lockdown - dice Christophe Sanchez, amministratore delegato di VisitBergamo -. È per questo che, seppure in uno scenario internazionale che si sta di nuovo complicando, credo nella necessità di continuare a promuovere il brand Bergamo e associarlo ad immagini di bellezza e di rinascita».

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