Ucciso in Namibia, l’autopsia:
«Fatali i fendenti ai polmoni»

Castione, non sono ancora stati identificati gli autori dell’aggressione all’imprenditore Daniele Ferrari. I funerali domani, alle 15, nella cattedrale di Windhoek, dove si era sposato.

Sono state le coltellate all’addome, che hanno raggiunto e perforato i polmoni, a causare la morte di Daniele Ferrari, l’imprenditore di 52 anni la cui famiglia è originaria di Castione della Presolana, ucciso lo scorso martedì 14 luglio a Windhoek, la capitale della Namibia, dov’era nato e dove viveva. È quanto emerso dall’autopsia, eseguita su disposizione dell’autorità giudiziaria locale all’ospedale della città: i fendenti hanno causato un’emorragia interna, che non ha lasciato scampo all’imprenditore, poi colpito alla testa anche con un machete dai due criminali che gli hanno poi portato via il cellulare e che non sono ancora stati rintracciati.

Nel frattempo è stato concesso il nulla osta per i funerali di Ferrari: saranno celebrati domani pomeriggi, alle 15, nella cattedrale di Windhoek, la stessa chiesa dove Ferrari era stato battezzato e dove si era sposato, nel 1998, con Odete Roque, angolana di famiglia portoghese, con la quale il cinquantaduenne – che aveva portato avanti l’attività imprenditoriale nel ramo edilizio avviata dal papà Roberto, scomparso nel 2013 e che era partito oltre cinquant’anni fa da Castione con la moglie Severina – viveva nel quartiere residenziale di Klein, a una manciata di chilometri dalla diga di Avis, nel cui parco – meta comune per Ferrari e tanti altri abitanti della capitale della Namibia per passeggiate con i cani – l’imprenditore è stato aggredito a morte. Gli inquirenti locali, inizialmente propensi all’ipotesi di una rapina, col passare dei giorni sembrano più indirizzasti verso un’aggressione mirata, per la «brutalità» – termine usato dal capo della polizia di Windhoek – con cui Ferrari è stato aggredito e colpito a morte, prima con le coltellate all’addome e poi con il machete sferratogli sulla testa quando il cinquantaduenne aveva ormai raggiunto, nel disperato tentativo di mettersi in salvo ormai ferito, la sua auto, posteggiata poco lontano.

Nell’aggressione anche il finestrino della vettura è andato in frantumi, tanto i momenti erano concitati: i due aggressori hanno anche ferito, ma non gravemente, due persone che stavano facendo jogging e che sono accorse in aiuto di Ferrari, allarmati dalle sue urla. Settimana scorsa la polizia di Windhoek aveva interrogato a lungo due sospettati, che sono però poi stati rilasciati perché – stando a quanto si è appreso – estranei all’omicidio. Le indagini proseguono: la stessa polizia ha anche diramato un appello a eventuali testimoni perché si facciano avanti per fornire elementi utili e nuovi a risalire ai due assassini, tutt’ora in libertà.

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